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Dopo la prima cover di “Speak and Spell, che non ebbe entusiasmato Gahan e soci, Griffin scatta la foto per “A Broken Frame, trovando il linguaggio immaginifico giusto per i Depeche Mode. L’impatto fu infatti travolgente. «La Monalisa delle copertine degli album dei Depeche Mode, il Santo Graal, la migliore cover che abbiamo mai fatto», si autocelebra così l’artista in una delle interviste con George Vaughn. E non ha torto: il Life Magazine utilizzerà questo scatto immagine come copertina della sua edizione sulle migliori fotografie della decade 1980-1990.
Si tratta di uno scatto in analogico ritagliato, dall’aspetto tridimensionale, che rappresenta una signora in un campo di grano situato a Nord-Est di Londra, vicino a Cambridgeshire. La modella era una ballerina di una età attorno ai 50 anni.
Il paesaggio rievoca una terra piatta come il Texas. Come ispirazione Griffin cita da un lato il pittore francese, Jean-François Millet (1814-1875) considerato uno dei maggiori esponenti del Realismo, e, dall’altro il Realismo Sociale degli Anni’20 in Russia e Anni’30 in Germania. Il team era composto solo da una stilista, un assistente, la modella e il fotografo.
La drammaticità del cielo nuvoloso che si apre, la profondità di campo e la brillantezza del paesaggio umido conferiscono alla fotografia un impatto cromatico e una vividezza mozzafiato. Questa impressione viene poi incentivata da una combinazione triade di colori primari, ovvero i tre colori equidistanti sul Cerchio Cromatico di Johannes Itten: giallo, blu (cyan) e rosso magenta.
L’idea di fotografare una donna in un campo di grano è nata da un membro del gruppo. Per il resto si è lasciata totale libertà artistica al fotografo. Griffin è un maestro nel mescolare la luce del flash con quella naturale. Scattava con una fotocamera Hasselblad medioformato 6×6 con un dorso Polaroid per controllare l’equilibrio dell’illuminazione, ovvero il risultato. Come spiega l’artista, a causa della giornata pesantemente uggiosa, si temeva di dover annullare lo shooting ma poi, inaspettatamente, il cielo si aprì. Si sviluppò di conseguenza una sessione fotografica veloce, di appena 30-45 minuti, per cogliere l’attimo.

Kate Bush, fortemente impressionata dalla copertina di “A Broken Frame” chiederà a Griffin di proporsi come modella per degli scatti simili.
Dopo il successo della copertina di “A Broken Frame” i Depeche Mode ingaggiano Griffin anche per il disco seguente…Anche “Construction Time Again” (1983) nasce da un input del gruppo. A un componente della line-up venne l’idea di un uomo in montagna che colpisce qualcosa. In seguito si sviluppò il progetto sulla base di questa proiezione. Visto che i Depeche Mode stavano diventando sempre più famosi, si aveva a disposizione un budget sufficiente per viaggiare in Svizzera e ambientare la scena sulle Alpi davanti al Cervino.
Come in “A Broken Frame il lavoratore viene messo in una posa eroica, ieratica, e tiene in mano una grossa mazza, evocando nuovamente il tema del Realismo Socialista Russo. Come spiega Griffin si trattava di creare immagini dinamiche, con uno sguardo glorioso. Come modello è stato scelto il fratello dell’assistente Steward Graeham: un soldato della marina inglese, atletico, muscoloso e all’apparenza impavido.

Le luci sul soggetto provengono da diverse angolazioni e con differenti temperature di colore. Dal fianco è luce flash classica attorno ai 5500 Kelvin e simile alla temperatura/colore della luce naturale diurna, mentre la controluce calda da dietro (sulla schiena del soggetto), è generata con una gelatina filtrante arancione. La controluce è una tecnica per staccare il soggetto dal fondo. In questo caso aiuta a creare una composizione iconica. Al contempo le parti del soggetto illuminato di arancione e il cielo naturalmente azzurro sono in contrasto complementare, un accordo cromatico potente e drammatico.

Come spiega Griffin in questa epoca tutte le fotografie per l’industria discografica vennero scattate con una pellicola diapositiva. In genere si usava la Ektachrome 64 (luce diurna) o la Ektacrome 50 per gli interni. Griffin ha usato un teleobiettivo leggero di 150 mm impostando una massima chiusura del diaframma (f 16). Una scelta stilistica e tecnica che avvicina gli oggetti in scena quasi senza perdita di profondità di campo. Questa scelta lo contraddistingue artisticamente.In “Some Great Reward” vediamo che il tema del lavoro e della musica elettronica viene ripreso da un punto di vista diverso, ovvero architettonico. L’idea di base, ovvero mettere in posa una coppia di sposi davanti a una fabbrica proviene sempre dall’intuizione artistica della band. Griffin approfitta di questa ispirazione per creare immagini fortemente personali. Infatti l’areale messa in scena era una complesso industriale dove lui stesso aveva lavorato da giovane per aiutare la sua famiglia in gravi difficoltà economiche.

La fotografia è stata scattata di notte. Le luci a incandescenza (tungsteno) sotto la piattaforma sono state portate e installate sul set per dare maggiore pathos all’immagine e la coppia di sposi è stata illuminata frontalmente e in controluce. Non ci sono accordi cromatici di rilievo, tutta la composizione gioca con azzurro spento, il nero della notte e il bianco del vestito di nozze.
Tutte e tre gli artwork hanno il comune denominatore di rappresentare una grande metafora: si cerca di evocare visivamente la musica dei Depeche Mode: dura, industriale, rurale, massiccia ma contemporaneamente dolce e piena di umanità, vicina alla classe sociale non borghese ma alle persone lavoratrici e di umili origini.
Rispetto alla lunga collaborazione artistica tra Griffin e i Depeche Mode, il fotografo mette in chiaro che Construction Time Again sarà per sempre la sua copertina preferita.
Fabian von Unwerth

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