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È arrivato il momento, a questo punto, di discutere l’immagine per l’LP. Come ormai di consueto, Wilkinson si incontra con Fish per definire i contorni del lavoro. I due instaurano un’ottima sintonia a collaborare insieme, si capiscono a vicenda. La loro sinergia la possiamo apprezzare più tardi nelle copertine di Fish come solista. Una volta che il cantante abbandona il gruppo, Wilkinson sceglie di seguirlo, grazie ad un legame che va oltre i meri impegni lavorativi. L’album si intitolerà “Script For A Jester’s Tear”. L’idea di Fish è di collocare Jester in un ambiente domestico piuttosto depresso, in cui disordine e sporcizia pervadono tutte le superfici. Il protagonista sta cercando di comporre musica con l’ausilio di un violino, ma le note non gli escono e la tristezza gli riempie gli occhi di lacrime.
Osservando per intero la figura, dalla copertina interna, troveremmo un sacco di riferimenti musicali e personali di Wilkinson. Va annotato uno strano uso della prospettiva, incoerente con le dimensioni degli elementi che compongono la scena in relazione alla loro posizione in profondità. Probabilmente Wilkinson ha fatto una scelta che potesse enfatizzare ciò che voleva si notasse prima.
A terra, vicino ai piedi, dalla bottiglia con il nome Jo (il suo responsabile) alla lattina col nome Mark. Sempre a terra gli LP “A Saucerful of Secrets” dei Pink Floyd e “Do You Dream in Colours” di Bill Nelson, oltre a “Market Square Heroes” e “He Knows, You Know” di loro produzione. Riviste e quotidiani sparsi sul letto, “Kerrang!” e “The Daily Mirror”. Dentro all’armadio una maschera che ricorda quella di cui si è già liberato, mentre nella custodia del violino vi è un foglio su cui sono appuntati stralci del testo nientemeno che di “Yesterday” di Lennon.

Sopra il camino un ritratto di donna, che vorrebbe richiamarsi al celebre dipinto “The Bridesmaid” di Sir John Millais, importante artista di scuola preraffaellita vittoriana, dove la damigella rappresentata è Ophelia, citata nel brano “Chelsea Monday”.
A lato del camino osserviamo i poster dei singoli pubblicati sino a quel momento dai Marillion. Un camaleonte fa capolino dallo schienale della sedia. Insieme al giullare, diverrà uno dei loro simboli. L’ultimo sforzo da compiere ora per l’album è la realizzazione della cover del nuovo singolo “Garden Party”.
Jester si mostra vestito di tutto punto, nelle mani un cetriolo ed un coltello, lo sguardo beffardo di chi ti giudica con sarcasmo. Un altro riferimento di Fish alla sua vita privata. È fidanzato con una ragazza con cui si trova bene fino a che lei si trasferisce in un college femminile di Cambridge e cambia radicalmente il suo atteggiamento, indossando l’uniforme di persona della upper-class, con la puzza sotto il naso. Nel frattempo nei festini tra studenti succedeva di tutto, in tema di sesso. Fish annota l’ipocrisia che c’è dietro a tutto questo e la traduce, per mezzo di Wilkinson, nella grafica che abbiamo visto.

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Fabio Vannucci

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