Anno d’uscita: 2014
Regia: John Erick Dowdle

“As Above So Below”, in italiano “Necropolis – la città dei morti” è un film del 2014 diretto dal regista John Erick Dowdle. La pellicola più che per la trama in sé, che comunque resta interessante anche se con qualche mancanza nella storia, ha raggiunto un’ampia notorietà tra i cultori del cinema horror grazie alla sua particolare ambientazione; è stato infatti il primo lungometraggio ad essere stato girato interamente all’interno delle catacombe di Parigi. Se soffrite appena di claustrofobia non vi sarà facilissimo vederlo, ricorda molto “The Descent” (link: https://www.artovercovers.com/2017/10/15/the-descent/). Il senso di oppressione e di soffocamento è maggiormente accentuato dalla tecnica found footage, la stessa che molti anni fa fece scalpore e trasformò “The Blair Witch Project” in un vero e proprio fenomeno. Pensate che fegato devono aver avuto gli attori che per davvero hanno dovuto strisciare in cunicoli angusti per 3-4 ore al giorno! Ecco, sicuramente sul vostro divano potrete tirare dei grandi respiri.
Se volete provare però per davvero l’ebrezza di camminare tra vere e proprie opere d’arte costruite con femori e crani, le catacombe sono visitabili andando a questo sito: https://www.catacombes.paris.fr/le-catacombe-di-parigi.
Ma cosa può avere spinto questa troupe di archeologi Catafili ad addentrarsi in un ambiente così inospitale? Facile, la ricerca dell’oggetto più desiderato di sempre: la pietra filosofale, capace di trasformare il metallo in oro e donare la vita eterna.

Questo viaggio nel Regno dei Morti si rivelerà fatale e pericoloso, trascinando i ragazzi in un luogo in cui si dovranno scontrare con le proprie paure primordiali, subendo una redenzione a dir poco infernale tra oscure presenze e insolite apparizioni.
Per risalire verso la superficie bisognerà andare sempre più in profondità. È proprio questo il filo conduttore della storia: la ciclicità ermetica, l’etere filosofico, la quintessenza che regola l’inizio e la fine dell’esistenza che sfocia in una eterna dannazione o nella salvezza.

Nel film si trova anche il sigillo di Salomone, più comunemente conosciuto come la stella di Davide in cui i due triangoli intrecciati simboleggiano nell’uomo la parte spirituale e l’altra istintiva.
Il senso del titolo è ben rappresentato dalla locandina che raffigura due statue: una della morte e l’altra di un angelo. Entrambe le raffigurazioni sono opposte e, in senso religioso cristiano sono poste al contrario. La morte senza risurrezione sopra, la vita eterna e serena sotto. Ma se per uscire ed arrivare alla salvezza è necessario scendere, allora è chiaro che il peccato e il male si trovano al nostro stesso livello.
La scultura che simboleggia l’angelo della morte è bendata, cieca, perché non fa sconti a nessuno, si è tutti uguali di fronte ad essa. Stringe nella mano la falce fienaia, strumento dell’eguagliatrice inesorabile, taglia tutto ciò che vive. La mimica, la postura e l’abbigliamento di questa statua sono molto simili a quella che si erge sulla tomba di Lord Voldemort.
Realmente esistente invece è la statua posta sotto, quella che raffigura un angelo. La sua ubicazione è il ponte Sant’Angelo a Roma che collega Castel Sant’Angelo al lungo Tevere vaticano. La scultura è l’ottava dei dieci angeli raffigurati che portano gli strumenti della passione di Cristo:
Angelo con la colonna;
Angelo con i flagello;
Angelo con la corona di spine;
Angelo con il sudario o Angelo con il Volto Santo;
Angelo con la veste e i dadi;
Angelo con i chiodi;
Angelo con la croce;
Angelo con il cartiglio;
Angelo con la spugna;
Angelo con la lancia.

La statua rappresentata nel poster porta la croce ed è posta al fianco dell’angelo che tiene la scritta “INRI”. Sotto vi è incisa una frase presa dall’Antico Testamento che recita: «Cuius principatus super humerum eius» («Regnava Dio appeso al legno della croce»). L’opera, come tutte le altre che sono state realizzate dagli allievi del Bernini porta la firma dello scultore Ercole Ferrata.
Oltre all’affiche di “Necropolis” esistono altre locandine speculari per lo stesso concetto di dualismo che si divide in salvezza e dannazione, come le due Madonne del film “Il sacro male” di Evan Spiliotopoulos, la strana statua metà angelo metà demone della pellicola diretta da Ron Howard “Angeli e demoni”; in occasione della sua uscita nelle sale era stata costruita una scultura temporanea in piazza del Popolo a Roma.
Anche un disco uscito di recente recita nell’immagine lo stesso intento del nostro manifesto preso in analisi, mi riferisco a “Of Kingdom and Crown” dei Machine Head.
«Come in alto, così in basso. Ciò che è dentro di me, è al di fuori di me. Come in cielo, così in terra. Come sono io, così sono le mie cellule, così sono i miei atomi, così è Dio. Il mondo è come credo che sia.»
Sara “Shifter” Pellucchi