Anno d’uscita: 1931
Regia: William Augustus Wellman
Se “Piccolo Cesare” aveva al centro della vicenda, e in locandina, un triangolo (uomo d’armi, uomo innamorato e donna), “Nemico Pubblico” del 1931 ha solo due protagonisti. Come possiamo ammirare sul poster della pellicola, in primo piano ci sono solo un uomo e una donna.
L’uomo ha le sopracciglia aggrottate, e lancia uno sguardo di sfida a chi gli sta davanti. Abbiamo a che fare con un duro. Se i protagonisti dell’opera di Mervyn LeRoy avevano preso strade diverse, con uno che sceglieva le pistole e l’altro l’amore per una donna, qui il protagonista se le prende entrambe. Non è armato l’uomo ritratto, anzi, indossa un elegante smoking ed è pettinato secondo la moda dell’epoca. Lo sguardo di sfida e il titolo impresso sotto di lui non ci lasciano dubbi sulla pericolosità del soggetto.
Il nemico pubblico che dà il titolo al film di Wellman è sicuramente l’uomo in affiche. È il fascino perverso del male in persona. Un mix di violenza (lo sguardo) e di potere (gli abiti), che pur facendo paura ammalia le donne. Il criminale diventato maschio alfa si presenta stringendo a sé la sua bella, che è ritratta mentre appoggia la mano sinistra sul petto del suo uomo, oggetto del suo desiderio e con cui si sente sicura.
“Nemico Pubblico” perfeziona il lavoro sul cinema gansteristico iniziato l’anno prima con “Piccolo Cesare” e porta sullo schermo un’amara verità: i delinquenti più potenti, e quindi più violenti e pericolosi, emanano fascino. A subire questo fascino in primis sono le donne. E che donne!
La ragazza nel manifesto guarda nella stessa direzione del suo compagno, appoggiandosi a esso. Sa che il criminale con cui sta le dà protezione, ricchezza e invidia. Il suo look verrà copiato da tante altre, che la vedranno come modello, come privilegiata, come la “donna del boss”. I due attori che danno anima e corpo a questi personaggi sono due stelle destinate a emergere e a caratterizzare il decennio. Si tratta di James Cagney e Jean Harlow.
I loro nomi sono impressi sotto il titolo a caratteri non troppo vistosi: sarà “Nemico Pubblico” a renderli sue star. Cagney negli Anni Trenta sarà l’attore perfetto per i ruoli da criminale e da duro. La sua mimica facciale lo porterà negli anni della maturità anche a ruoli da buono e perfino alla commedia.
La Harlow sarà da lì in poi il sex symbol del decennio, la bionda di platino, capace di passare dai ruoli drammatici da “donna del boss” a quelli di fidanzatina acqua e sapone.
La sua misteriosa morte datata 1937 la consacra a ruolo di donna del decennio. In tanti film successivi, ambientati negli Anni Trenta, le protagoniste verranno agghindate come la Harlow. La bionda di platino degli anni trenta sarà l’attrice a cui Marylin Monroe guarderà come modello.
Il maschio violento e ambizioso, ma al tempo stesso innamorato, sarà il protagonista di decine di pellicole, il cui capostipite è “Nemico Pubblico”. Sotto il primo piano dei due protagonisti, inquadrati in un occhio di bue, si vedono dei signori in abito da sera festanti. Ci sono alcuni indumenti tipici dell’epoca: i cappelli neri a cilindro per i signori e i boa di struzzo per le signore. A questi due si aggiungono i guanti bianchi da signora, che la Harlow indossa.
Sono i protagonisti delle contraddizioni di quell’epoca. Il proibizionismo non regge la ribellione di tanti cittadini americani che vogliono uscire a bere e a fare la bella vita. La borghesia cittadina vuole scrollarsi di dosso il dramma della crisi economica del 1929 e tornare a ballare e divertirsi come nel decennio precedente. A garantire le feste e l’alcol sono i gangster, che si portano dietro la loro scia di sangue.
La locandina riporta anche i nomi dei due attori comprimari e del regista. Il suo nome, William A. Wellman, ai più non dirà molto, ma è uno dei professionisti che resero grande Hollywood tra gli Anni Trenta e Quaranta. Wellman è stato un ottimo regista, che ha diretto sullo schermo opere che hanno fatto la storia del cinema come “È nata una stella” e “Alba fatale”. Anche se il suo nome non dominerà sulle locandine di queste opere, è giusto darne il doveroso tributo. Decine di film successivi sono debitori della sua opera.
Leonardo Marzorati