Un autentico museo dedicato ai Clash alle porte di Milano, con quattro sale, una per ciascun membro della band e circa 3000 pezzi esposti tra dischi, locandine, gadget, libri, foto e memorabilia: stiamo parlando del Clash City Rockers Cafè, situato a Sedriano, in via Fagnani 29, a soli 15 km dal capoluogo lombardo (sito web www.clashcityrockerscafe.it). Si tratta, in realtà, di un bar-tabaccheria dalla lunga storia, gestito da Tiziano Gerli, che è stato trasformato nel “tempio” dell’unica band che conta (“the only band that matters”, come la definiscono i suoi fans più fedeli) solo qualche anno fa.
La passione di Gerli per il quartetto londinese è nata nei primi anni Ottanta: dopo i primi ascolti di musica punk (Sex Pistols, Ramones), la sua “folgorazione” per Strummer & soci avvenne con l’ascolto di “London Calling”. Il primo pezzo della sua collezione fu il vinile di “The Clash”, l’album di esordio del gruppo, ma la decisione di iniziare a raccogliere tutto il materiale possibile su di loro ebbe luogo quando egli venne a conoscenza del fatto che esisteva una versione di “Should I Stay or Should I Go” con la cover raffigurante Ronald Reagan. Una volta impossessatosi di tutte le copertine possibili, l’esercente è passato a collezionare etichette e in seguito le versioni di LP e singoli uscite nelle varie nazioni. Il suo obiettivo iniziale era possedere almeno 100 cover diverse, ma al momento ne possiede più di 1000, di cui 50 differenti copie di “London Calling”. Gli esemplari, provenienti da tutto il mondo, inizialmente si trovavano – e in parte si trovano ancora – nella mansarda di Tiziano, che abita sopra il bar.
Il locale è provvisto di un giardino, lo Strummer’s Garden, che viene utilizzato per dj set, concerti, mostre fotografiche, presentazioni di libri ed altri eventi. Ad accogliere gli avventori, uno splendido murale dedicato a Joe Strummer, opera dell’artista Laura Montrasio. Sempre nello spazio esterno si possono osservare alcune vestigia del passato, vale a dire due colonne dell’antico cancello dal quale un tempo transitavano le carrozze: nel secolo scorso, infatti, quella che adesso è una location imperdibile per gli appassionati di musica era una locanda denominata “Leon d’oro”. Ci si chiede se si tratti di una coincidenza o di un segno del destino, dato che il pub londinese nel quale il futuro manager dei Clash, Bernie Rhodes, si recò il 26 maggio 1976 per dare a Joe “lo strimpellatore” l’ultimatum- 48 ore per decidere se entrare nella band oppure no – si chiamava proprio “Golden Lion”. Il bar-museo è visitabile tutti i giorni, tranne la domenica, nei normali orari di apertura: dal lunedì al venerdì dalle 7 alle 19 e il sabato dalle 7 alle 13 (in caso di eventi, l’orario viene prolungato fino alle 21).
La prima volta che i cimeli di Tiziano sono stati esposti al pubblico fu nel 2011: quell’anno, infatti, egli decise di organizzare, insieme all’amico Cristiano, una settimana di eventi presso il circolo ARCI Bitte di Milano per festeggiare il trentennale del concerto che i Clash avevano tenuto al velodromo Vigorelli il 21 maggio 1981. In quell’occasione vennero messi in mostra oltre 600 pezzi. Gli unanimi consensi ricevuti dall’iniziativa suscitarono l’idea di pensare ad una esposizione permanente e strutturata, sul modello del museo dei Ramones di Berlino, anche se in realtà a Gerli sarebbe piaciuto caricare tutto il materiale sul suo furgone e girare l’Italia per realizzare una mostra itinerante.
Le quattro stanze del locale sono state pensate per fornire ai visitatori un itinerario ben definito a livello cronologico, dagli inizi della formazione fino alle carriere soliste di Joe Strummer, Mick Jones, Paul Simonon e Topper Headon. La particolare attrattiva del “Clash City Rockers Café” lo rende non solo un luogo di ritrovo per gli “aficionados” del gruppo, ma anche un punto di riferimento per tutti gli amanti del rock e della musica di qualità, senza barriere generazionali: del resto, l’eredità lasciata dai Clash è grandissima, anche nei confronti degli ascoltatori e dei musicisti più giovani. Il bar, inoltre, ospita spesso serate a tema, come si è detto, e in occasione di un live che si è tenuto lo scorso 27 maggio, con i Guacamaya e i Gang in versione acustica, abbiamo scambiare quattro chiacchiere con il titolare sulla sua collezione e sulla sua attività.
