Anno d’uscita: 2017
Sito web: http://www.jester-records.com/ulver/

Una delle caratteristiche che contraddistingue gli Ulver è senza dubbio la bellezza di alcune loro copertine, e in questo caso ci troviamo di fronte ad una delle più belle cover dell’ultimo ventennio, mi riferisco all’artwork di  “The Assassination of Julius Caesar”. Per l’illustrazione di questa undicesima fatica i “lupi” di Oslo prendono in prestito un dettaglio del capolavoro di Bernini, “Il ratto di Proserpina”, e mai scelta fu più azzeccata per rappresentare questo album.
La band norvegese ci ha da sempre abituato a metamorfosi sonore e cambi di rotta stilistici, frutto soprattutto della vena artistica del loro vocalist nonché guida Kristoffer Rigg, talento indiscutibile alla continua ricerca di nuove sperimentazioni ed in grado di sfornare release interessanti e di livello, rendendo questo gruppo quanto meno intrigante.  Appena uscito nell’aprile del  2017,  “The Assassination of Julius Caesar” fu presentato come la svolta pop di questa band. I brani scorrono in modo fluido e sinuoso, caratterizzati da un electro-pop elegante e contaminato.

Al sound si affianca il cantato di Rigg, con testi accattivanti che si intrecciano a formare un concept elettronico tra accadimenti storici, rituali pagani che nel tempo prenderanno forme sacre, e tragedie contemporanee che si collegano tra loro, la traccia “Nemoralia” ne è esempio lampante, rito pagano del 15 di agosto e culto della dea Diana divenuta poi sacra e cristiana funzione solenne dell’assunzione di Maria, con successiva citazione di un fatto recente, la tragica morte della principessa Diana.

Sacro e profano saggiamente intrecciati e che si rispecchiano divinamente nella copertina, un opera barocca del 1622 che rappresenta, nella sua azione, il massimo del pathos che il mito di questa favola pagana possa regalare a chi la osserva, il contrasto tra sacro e profano viene evidenziato anche dal fatto  che l’opera fu commissionata al Bernini dal cardinale Scipione Borghese, il quale dovette giustificarne in seguito la presenza nella propria villa con un distico moraleggiante in latino di Maffeo Barberini, futuro papa Urbano VIII.
Il lavoro grafico coglie un dettaglio del gruppo scultoreo importantissimo, che riassume l’essenza dell’album stesso. Un particolare che trasmette passione attraverso la volontà bramosa di Plutone, dio dell’oltretomba, di avere Proserpina a tutti i costi perché innamoratosi di lei, e delicatezza sottolineata dalla morbidezza delle carni della fanciulla trattenuta dalla furia erotica del dio che la tiene dal fianco e dalla coscia.
Queste caratteristiche contraddistinguono indubbiamente “The Assassination of Julius Caesar”, un album piacevole, accattivante, concettuale, elettronico, passionale e magnificamente elegante. In questo contesto, gli Ulver hanno dato forse il meglio, almeno secondo il mio modesto punto di vista.
Marco “Machu” Dadàmo