Anno d’uscita: 2022
Sito web: https://www.facebook.com/soulleakage
«Ora vado dove non ti cerco» Dj Gruff
Ulisse ci mise venti anni nel compiere il suo sogno, ritornare dalla sua amata, ad Itaca. Che poi dieci, se consideriamo il solo viaggio. Ulisse è l’uomo che attraversa qualsivoglia ostacolo per arrivare alla meta. Possiamo noi resistere al tempo per raggiungere il nostro scopo? Avremmo mai cotanta forza, come l’eroe itacese? Sicuro è che spaventa il viaggio, pur bello e luminoso che sia. Col nichilismo che governa le menti contemporanee, forse pochi lo pensano privo di catastrofi, nel suo incedere. Qualcuno cantava, non rammento chi, che “il viaggiatore viaggia solo”. Che corrisponde ad una verità ineluttabile. I sogni sono “ad personam”, non è bene sognare per altri. Un detto arabo recita: “non arrenderti, potresti farlo un secondo prima che accada il miracolo”.
E poi appare, la meta, in quella statua semi sommersa come il Dio Thor in “God of War”; pure in quel videogioco lo scorgi dalla barca.
Nello scrivere, ascolto questo bellissimo lavoro dei Soul Leakage, e mi perdo dietro i ricordi di un altra band, inglese, i Durutti Column. Ritrovo lo stesso girare su se stesso ma, a differenza della formazione di Vini Reilly, scorgo il punto di arrivo, con non poca soddisfazione o senso di compimento.
La statua. Sarà quello il punto di arrivo dell’Ulisse solitario nella copertina di “Syzygy”? Le tre stelle poste sullo stesso asse – da cui fenomeno prende il nome l’album – sono il miracolo che avvera il sogno, o viaggio? Nel dipinto di Valeria Andreis (https://www.valeriandreisart.com/), ideato in collaborazione con la band, i toni in blu, secondo le dichiarazioni del musicista Davide Lucioli, indicherebbero un viaggio sereno, più (aggiungo io) un girovagare in un sogno, pacifico.
Un sogno in un mare infinito e senza riferimenti, fatta eccezione dei tre spilli luminosi, dove cielo e acqua tendono a confondersi, perché «Come sopra, così sotto, come dentro, così fuori, come l’Universo, così l’Anima». Dichiarava l’alchimista Ermete Trismegisto. Ma allora il viaggio é dentro di noi, come del resto la musica che, utilizza l’apparato uditivo “solo” come porta, per entrare nel profondo dell’anima. Vien da pensare quindi che il marinaio non sia un semplice viandante, ma un vero e proprio cercatore di sogni, con un perfetto scopo.
In riferimento alle stelle, Paracelso proclamava «Lo spirito dell’uomo viene dalle stelle, la sua anima dai pianeti, il suo corpo dagli elementi». Ecco, il miracolo, la guida che conduce l’uomo nel suo viaggio, e si palesa, quando possibile, solo con la ferma credenza in esso, senza cedere alla maestosità del mare (o viaggio). I marinai hanno sempre seguito le stelle, ma è la nostra stella, quella interiore, che ci tira fuori dall’ira di Poseidone, come Ulisse, che era un uomo.
La statua di donna, di fattura classica, lascia intravedere un corpo vuoto, come un passaggio o, a questo punto del viaggio, un rassicurante riparo. Un riparo, plausibile considerando che la felicità è l’unica meta che tutti dovremmo raggiungere e che, più o meno consciamente, cerchiamo. Il raggiungimento di uno scopo, come l’evoluzione umana, protegge e, per certi versi – qui la causa del nostro fallimento – incute paura, lasciandoci allo scoperto da noi stessi ma aperti all’universo.
Un lavoro magistrale del duo composto da Francesco Lenzi ed il già citato Davide Lucioli, che perfettamente riescono a sovrapporre la musica all’immagine della cover in un viaggio, non solo sonoro ma interiore, che consiglio di fare.
Il disco è uscito il primo di giugno dell’anno 2022. Non vedo momento perfetto per sfoderare la nostra barca e fare un viaggio in quel grandissimo mare che alberga in ognuno di noi.
Alberto Massaccesi