Anno d’uscita: 1994
Sito web: https://www.facebook.com/THE-RIP-OFFS-30192744450/

Gli Anni Novanta sono stati un decennio di rinascita per il punk, grazie soprattutto alla scena hardcore californiana, che ha visto in prima linea gruppi come Bad Religion, NOFX, Rancid, Lagwagon e Pennywise. A fianco di questi giganti, ha avuto vita breve ma intensa un quartetto che riportò in auge un genere finito in soffitta da tre lustri. Si tratta del punk californiano della stagione ’77-’78, rispolverato e riportato sul palco dai Rip Offs.

La scena punk libertaria, che alla fine degli Anni Settanta aveva ravvivato la città di San Francisco grazie a gruppi come Crime, Weirdos, Avengers e Germs, a metà Anni Novanta rivive una fiammata che sarà incisa sull’unico disco dei Rip Offs: “Got a Record”.

L’album è un capolavoro del punk, che viene ancora oggi preso come caposaldo da decine di gruppi lo-fi. La copertina non è da meno, con i quattro musicisti fermati in una stazione di polizia e messi al muro per le foto segnaletiche. I quattro però non mostrano il loro volto, coperto da dei passamontagna.

È proprio il passamontagna l’elemento chiave dei Rip Offs. Il bassista Greg Lowery, il chitarrista ritmico Jon Von, il chitarrista solista Shane White e il batterista Jason White, si sono sempre esibiti a volto coperto.
Come degli scassinatori, i Rip Offs finiscono per essere arrestati e appaiono nell’artwork come quattro malviventi pronti per essere chiusi in cella. Il loro reato? Probabilmente aver scassinato lo scrigno che contiene la storia del punk, rovistando tra dischi finiti nel dimenticatoio e riportando sulla scena quella musica anarchica che aveva infiammato San Francisco alla fine degli Anni Settanta. In una fase storica in cui il punk si fa più melodico e più radiofonico, con i suoi pro e i suoi contro, questi quattro ragazzi californiani vanno controcorrente e per questo devono finire in gabbia.

Sulla foto segnaletica i quattro ragazzi appaiono spavaldi, quasi sicuri di non dover scontare una pena. Le braccia tatuate ci ricordano che siamo negli Anni Novanta, ma il bianco e nero della foto, tipico di tante copertine punk degli Anni Settanta, ci fa capire che la storia non si cancella. Il passato, se di qualità (e la scena musicale della Golden City del ’77 lo era), va preservato. I Rip Offs fanno proprio questo.

Il Dipartimento di Polizia di San Francisco non può che essere irreprensibile contro questi quattro loschi figuri che, vestiti di nero e con il volto coperto, suonano tra locali e festival alternativi. La vendetta dei Rip Offs viene però messa in atto e immortalata sul retro della copertina. Qui vediamo i quattro musicisti orinare contro la fiancata di un furgone della polizia di San Francisco. Il punk è stato fermato, schedato, ma evidentemente le prove contro erano troppo deboli. Per questo si è dovuto rilasciarlo, seppur a malincuore. Rilasciati dalla polizia, i Rip Offs hanno voluto lasciare un ricordino sulla fiancata di un furgone degli sbirri.

Quella dei Rip Offs è forse una delle prime operazioni revival del punk, sicuramente una delle più significative. Il loro lavoro è stato utile per altri gruppi esplosi nei nineties come i giapponesi Teengenerate e i New Bomb Turks. Oggi sono le nuove leve del lo-fi a preservare la storia del punkdi San Francisco, riprendendo il breve ma intenso lavoro lasciato da un disco come “Got a Record”. Un’opera da incorniciare, musicalmente e visivamente parlando. A perenne omaggio di tutti coloro che, dopo essere stati fermati dalla polizia, hanno desiderato lasciare una pisciata di ricordo su una loro camionetta.
Leonardo Marzorati

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