Casa editrice: Autoprodotto
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“Le Strade dei Pellegrini” è il secondo capitolo del ciclo medievale incentrato sulla Prima Crociata (“La Colomba e i Leoni”). Il testo della quarta situa le vicende nell’Anno Domini 1104. Il bellissimo schiavo Jamil la Colomba è ormai in rotta con Ghassan, signore di Taroudannt nel Marocco, un misto di tenebra, luce e segreti inconfessabili. Dopo l’ennesimo scontro il ragazzo decide di fuggire attraverso l’impero almoravide. La sua magnifica avventura si svolge tra deserti e oasi, tempeste di sabbia e piene inattese, rovine di antiche città, leoni affamati e soldati inseguitori. Con l’aiuto di un enigmatico giovane, il ragazzo passa lo stretto di Gibilterra, percorre l’Andalusia musulmana e raggiunge i territori dei Franchi. Arriva così a una fortezza sui Pirenei, Montségur, dove è accampata una compagnia di cavalieri cristiani. Tra loro c’è il conte fiammingo Geoffroy de Saint-Omer. Spetta però al ragazzo dissolvere le nebbie che si addensano sulla sua infanzia di bambino rapito. Riuscirà nella difficile impresa di riconoscere in Geoffroy il suo vero padre? “Le Strade dei Pellegrini” si pone in bilico tra sogno e realtà, passato e presente, mondo terreno e regno celeste: è il viaggio dell’esistenza, dove si dipanano molteplici itinerari geografici e spirituali. Esso sfocia per tutti i suoi protagonisti nell’ultimo enigmatico percorso, e si chiude con il colpo di scena finale.
Anche in questo caso si è voluto procedere a una revisione dei contenuti, e offrire una copertina molto differente per distaccarsi dall’edizione precedente. Il criterio è stato quello di lavorare su una fotografia altamente suggestiva, come ne “La Terra del Tramonto”. Qui per la verità i protagonisti sono due: il giovane cavaliere con il capo abbassato e la spada in pugno, e la colomba che, ad ali spiegate, sembra sorgere dal suo petto. Il cavaliere esemplifica la compagnia dei guerrieri in viaggio lungo la Via Francigena, mentre l’uccello richiama naturalmente la colomba del ciclo. Dato che l’immagine di agenzia aveva sfondo molto scuro e cupo, e sembrava quasi in bianco e nero, l’autore della copertina Fabio Gialain ha inserito alle spalle dell’uomo un sole che sorge dalle nuvole. Dal sole promana una luce brillante che illumina parte del viso dell’uomo e si rifrange soprattutto sul pomolo della spada (il tutto appositamente schiarito). Questi elementi testimoniano il cammino spirituale dei protagonisti nel romanzo. Sul retro della copertina, si è voluto inserire una foto dell’abbazia di san Michele in val di Chiusa, luogo sacro che si trova sulla via dei pellegrinaggi e dedicato all’arcangelo guerriero, con uno sfondo di nuvole in movimento che costituiscono un’ideale continuità con il cielo alle spalle dello stesso cavaliere.
Cristina M. Cavaliere
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