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“Reinventango”
Anno d’uscita: 2020
La cover è una fotografia scattata con una Mamiya analogica in una galleria d’arte nella zona Congreso-Mayo di Buenos Aires. Si tratta di due immagini sovrapposte con il magazzino della pellicola messo una volta in verticale e poi al secondo scatto girato in orizzontale (doppia esposizione). Il titolo originale è “La Caida”, 2007 (La Caduta). Come spiega Aguiar, la modella assume due pose tendenti al tragico. I colori variano tra verde e rosso in contrasto complementare e giallo, arancione e azzurro. Gli ultimi due sono pure in contrasto complementare, un accordo cromatico percepito dall’essere umano come energico, drammatico e bello al contempo.Max Masri conferma che l’immagine è stata scelta per la sua vicinanza tematica al mondo musicale dell’album che, come già detto, rappresenta un passo verso un approccio nuovo che il gruppo ha intrapreso. In una delle ultime apparizioni a Buenos Aires (aprile 2022) prima del tour europeo e in Canada (giugno-luglio 2022) al rinomato e famoso locale Tango “Salón Canning” infatti, il gruppo più che come una band a sfondo elettronico, si è presentato nella forma di una mini-orchestra con musicisti strepitosi supportati da una base elettronica, ottimamente inserita nella dialettica d’orchestra. Tra i musicisti coinvolti figura anche il pianista italiano Aldo Di Paolo, stabilitosi nella capitale argentina proprio per entrare stabilmente nel gruppo).
«Vedendo questa opera ho sentito che era molto connessa alla musica. Il personaggio principale, sembra annoiato e mezzo addormentato, pare in un certo modo svegliarsi e sta per cadere…mi dà la sensazione come la musica si genera, soprattutto nel Tango, dove la musica tende a essere sempre la stessa, …per me “Reinventango” è un disco molto diverso…» (Max Masri, liberamente tradotto dal castellano).
Non sfugge in questa dichiarazione l’energia innovatrice che la pandemia ha introdotto in molte vite. Tanti artisti, con la loro sensibilità si sono impegnati o sentiti naturalmente in dovere a tradurre questo passaggio sociologico e spirituale dell’umanità superando delle frontiere concettuali e espressive, che prima non sembravano dover essere valicate.
Il titolo originale dell’opera “La Caida” ha pure un nesso con il mondo concettuale di “Reinventango”, un album che Masri definisce inoltre come una “deconstrucción tanguera”, un universo non binario, una reazione all’irruzione pesante della pandemia nelle nostre vite e un omaggio alla vita difficile dei transessuali, obbligati a superare frontiere fisiche, ovvero reinventarsi, per avvicinarsi a essere se stessi. Nell’intervista per il giornale argentino “Pagina 12” citata sopra, Masri rivela infine che il longplay è dedicato a questi ultimi.
L’album è uscito circa un anno dopo “Reinventango” ma come spiega il leader del gruppo, è connesso al suo predecessore. Anche per questa ragione, per dare una continuità visiva, aveva senso utilizzare come copertina un’altra immagine di Arturo Aguiar. E si tratta per di più di un ulteriore disco “pandemico”.
“Tanghetto Plays Piazzolla”
Anno d’uscita: 2021
L’opera scelta è “El eterno retorno de Jan Six como Lulu en el siglo XXI”, del2005 (“L’eterno ritorno di Jan Six come Lulu nel XXI secolo”, liberamente tradotto dal castellano).
Masri precisa: «…il gioco che c’è con il colore e le luci, mi porta a un miscuglio tra un certo “glamour” con una certa decadenza e con… è molto personale, ognuno vive le immagini come pure la musica in forma differente…e per me il Tango ha questi elementi, come i colori, a volte un poco kitch e a volte sofisticato, complicato a livello musicale…sono percezioni molto soggettive, non sono una risposta da manuale (d’arte, N.D.R.)..la stavano dando le circostanze…» (Max Masri, liberamente tradotto dal castellano).
Aguiar rispondendo alle mie domande sul processo creativo riguardo all’opera, precisa che ha usato una “Rolleiflex” (medio formato 6×6) e una pellicola diapositiva Agfa RSXII (100 Asa), processata con il “C41” (sviluppo in cross-process) per trasformarla in negativo.
Si tratta di una singola immagine, illuminata pero in due situazioni di scena diversi per avere più controllo sul rapporto dell’illuminazione tra l’interno e l’esterno: concretamente dapprima con la finestra chiusa e poi con la finestra aperta.
La modella (Lulu Jankilevich, https://www.instagram.com/lulujankilevich/ , un’artista amica di Aguiar) che posa con una pelliccia e veste una gonna elegante e raffinata da ballerina, china il capo verso il basso, assumendo una posizione di riflessione. Con la luce bianca della torcia capace di esprimere varie intensità e diversi tipi di fascio luminoso, l’artista crea l’ambiente e la narrazione poetica impossibile da realizzare con i mezzi fotografici tradizionali.
Come nella fotografia usata per “Reinventango”, una finestra aperta a destra del personaggio ripreso, introduce un secondo piano visivo, mostrando edifici della città di Buenos Aires (Barrio Belgrano) senza rivelare vita nelle strade. Anche questa fotografia vive del forte contrasto chiaroscuro e di una scena esteriore inconsuetamente ben illuminata, ma artificiosamente verdeggiante. Aguiar evoca qui il concetto di “decostruzione fotografica” facendo riferimento al “decostruzionismo o decostruttivismo” del filosofo contemporaneo Jacques Derrida.
Il secondo piano visivo si presenta inoltre molto a fuoco e ben definito a causa della lunga esposizione (metodo “bulb”) combinata con un diaframma della lente molto chiuso (messa a fuoco a infinito). Sono queste le impostazioni tipiche del metodo “light painting”.
Per le sue caratteristiche si tratta di un’immagine adatta a integrarsi nell’immaginario collettivo pandemico anche se come intenzione di base si riferisce al dipinto di Rembrandt “Ritratto di Jan Six”, per la posizione simile del personaggio dipinto. Infine pure qui il titolo originale può essere connesso al titolo dell’album: “l’eterno ritorno” del grande maestro Astor Piazzolla”.
Fabian von Unwerth
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