Ciao Tiziano, benvenuto ad Art Over Covers! Vorrei chiederti, innanzitutto, di raccontarmi brevemente la storia di questo locale.
Come hai accennato prima, esso nasce come locanda, chiamata “Leon d’oro”, aperta dal mio bisnonno a fine Ottocento, poi passò ai miei nonni e in seguito ai miei genitori, fino a quando ho iniziato a gestirlo io nel 1996, insieme a mio fratello, come bar-tabaccheria. Nel 2011, dopo la mostra dedicata al trentennale del concerto al Vigorelli, ho iniziato a progettare l’idea di trasformare il locale in quello che è oggi e nel 2019 esso ha assunto la dimensione attuale, con l’aggiunta di una sala e del giardino.
Questo spazio contiene una collezione estremamente variegata, dalle spille ai poster cinematografici passando per vinili, libri, foto e numerose rarità, tra cui il disco d’oro di “Combat Rock” per le 500.000 copie vendute negli Stati Uniti ed i nastri originali di “London Calling” e dello stesso “Combat Rock”. C’è un pezzo della tua raccolta a cui sei particolarmente affezionato?
Sono legato a tutti i pezzi, anche alla più piccola spilla! Comunque amo molto una chitarra, che venne realizzata quando uscì “Il futuro non è scritto” (il documentario realizzato nel 2007 da Julien Temple, dedicato alla vita di Strummer, nda). La rivista “Q” organizzò un concorso telefonico mettendo in palio due chitarre Epiphone, una elettrica e una acustica. Io conoscevo il vincitore dell’elettrica, un ragazzo inglese, e lo avevo contattato affinché me la vendesse, dato che si trattava di un pezzo unico al mondo. Quando, dopo anni, ci siamo ritrovati su Facebook e lui ha visto la foto del locale, con la chitarra esposta, è stato molto contento, perché in questo ambiente, secondo lui, lo strumento era “tornato a casa”.
Per quanto riguarda i dischi in vinile, quanti esemplari sono presenti?
Tra album in vinile e CD ci sono circa 2.000 pezzi. Ho tenuto i dischi da 7’’ a casa. È presente la discografia completa dei Clash come band e dei singoli membri come solisti.
Visto che il nostro sito si occupa in particolare di copertine di dischi, ce n’è una che prediligi in particolare?
In realtà no, anche perché gli artwork dei Clash sono sempre stati molto essenziali, a parte quello di “London Calling”, con uno scatto che è tra i più belli della storia del rock. Anche le edizioni realizzate all’estero non si sono discostate più di tanto dagli originali. Meritano però una citazione le cover prodotte in Corea: sono divertenti perché sono vere e proprie fotocopie a colori di quelle ufficiali, con i testi sul retro in un inglese un po’ maccheronico. “Combat Rock” è di colore azzurro e “London Calling” è rossa.
Sei mai entrato in contatto con personaggi legati all’entourage dei Clash per far conoscere l’esistenza del tuo locale?
Anthony Davie, amico di Strummer e autore di tre libri sulla band, viene a trovarmi circa tre volte all’anno e ha presentato qui le sue pubblicazioni. Sono stati qui anche Chris Salewicz, giornalista di New Musical Express e autore di “Redemption Song”, la biografia ufficiale di Strummer, e Pat Gilbert, che scrive per Mojo Magazine. I membri superstiti della band non sono ancora stati qui… ma non si sa mai!
Partecipi ad eventi dedicati alla band in cui è possibile scambiare materiale con altri collezionisti?
La mia collezione è iniziata alla fine degli anni Ottanta e all’epoca era possibile acquisire oggetti solo tramite posta, scrivendo lettere ai giornali di settore. Con l’arrivo di Internet è stato tutto molto più facile e spesso sono i collezionisti che vengono a cercarmi, offrendomi i loro pezzi. Per quanto riguarda gli eventi-tributo, ce n’è stato uno fino al 2005, dedicato a Joe Strummer, di cui si sono tenute dieci edizioni in varie locations, tra cui il Rainbow di Milano e l’Estragon di Bologna. Da allora non ci sono più state iniziative a questo livello.
Quali sono i prossimi eventi in programma?
A fine giugno ospiteremo una band di ragazzi tedeschi che hanno rieditato l’ultimo album dei Clash, “Cut the Crap”. Si tratta un disco che, all’epoca in cui uscì, fu molto criticato, perché era registrato malissimo. Loro hanno estrapolato la voce di Strummer e hanno risuonato tutte le parti strumentali partendo dalle versioni live. Il disco si chiama “Cut the Crap Reboot”, è uscito l’anno scorso e verrà presentato qui tra qualche settimana.
Ringraziamo Tiziano Gerli e gli auguriamo il meglio per la sua attività!
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