Anno d’uscita: 2011
Regia: Tate Taylor
Prima di parlarvi della locandina di “The Help”, il film di cui voglio recensire l’immagine, devo assolutamente fare una premessa per farvi capire meglio la foto. Vi siete mai chiesti come vivesse una donna di colore negli Anni’60?
Di certo non è stata una vita facile, nossignore, a quei tempi il massimo che ci si poteva permettere era fare la donna delle pulizie nelle case dei bianchi ed essere comandate da donne bianche tutto il santo giorno. A qualcuna capitava di essere trattata bene, ma a qualcuna invece toccava l’umiliazione.
Nell’immediato dopoguerra uno dei problemi più eclatanti negli Stati Uniti è proprio quello della segregazione razziale nei confronti degli afroamericani. In ogni attività quotidiana della società civile bianchi e neri erano divisi: si mangiava in ristoranti separati, si comperava in supermercati e negozi diversi e le scuole erano ben distinte. Esseri umani che, per la diversità del colore della pelle, non potevano stare insieme o, se capitava di trovarsi in uno stesso luogo, i neri dovevano comunque essere riverenti, portare il massimo rispetto ai bianchi e seguire le loro regole.
Il razzismo era già comunque presente dal 1955; un fatto da ricordare fu ad esempio quando la signora Rosa Parks di Montgomery (Alabama), si rifiutò di cedere il posto da lei occupato, su un autobus extraurbano, ad un uomo bianco.
La donna venne subito arrestata e accusata di aver violato una delle ordinanze della città. In risposta a tale evento, un allora sconosciuto Martin Luther King spinse alla ribellione la maggior parte della popolazione di colore.
Inoltre, nell’aprile del ’63, il presidente John Fitzgerald Kennedy chiese al Congresso di emanare leggi che garantissero ai cittadini uguale accesso ai servizi e alle strutture pubbliche e private; questo messaggio a tutta la nazione non ebbe solo un valore storico, ma fu una vera e propria fonte di salvezza verso l’uguaglianza.
Nel film, così come chiaramente nel libro, tuttavia, qualcuno che apprezzava la gente di colore c’era e questo fu dovuto da un fatto storico. Intorno agli Anni’60 l’esigenza di far riconoscere i diritti civili di tutta la popolazione, senza discriminazioni, si fece sempre più sentita. Proprio in questi anni sia i partiti politici che le istituzioni religiose si batterono in favore di tali principi, piano piano cambiò anche l’atteggiamento che i bianchi avevano contro i cittadini di colore. Ecco quindi che aumentò la percentuale di professori universitari, di stimati avvocati e giudici, di artisti e scrittori, di atleti famosi, tutti di colore.
Questo ed altro lo si racconta nel film “The Help”, girato nel 2011 e diretto dal regista Tate Taylor. Il soggetto del lungometraggio è stato tratto dall’omonimo romanzo del 2009, scritto da Kathryn Stockett, tra l’altro amica d’infanzia del regista.
Nella locandina, usata poi anche per la ristampa del libro stesso, vi sono rappresentate le quattro protagoniste. Cominciamo da Aibileen Clark (interpretata da Viola Davis), seguita al suo fianco da Minny Jackson (l’attrice che la impersona è Octavia Spencer). Loro due sono le donne delle pulizie che daranno una mano alla giovane reporter; una ha un carattere dolce ma spesso rimane impaurita, ed è per questo che non riesce a dire ciò che pensa. L’altra, Minny, ha invece un carattere più forte e non sa tenere la bocca chiusa, buone o non buone le cose le deve dire.
Le altre due donne sedute sulla panchina sono invece Eugenia Skeeter Phelan, (interpretata da Emma Stone) determinata e giovane scrittrice che vuole assolutamente cambiare il modo di comportarsi della gente nel rispetto delle persone di colore; la sua tenacia la si può notare dallo sguardo diretto verso di noi che fa evincere coraggio e decisione. Hilly Holbrook, (l’attrice scelta è Bryce Dallas Howard) donna manipolatrice ed arrogante. Infatti lei è quella che gira la testa facendo finta di guardarsi le unghie, come ad intendere che con certa gente non vuole avere niente a che fare.
Tutto nel film, ma anche nel poster, richiama gli Anni‘60, non solo nel modo di acconciarsi i capelli, ma anche nei vestiti, chiaramente più colorati e fatti meglio per le donne bianche.
Per le donne di colore che facevano le donne delle pulizie, invece, un vestito semplice azzurro con colletto bianco, e l’aggiunta di un grembiule bianco sopra.
Lo sfondo dell’affiche è tutto interamente giallo, colore che indica un insieme di sentimenti, tra cui “tradimento” (e visto l‘argomento trattato di tradimenti ne abbiamo quanti ne vogliamo), ed “infedeltà”. Ma è anche gioia, allegria (le due donne della servitù, nonostante non vengano trattate molto bene, non perdono la loro voglia di ridere e di aiutarsi a vicenda), la piena soddisfazione per un successo raggiunto! (E anche qui non si scappa! Guardare per credere!)
E per finire, non dimentichiamoci che può raffigurare lusso e gloria. Insomma, in un solo colore, è stato possibile racchiudere tutto ciò che sia nel libro, sia nel film, è presente.
Nonostante molta gente abbia combattuto per i diritti di uguaglianza, purtroppo, ancora oggi ci sono problemi di razzismo, qualcuno non ha abbattuto la barriera mentale e sono convinta che questa storia, letta o guardata, potrebbe insegnare molto o, per lo meno, farci comunque riflettere.
Antonella “Aeglos” Astori