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Nel 1987, ovvero due anni dopo il successo planetario di “Misplaced Childhood”, parecchi problemi affliggono i Marillion.

La quantità di date consecutive in tour, lo stress fisico e psicologico, la convivenza forzata, avevano ridotto allo stremo le forze della band e qualcosa si era rotto nell’unità che prima li aveva supportati. I Marillion contro Fish, Fish contro i Marillion, in una frattura insanabile. Come sua abitudine Fish, nella sua scrittura, proietta sé stesso. Nasce Torch che, al pari del bambino e del giullare, è un suo alter-ego, esprime in musica il suo intimo disagio. L’album è un concept incentrato sulla vita vissuta con poca fiducia in sé stesso e molti dubbi, di uno scrittore in crisi di ispirazione. Per compensare la sua depressione si dedica all’alcool, come nel più scontato dei cliché. Si vede come una figura poetica, un po’ romantica, un po’ maledetta. Tutto questo si riflette nel lavoro che Wilkinson esegue per l’artwork del full-length, intitolato “Clutching at Straws”:
Le persone riconoscibili in prima di copertina, da sinistra a destra al bancone:
Robert Burns, morto a 37 anni per avvelenamento da alcool;
Dylan Thomas, morto a 39 anni, per avvelenamento da alcool;
Truman Capote, morto a 59 anni, per un cocktail di alcol e droghe;
Lenny Bruce, morto di overdose di eroina a 40 anni.
Sul retro da sinistra a destra:
John Lennon, ucciso a 40 anni in un attentato, ex dipendente da droghe ed alcool
James Dean, morto a 24 anni in un incidente d’auto, dipendente da alcool;
Jack Kerouac, morto a 48 per avvelenamento da alcool.

Davanti a tutti nel front, l’unico colorato in maniera brillante, Torch. Dalla tasca sinistra dei jeans che indossa possiamo vedere pendere il copricapo con campanelli del giullare. Il volto è dipinto dei colori dell’abbigliamento di Jester. Se avevamo dei dubbi sull’identità di Torch, li abbiamo fugati. É Jester invecchiato, stanco, probabilmente disilluso e senza stimoli. Un’anticipazione dell’abbandono di Fish, che ha definito il disco un elogio funebre scritto da sé stesso (più o meno).

Nel retro della cover, appeso alla parete di fondo dietro il biliardo, un calendario con l’immagine del primo singolo, “Market Square Heroes”. Tutto comincia e tutto finisce lì, il ciclo Fish si chiude. Il primo singolo estratto dalla release ha il profetico titolo “Incommunicado”: la scena vede una fila di persone fuori dal leggendario Marquee Club, probabilmente in attesa di entrare per assistere ad un concerto. All’inizio della fila un angelo, l’unico che guarda verso chi osserva l’immagine, completamente isolato dal resto delle persone.
Rende l’idea del concetto espresso nel termine spagnolo, “impossibilità di comunicare”, probabilmente riferito alle distanze che si possono interporre tra artisti e pubblico o semplicemente, pensando alla sua situazione, fra gli artisti stessi, che non permettono lo scambio di idee, distruggendo i rapporti.

Secondo singolo estratto: “Sugar Mice”
È uno dei momenti di sconforto di Torch/Fish, con il solito tentativo di ovattare la depressione attraverso l’abuso di alcool e sostanze stupefacenti, qui rappresentate dai “topolini di zucchero”. L’ultimo singolo di questo album si intitola “Warm Wet Circles”.
“Warm Wet Circles” si riferisce ai cerchi che compiono col dito sul bicchiere le persone ubriache. Illudendosi di avere un futuro che li realizzi, pur continuando a condurre una vita disordinata, si ritrovano nei piccoli pub dei piccoli centri urbani, raccontando a sé stessi ed agli altri sempre la stessa storia. L’immagine di copertina coglie semplicemente alcuni frammenti del testo per congelarli in immagini.

…to be continued…
Fabio Vannucci