“Heaven and Hell” – Black Sabbath
Anno d’uscita:
1980
Sito web: https://www.blacksabbath.com/welcome.html

“1984” – Van Halen
Anno d’uscita: 1984
Sito web: http://www.van-halen.com/

Cosa direbbe la gente… ma si può? Degli angeli che fumano, questa poi! Non c’è più religione! State gridando anche voi alla blasfemia o pensate che sia semplicemente una trovata geniale? Probabilmente i bigotti avranno in mente solo la pubblicità della Fiorucci. Ma se mettiamo da parte per un attimo pregiudizi e dogmi, scoprirete qualcosa di molto interessante ed insolito nelle prossime righe di questo articolo. Che poi, non stiamo parlando di band che fanno musica Pop, ma dei Van Halen e dei Black Sabbath!
Partiamo con l’artwork di “Heaven & Hell”, sesto album in studio dei Black Sabbath uscito nel 1980. Se mettiamo a confronto questa immagine con le copertine dei dischi che hanno pubblicato negli anni, noteremo che probabilmente è forse quella più discreta delle altre. La band di Ozzy Osbourne come ben sappiamo ha fatto della provocazione “diavolesca” un po’ il proprio cavallo di battaglia, dissacrando elementi cristiani e invocando mefisti soggetti. In un certo senso, tre angeli che fumano hanno forse più sobrietà di “Sabbath Bloody Sabbath”. Nel live “Cross Purposes” invece l’angelo prende direttamente fuoco. Almeno spegnetele queste sigarette!
I personaggi alati che fumano, se si guarda bene, sono in realtà tre donne che sembra si stiano godendo una pausa con una bella chiacchierata. Questa immagine è un dipinto acrilico su tela dell’artista americano Lynn Curlee, il cui titolo originale è “Smoking Angels” (sito web http://www.curleeart.com/bio.php). L’opera misura 120 x 180 cm e non essendo stata commissionata direttamente dalla band per la cover e quindi predisposta in forma quadrata, dovette essere ritagliata sacrificando una parte dell’ala dell’angelo sulla destra. La stesura dei colori veramente perfetta è stata fatta interamente a mano senza l’utilizzo di aerografi o altri mezzi diversi dai pennelli. Nell’originale la potete osservare nella sua interezza. Il dipinto fa parte del concept “Masque Series” in cui vengono ritratte persone in costume.Questa opera prende ispirazione da uno scatto datato 1928 che ritrae proprio delle ragazze travestite da angeli intente a fare un break nel backstage, durante una recita natalizia che si stava svolgendo nel loro college.

Il soggetto scelto dai Van Halen per l’album “1984” è più simile a un puttino, roseo e rotondo ma con uno sguardo malandrino e furbetto.
Per il disco con la super hit “Jump” il gruppo di Eddie ingaggiò l’artista grafica di Sacramento, Margo Nahas, proponendole una immagine in cui sarebbero state ritratte quattro donne cromate (sì, avete capito bene, nel senso della pittura color acciaio) che ballavano, ma l’idea non entrò in sintonia con la fantasia della donna, che era più propensa al soggetto che vediamo ritratto.
Venne ingaggiato il bel bimbo biondo per una foto, il cui nome è Carter Helm, figlio di una coppia molto amica di Margo. La posa di Carter che si finge fumatore professionista venne scattata proprio al momento giusto e rielaborata dalla stessa artista. A chi non piaceva da piccoli atteggiarsi da adulti con delle caramelle a forma di sigaretta? «Gli ho scattato una foto, gli ho portato delle sigarette caramellate che ha continuato a mangiare, dopo un breve capriccio, ovviamente» ha detto la Nahas. Suo marito mostrò poi il disegno alla band che lo scelse entusiasta senza esitazione. Meno gioiosa sarà la reazione della casa discografica che sarà costretta a censurare la copertina per la release nel Regno Unito coprendo con un adesivo la sigaretta e… pure il pacchetto.
Con la firma di Margo verrà creata una nuova versione del bimbo con le lacrime che sgorgano fuori dagli occhi in commemorazione della morte prematura di Eddie van Halen avvenuta il 6 ottobre del 2020.
23In queste copertine però sono rappresentati con un vizietto tipicamente umano. La posa da fumatori rende a mio parere queste creature più simili a noi che viviamo costantemente in mezzo alle tentazioni e inclini agli errori. O forse è colpa nostra se li abbiamo influenzati a tal punto? Beh provate a mettervi nei loro panni, osservarci da lassù tutti i giorni non deve essere facile! Ogni tanto ci vuole… una pausa!
Sara “Shifter” Pellucchi