Anno d’uscita: 2006
Sito web:
https://www.keanemusic.com/

“Under the Iron Sea”, è un titolo evocativo, che si lascia immaginare e nomina lo splendido disco dei Keane uscito nel 2006. Le parole che titolano il full-length sono un estratto dal testo del brano “Crystal Ball” che recita: «I’ve lost my heart, I buried it too deep, under the Iron Sea» (Ho perso il mio cuore, l’ho seppellito troppo in profondità, sotto il mare di ferro). Questa frase è sicuramente molto particolare, suggerisce un’allusione onirica e anche piuttosto misteriosa; si collega al termine metaforico usato dalla band per identificare le preoccupazioni che durante il proprio primo tour si trovò a contrastare in una realtà inaspettata… scaturita dall’enorme successo commerciale del precedente album d’esordio “Hopes and Fears” (anche in queste due parole un’evocazione di incertezze è palpabile nei sentimenti dei musicisti).

La genesi della lavorazione che ha preceduto l’uscita racconta che, un giorno, per caso un amico dei Keane si recò in un negozio acquistando una stampa artistica e, dopo averla mostrata, Tom Chaplin e soci rimasero così tanto colpiti da far commissionare il lavoro di realizzazione della copertina proprio alla sua autrice. Questa artista è Sanna Annukka (https://www.sanna-annukka.com/), nata a Brighton il 9 agosto 1983 da madre finlandese e padre inglese.
Specializzata in serigrafie, le sue immagini spaziano tra essenzialità e tratti folkloristici in cui sono evidenti le contaminazioni con la sua terra nordica, specialmente influenzate sul “Kalevala”, poema epico nazionale finlandese.
L’artwork di “Under the Iron Sea” è il magico frutto nato da un sentito ascolto delle canzoni, dalle quali Sanna è riuscita a far sbocciare poetiche situazioni in chiave disadorna, creando un interessante ed originale filologico fiabesco anche se dalle atmosfere sinistre; come se qualcosa stesse andando verso un’infausta fine o comunque verso un epilogo incerto.
Aprendo il booklet si stende una storia illustrata in cui vengono ripresi tutti i soggetti dei singoli tratti da “Under the Iron Sea”, come se delle parole chiave, nella mente della creativa si fossero trasformate in figure. La striscia di rappresentazioni grafiche parte dai cavalli marini che formano la cover principale. Secondo la disegnatrice, i cavalli sono animali che simbolicamente rappresentano potenza e determinazione nell’affrontare situazioni avverse. I cavalli sfidano la forza del mare sormontandolo e essi, con gli occhi a volte infuocati e a volte piangenti, si trovano a fronteggiare l’impetuosità delle correnti che li vorrebbero trascinare altrove.
La dinamicità dell’acqua simboleggia quanto la vita sia piena di imprevisti che possono condizionare il corso degli eventi. Il colore blu trasmette agitazione e malinconia, sensazioni predominanti nelle tracce dell’album. Nel mare di ferro è celato qualcosa che noi non possiamo controllare; c’è qualcosa di inaccessibile sotto la sua superficie ermetica, sotto la quale possono nascondersi insidie e altre mille situazioni che necessitano di essere dimenticate, oppure affrontate di petto e mai più riaperte. Lo spazio tra le onde fino agli abissi è tutto collegato dagli elementi rappresentati nelle immagini dei singoli; troviamo infatti soggetti marini come un polipo gigante, delle balene, per poi passare a paesaggi mistici con dei castelli, totem, gufi notturni e una fata.
Tutte queste icone sullo stesso piano formano un luogo sotterraneo e segreto ma al tempo stesso ricco di emozioni da percepire che non necessariamente possono condurre a un disfacimento, perché come nel caso di “Under the Iron Sea”, al contrario, tutte le avversità e le ostilità condivise hanno permesso la concretizzazione di una release davvero straordinaria; in cui ci si immerge incontrandosi in mondi nuovi misantropi, meditativi e anche incantati.
Sara “Shifter” Pellucchi