Anno d’uscita: 2021
Sito web: http://japanesebreakfast.rocks/
La copertina del terzo long-playing della formazione Indie Pop statunitense Japanese Breakfast è un sublime lavoro fotografico che meglio non poteva rappresentare l’essenza musicale di questo disco pubblicato nel 2021.
Senza dubbio si tratta dell’album più importante della band capeggiata dalla cantante e chitarrista Michelle Zauner: “Jubilee” è stato nominato per il Grammy Award uno dei Migliori Album di Musica Alternativa. È stata pure la prima release ad entrare nella classifica Billboard 200, dove ha raggiunto la posizione 56. Sempre grazie a questo disco la formazione è stata anche nominata per il premio Miglior Nuovo Artista ai 64° Annual Grammy Awards.
Il sound dei Japanese Breakfast è molto sofisticato e ricercato, denso e sognante. Si può descrivere come un Indie Pop contenente elementi di Pop sperimentale, Indie Rock, Lo-Fi, Chamber Pop e Shoegaze.
In “Jubilee” lo stile musicale si evolve rispetto alle pubblicazioni precedenti. Si avvicina maggiormente al Shoegaze e al Chamber Pop proponendo un Wall of Sound con un’enfasi sulla melodia e sulla struttura, intricato di archi, corni, pianoforte e armonie vocali e altri componenti tratti dal Pop Orchestrale e Lounge degli Anni Sessanta (Bee Gees). Il canto di Michelle Zauner è pulito, sicuro, consapevole e dimostra una capacità di narrazione dolce e adolescenziale e contestualmente matura e piena di giochi, artifici e virtuosismi vocali.
Per creare la copertina di “Jubilee” è stato ingaggiato il noto fotografo e regista di origine asiatica Peter Ash Lee. Nato a Seoul, cresciuto in Canada e stabilitosi a New York ha lavorato per varie brand ed editori tra i più importanti del mondo, come Christian Dior, Tom Ford, Vogue, The New York Times, ecc.. Al cospetto di questo artwork non sorprende che Lee sia anche caporedattore e cofondatore di Burdock: un magazine di arte e cultura che celebra le esperienze asiatiche americane multidimensionali.
Come primo impatto si riconosce nella fotografia un lavoro concettuale con un’evocazione surrealista. L’immagine ritrae la cantante Michelle Zauner che con la sua mano (sinistra) pone un caco davanti al suo occhio sinistro. Una decina di altri esemplari di questo frutto di forma quasi sferica penzolano nell’aria intorno a lei o poggiano sullo sfondo infinito color crema, disegnando una curva che si avvicina al concetto di spirale. Il suo vestito color giallo/arancio si fonde nella palette di colori caldi della composizione. L’abbinamento di toni analoghi, richiama il contenuto musicale dell’album, ovvero un sound armonico, sognante, sospeso, sferico e leggero ma al contempo per nulla superficiale.
Molto riuscito si presenta il contrasto tra colori caldi chiari dello sfondo, dei frutti, del trucco e del vestito, con le tonalità più scure – un nero comunque virato al caldo – del tatuaggio e dei capelli artisticamente intrecciati e pettinati della cantante. Le nuance scure che occupano lo spazio centrale della fotografia hanno a loro volta un centro: l’occhio destro di Zauner. Il suo sguardo diretto allo spettatore pare voler comunicare che la musica e le parole delle canzoni di “Jubilee” abbiano la capacità di andare nel profondo e di toccare l’anima.
La breve recensione da parte di Billboard.com sull’artwork creato per Jubilee (https://www.billboard.com/photos/best-album-covers-of-all-time-6715351/15-rm-indigo-album-art-billboard-1240/) suggerisce un nesso della fotografia con lo stile surrealista del pittore belga René Magritte. Il surrealismo di Magritte si contraddistingue per il fatto che non vuole far emergere l’inconscio dell’uomo (fil rouge di Dalì, ecc.), bensì valorizzare oggetti usuali, i quali vengono sottratti dal loro contesto naturale apparendo estranei e insoliti all’esperienza.
Anche se gli oggetti sono decontestualizzati non si produce però un enorme irritazione nello spettatore. Nel surrealismo di Magritte troviamo dunque trasfigurazioni provocanti per il cervello umano, ma senza sconvolgere. Sono abbinamenti che suscitano sensazioni di stupore e curiosità, e, in alcuni casi, per certi versi si possono creare emotività quasi armoniche.
La fotografia di Peter Ash Lee lavora con un linguaggio simile portandolo però verso una sensazione decisamente equilibrata. I cachi sospesi e l’esemplare che si sostituisce all’occhio sinistro di Michel Zauner, ci comunicano un trasposizione di significato che culmina in un artificio visivo che evoca il mondo dei sogni: dolce, sofisticato, sferico, tenero e caldo, come gran parte della musica di Japanese Breakfast.
Fabian von Unwerth