Anno d’uscita: 1979
Sito web: https://www.skiantos.com/
Nel 1979 il Movimento del ’77 bolognese è in fase declinante. Come canta Eugenio Finardi, sta cominciando il “riflusso” che porterà agli spensierati Anni Ottanta. Nel capoluogo emiliano il gruppo musicale e demenziale simbolo dell’ormai leggendario 1977 sembra non essere d’accordo con il cambio di passo che la gioventù dell’epoca sta intraprendendo. Fedeli alla loro follia, gli Skiantos sfornano “Kinotto”, il loro terzo album, che parecchi anni dopo la rivista Rolling Stone inserirà tra i 100 dischi più belli della musica italiana.
Il full-length contiene pezzi storici della band guidata da Roberto “Freak” Antoni: “Mi piaccion le sbarbine”, “Freezer” “Sono buono”, “Sono un teppista” e “Kinotto”. L’immagine di copertina è in perfetto stile Skiantos. Il consumismo ha vinto sul 1977. Gli Anni Ottanta che stanno arrivando decreteranno il trionfo del consumo sulla fantasia sbandierata dai movimenti di protesta degli Anni Settanta. Vincono gli sponsor e con loro vincono i brand dei prodotti.
I marchi sono caratterizzati da nomi semplici ma stimolanti, scritti con caratteri colorati in loghi facilmente riconoscibili. Uno dei prodotti simbolo dell’Italia post boom economico è il detersivo. Non si lavano più i vestiti al lavatoio, strofinando un sapone o del bicarbonato sui vestiti stesi sull’asse. I capi si lavano in lavatrice, elettrodomestico simbolo, assieme a frigorifero e televisione, della nuova Italia immersa nel benessere. Uno dei detersivi più diffusi negli Anni Settanta (ma lo è ancora ai giorni nostri) è il Dash. Il fustino cilindrico, i cerchi concentrici su sfondo blu che vanno dal rosso al giallo e il nome del prodotto in stampatello minuscolo sono elementi chiari e facilmente assimilabili. A rafforzare il prodotto sono le celebri pubblicità dove l’attore Paolo Ferrari (che dichiarerà di aver guadagnato di più dalla réclame del Dash di un’intera stagione teatrale) tenta di convincere casalinghe italiane a scambiare il Dash per due fustini di un altro detersivo.
Nei supermercati che spuntano come funghi nell’Italia a cavallo tra gli Anni’70 e ’80 il detersivo Dash è uno dei prodotti più in voga. Gli Skiantos non amano quest’Italia che “compra, consuma, crepa”, come avrebbero cantato di lì a poco i CCCP. La copertina di “Kinotto” è difatti una parodia del celebre detersivo sbiancante. I colori ricordano proprio il Dash. “Kinotto” più che il titolo di un disco musicale sembra il nome di un altro detersivo, tanto che subito sotto possiamo leggere “ad azione dissolvente“. In alto a sinistra leggiamo “confezione per teppisti soffici“. Subito dopo il titolo dell’album troviamo la “erre cerchiata”, come se “Kinotto” fosse un prodotto il cui marchio è stato definitivamente registrato presso l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi.
“Kinotto”, ovvero “chinotto”, nel gergo giovanile non indica il celebre agrume e la bevanda derivata, ma la fellatio. Le canzoni degli Skiantos parlano di sesso, scandalizzando i benpensanti dell’epoca. Il titolo del disco ne è la garanzia. Il Rock demenziale non vuole assolutamente farsi blandire dagli ambienti conformisti.
Sopra il titolo c’è un pesce rosso con gli occhiali da sole. Sembra che sia appena uscito dalla lavatrice, felice e luccicante. L’animale, che indossa un collare azzurro, sfoggia un sorriso a 36 denti. Può sembrare assurdo, ma essendo un lavoro degli Skiantos non lo è. Il carattere demenziale del gruppo è ben visibile sulla copertina di “Kinotto“. Con Freak Antoni e soci domina l’illogico, ma non la stupidità. L’immagine è di fatto una efficace condanna al consumismo e ai prodotti celebrati dalla pubblicità. Il nome della band è posto in basso all’immagine, in un rosa metallico, come fosse l’insegna di una discoteca. Infine sono segnalati i due singoli dell’album: “Mi piaccon le sbarbine” e “Freezer”.
Il messaggio di “Kinotto” è quanto mai attuale. A quasi mezzo secolo di distanza, il potere della pubblicità e dei marchi è aumentato. Ce ne sono sempre di più, spesso di prodotti superflui se non inutili. L’attacco del 1979 al detersivo in polvere (un prodotto in fin dei conti utile nella vita di tutti i giorni) oggi fa quasi tenerezza. La lungimiranza degli Skiantos fa riflettere. Oggi i marchi delle grandi aziende la fanno da padrone e purtroppo di musicisti che li sfottono con la genialità degli Skiantos ce ne sono pochi. Sono invece molti di più i musicisti che si prestano per pubblicizzare quei marchi. Ha vinto la pubblicità, ma gli Skiantos, nonostante la morte di Freak Antoni, non sono stati sconfitti. I loro dischi restano nella storia del rock italiano.
Leonardo Marzorati
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