Casa editrice: Autoprodotto
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Il romanzo “Libro IV – Il Tempio di Salomone” appartiene al ciclo “La Colomba e i Leoni” ambientato negli anni della prima crociata, avviata nel 1095 dopo l’appello di papa Urbano II e terminata nel 1099 con la conquista di Gerusalemme. Le copertine dei volumi precedenti di questa collana sono state rinnovate e i testi sono stati sottoposti a revisione. La veste di questo libro segue dunque il nuovo stile grafico dove è stato privilegiato l’uso di fotografie anziché illustrazioni. Autore della lavorazione grafica è, ancora una volta, Fabio Gialain. Il testo della quarta recita: «Anno Domini 1112. Lo schiavo Francesco è giunto a Taroudannt in Marocco per assistere alle nozze di Najib, suo amico d’infanzia. L’occasione è propizia per permettere a lui e al giovane Karim di fuggire verso i regni dei Franchi in Europa. È l’inizio di un avventuroso viaggio alla scoperta delle proprie origini, e di rivelazioni straordinarie. Nel frattempo, a Gerusalemme suo padre Geoffroy de Saint-Omer e i compagni devono annientare il terribile demone biblico rintanato nel Tempio di Salomone, che non perde occasione per attaccarli. Anche la regina Arda è decisa a vendicarsi con qualsiasi mezzo di Geoffroy, il suo ex-amante, in un inestricabile miscuglio di amore, collera e desiderio. Ma nessuno è come appare, e persino gli amici possono trasformarsi in nemici. Qualcuno lavora nell’ombra per gettare odio e divisione nella compagnia dei cavalieri, e impadronirsi per primo del manufatto di Cristo, nascosto nelle profondità del Tempio. Un oggetto che conferisce un enorme potere a chi lo possiede, persino quello di cambiare i destini degli uomini e il corso della Storia.» Le vicende sono dunque improntate a una forte componente esoterica, che si è voluto rendere attraverso alcuni elementi della copertina. La figura di grande impatto sulla destra, vestita di nero e con il cappuccio levato, ha una cicatrice sul volto e una spada in pugno. Potrebbe essere un mago o un cavaliere, o entrambi; poco importa. Ha il viso illuminato frontalmente, e davanti a lui arde un fuoco che prosegue anche sul dorso e sulla quarta del libro. Con un escamotage grafico la mano entra ed esce dalla cornice che racchiude il titolo. Il fuoco potrebbe essere sprigionato da un rituale, o dall’inferno dove abita il demone. In alto a sinistra, le nuvole di un cielo notturno sporcano una luna dal colore già opaco. Fuoco e luna si richiamano a vicenda, in quanto potenti simboli del maschile e del femminile, e comunque presenze ricorrenti nei rituali magici.
Ma il vero protagonista della copertina è l’edificio che si erge sullo sfondo: è la moschea di al-Aqṣā a Gerusalemme, che i giudei ritenevano essere l’antico Tempio di Salomone, e che fu riadattata a palazzo reale dopo la conquista cristiana. Nell’ala meridionale prese alloggio un primo nucleo di cavalieri, che diede origine ai celeberrimi Templari (ufficialmente: Poveri compagni d’armi di Cristo e del tempio di Salomone, in latino: Pauperes commilitones Christi templique Salomonici), uno dei più importanti ordini cavallereschi e religiosi della cristianità in Terrasanta. L’edificio è stato trattato graficamente per rispondere meglio all’ambientazione notturna, e sembra sorgere da volute di fumo e fuoco come un’apparizione misteriosa, quasi spettrale. Tutti gli elementi contribuiscono dunque ad aumentare l’effetto di potenza della copertina, che insiste molto non soltanto sul gioco di ombre e luci, ma anche sulle linee curve della luna, della cupola e del rosone. Nella quarta di copertina, per chi volesse proseguire nell’osservazione, la figura in ombra del cavaliere munito di spada scende lungo una scalinata in pietra, che porta nelle profondità del Tempio di Salomone dove si nasconde il demone. Alle sue spalle è stato aumentato l’effetto sulfureo accentuando l’illuminazione. Di proposito non è stata inserita alcuna figura demoniaca, poiché l’immaginazione del lettore può sopperire magistralmente a tale mancanza, creando un essere ancora più terribile.
Cristina M. Cavaliere
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