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“Il fuoco di Prometeo” è il secondo capitolo del ciclo incentrato sulla rivoluzione francese (“Il tempo dell’acqua e del fuoco”), inaugurato con I Serpenti e la Fenice. Il testo della quarta rivela che ci troviamo a Parigi nel 1790, e che la rivoluzione è in marcia. Alla vigilia delle nozze di Camille, Maximilien Robespierre incontra la futura sposa dell’amico e vorrebbe impedire il matrimonio. Ma accade l’impensabile e i sentimenti dell’Incorruttibile cambiano in maniera radicale. Si scatena dunque tra i due uomini una lotta feroce, riflesso della violenza crescente di una Francia sconvolta dalla rivoluzione. Tra insurrezioni di popolo, rivolte interne, guerre contro le potenze europee, i maggiori leader politici – Robespierre, Danton, Marat, Saint-Just – cercano disperatamente di arginare il caos ed evitare che la nazione sprofondi nella guerra civile. Tuttavia, nel groviglio avvelenato delle loro esistenze, gli enigmi del passato continuano a ripresentarsi, e pretendono a gran voce di essere risolti. Perché Robespierre continua a sognare un cavaliere templare di nome Jacques? Emerge così un’incredibile “storia altra”, dove nessuno è come appare e dove la verità andrà oltre ogni possibile immaginazione.

La copertina de “Il fuoco di Prometeo” è stata curata ancora una volta da Fabio Gialain, e impostata in modo da creare continuità con il libro precedente dove la protagonista è Lucile Duplessis. Stavolta vi campeggia il ritratto a olio dell’avvocato e giornalista Camille Desmoulins, l’enfant prodige della rivoluzione nonché amico fraterno di Maximilien Robespierre e suo compagno di Collegio, e fidanzato di Lucile. È un ritratto del 1790 che si trova nel Musée des Beaux-Arts di Chartres in Francia, e fu eseguito da una pittrice di nome Fanny Boze; a detta di molte testimonianze, è il più fedele al modello in carne e ossa. Il viso è un misto di fattezze maschili e femminili, i capelli scuri sono scompigliati, e lo sguardo enigmatico esprime malinconia e insieme spietatezza. Nell’originale anche questo ritratto è posto su uno sfondo piatto, ma è stato scontornato dal grafico per inserire il fondale con l’assalto al palazzo delle Tuileries del 10 agosto 1792, ovvero il rovesciamento della monarchia e l’instaurazione della repubblica. Questo vero e proprio colpo di stato si concluse con il massacro del corpo di guardia svizzera che aveva il compito di difendere l’edificio. La tela a olio mostra cadaveri a terra, soldati feriti, sangue, incendi e fumo. L’evento viene narrato all’interno del romanzo, e costituisce il momento più drammatico. Tale scena di sfondo si sviluppa anche sul dorso e sulla quarta di copertina. Nel titolo Il Fuoco di Prometeo una lettera “si anima”: è la F che arde nel fuoco della parola, della conquista della libertà e dei diritti, ma anche nelle passioni amorose, brucianti e insieme distruttive, che si scatenano nel romanzo. I toni cupi della copertina virano sul marrone e si accendono qua e là nel calore del fuoco acceso e anche del sangue versato.

Cristina M. Cavaliere
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