Anno d’uscita: 1993
Sito web: http://romeosdaughter.co.uk/

Mi trovo oggi ad ascoltare un album dei Romeo’s Daughter, un gruppo rock AOR, contemporaneo britannico. La loro formazione di questo disco comprende Leigh Matty, Craig Joiner, Tony Mitman, Mark Goldsworthy e Andy Wells. Il titolo? “Delectable”, ed è il loro secondo lavoro pubblicato nel 1993 dalla Music for Nations.

L’artwork è realizzato dal fotografo Peter Mountain, il quale ha ricevuto nel 2014 il premio Excellence in Unit Still Photography e tra i suoi numerosi film per cui ha dato il suo contributo troviamo “Harry Potter e la pietra filosofale”, “Harry Potter e la camera dei segreti”, “28 giorni dopo”, “Mamma Mia!”, e numerose pellicole con Johnny Depp.

In questa foto, oltre che “deliziarci” come se fosse un invito a cena da parte della band stessa, troviamo un sacco di elementi alla quale non ci si può che soffermare per capire meglio il suo significato. L’artista sembra proprio essersi basato su ciò che è stato nella storia, tra credenze popolari e aggiunta di elementi che diventano cristiani, allegati ad importanti dipinti storici. Sembra proprio una tavola imbandita di altri tempi in stile “L’ultima cena” di Leonardo Da Vinci, con l’intenzione di voler fare un importante salto temporaneo e voler quasi realizzare un dipinto.
Ma andiamo con ordine, vestiamoci di abiti antichi, facciamoci guidare dalla luca calda delle candele, sediamoci alla loro tavola imbandita e analizziamo ogni oggetto che la line-up tiene in mano. A sinistra ci colpisce subito la presenza di una clessidra: simbolo che simboleggia da sempre il tempo che passa; in questo caso la sabbia è ancora praticamente tutta sul vano superiore, i granelli stanno solo ora cominciando a cadere.

I secondi quindi sono appena cominciati, il tempo per poter ascoltare le canzoni di questo cd e quello per apprendere poi il resto degli altri simboli; ma il significato è anche il dare la giusta attenzione nel non sprecarlo, di usarlo nel migliore dei modi. Non vi è nessun dubbio sul fatto che il tempo non abbia empatia per nessuno, tutti ahimè si sentono pressati dallo scorrere delle ore ma, in questo caso, chi guarda la clessidra seduto al tavolo, non ne è per niente spaventato, anzi sembra quasi incuriosito.

Ci spostiamo a destra ed ecco tre candele accese che danno anche il punto luce preciso di tutta la scena, pronte a scaldare l’atmosfera dando colori caldi ma anche molto contrastati. Candele che richiamano il periodo antico, quasi medioevale; in questo caso ne sono presenti tre su di un candelabro: proprio il numero perfetto! Ha un significato simbolico di protezione e salvezza da tutte le forze oscure, rappresenta simbolicamente (e magicamente) la vita di un essere umano.

Abbiamo poi quasi al centro della tavolata, la frutta, natura morta per eccellenza nel campo pittorico: uva nera, uva bianca e pera. L’uva, come ben sappiamo, è attribuita a Bacco, il Dio del vino, e dalle sei seguaci, ovvero le Menadi. Ma rimanda anche alla Passione di Gesù nel momento dell’Ultima Cena.
Esplicito riferimento eucaristico lo troviamo anche nell’immagine del grande grappolo d’uva nera trasportato su una trave di legno, dove viene evocata la croce di Gesù nel dipinto di Nicolas Poussin.
Si può aggiungere anche il quadro di van Dyck: “Tavolo apparecchiato con formaggio e frutta”.
Comunque sia l’uva è un simbolo di rinascita, di rivincita sulla morte perché, con la sua abbondanza, questo frutto metaforicamente parlando riporta la vita là dove sembra non essercene più. In questo caso c’è, a dirla tutta, un contrasto tra bianco e nero, tra pace e distruzione, tra amore ed odio, che si trovano sullo stesso tavolo, come spesso succede proprio nella vita reale. Accade di sentirci prigionieri dei nostri stessi pensieri che vanno in contrasto tra di loro e non sappiamo da che parte stare. E poi c’è la pera, fuori dal cestino, frutto antichissimo, associata ad un simbolo positivo per via del suo sapore davvero molto dolce. Può collegarsi però anche all’immagine del ventre femminile, proprio per la sua forma allargata verso il basso. Usata spesso anche come emblema ricorrente nelle immagini della Vergine Maria, (vediamo come esempio “La Vergine della pera”, dipinto di Albrecht Dürer). Tale significato sembra derivare dall’interpretazione dei Salmi che invita proprio a “gustare” la bontà del Signore.
Come ultimo elemento sulla destra troviamo invece un mappamondo in stile proprio antico, quasi fantasy, che esprime l’intento di viaggiare e di conoscere usi e costumi di altri popoli. La cantante Leigh Matty invece tiene in mano una mela rossa, dello stesso colore dello smalto che ha sulle unghie, simbolo del peccato e della vanità, elemento associativo alla caduta dell’uomo, alla tentazione ma anche alla redenzione. Un esempio di mela dipinta da grandi artisti lo possiamo trovare in “Tentazione di Adamo ed Eva”, del famoso Tintoretto. E non credo sia il caso che la mela si trovi proprio in mano alla leader del gruppo, una donna che appare molto forte e sicura di sé.
Ci riportano indietro nel tempo anche i colori caldi contrastati con del nero molto saturo (ricordiamo che la luce è data solo dalla fiamma di tre candele) e il telo usato sia per lo sfondo della band, sia sul tavolo come tovaglia, che sembra quasi essere juta. Non ci resta che calarci in questi antichi e religiosi momenti ed ascoltarci “Delectable”, che fu destinato a passare inosservato di fronte alla situazione musicale dell’epoca, il tutto nonostante un potenziale commerciale enorme. Secondo me è stato un vero crimine sotterrare questo full-length, ma come d’altronde è successo a molti altri meritevoli capolavori, usciti proprio nello stesso periodo.
Antonella “Aeglos” Astori