Bela Lugosi: vita e morte (o non-morte?) diventate leggenda. Rimarrà per sempre il vampiro più famoso ed iconico del grande schermo. L’attore ungherese il cui vero nome era Béla Ferenc Dezső Blaskó nasceva a Lugoj (città nativa da cui deriva il suo pseudonimo) il 20 ottobre 1882.

La sua prima apparizione nei panni del conte Dracula risale all’anno 1927 nell’adattamento teatrale del famoso omonimo romanzo di Bram Stoker; punto di partenza di altre numerose collaborazioni artistiche in film horror dei generis. Persino da morto Bela lascerà il sopravvento al suo alter-ego vampiro, tanto da essere seppellito con indosso il mantello e i suoi vestiti di scena. Sicuramente una delle curiosità più goth della storia del cinema.
L’importanza dell’attore Bela Lugosi, come del resto l’horror al cinema della prima metà del ‘900, risulta essere abbastanza evidente per il post-punk di matrice gothic, già dagli albori. Se prendiamo come data di inizio dell’era “dopo punk” il 1978, in accordo col critico musicale Simon Reynolds, con il primo lavoro dei Public Image Ltd., notiamo come, il medesimo anno, già i Misfits – quindi siamo ancora in un discorso puramente punk – iniziavano a condire le loro canzoni e la loro estetica con temi horror.
La band di Glenn Danzig potrebbe quindi annoverarsi come il capo-guida dell’horror punk e, come prevedibile, del successivo (con solo un anno di anticipo) gothic rock dei Bauhaus. Ma tutto questo, come molte “trovate” punk e post-punk, in cui è anche doverosa la citazione dello stile vampiresco di Dave Vanian dei Damned – ispirata sempre da Lugosi – risale ad almeno un decennio a ritroso, con la band di Hollywood di genere novelty e halloween music conosciuta come Bobby “Boris” Pickett & The Crypt-Kickers, attiva dal 1961.
Probabilmente però, la discesa negli abissi del male iniziò, come detto, dal gothic rock dei Bauhaus ed il loro primo singolo “Bela Lugosi’s Dead / Boys” datato 6 agosto 1979, con il mitico frame di “The Sorrows of Satan” diretto da D. W. Griffith, in copertina.
Curiosamente però, l’attore ungherese non appare sulla front cover, come del resto sul retro (in quest’ultima solo sulla ristampa), lasciando l’illusione che il vampiro/pipistrello sia il soggetto della canzone…
«Undead, undead, undead…»
Sara “Shifter” Pellucchi & Alberto Massaccesi