Anno d’uscita: 2006
Sito web: https://www.sepultura.com.br/
Non potevamo concludere il 2021 senza parlare di una delle più grandi star della letteratura: Dante Alighieri. A 700 anni dalla sua morte si può dire, con certezza, che il grande poeta sia ancora clamorosamente attuale e continui ad essere una grande fonte di ispirazione di generazioni di artisti, scrittori e… anche di musicisti. I Sepultura, la famosa band thrash metal, influenzata dai grandi versi della “Divina Commedia”, ha inciso un disco nel 2006, intitolandolo proprio “Dante XXI”. Il titolo dell’album inizialmente sarebbe dovuto essere “Dante 005”, ma non essendo stata possibile la pubblicazione entro il 2005 si optò quindi per il nome sopracitato. “Dante XXI” colloca il viaggio del poeta fiorentino nel XXI Canto, in prossimità della V Bolgia, in cui scontano la pena immersi nella pece bollente i barattieri, cioè coloro che nascondendosi dietro l’autorevolezza delle loro cariche pubbliche si sono arricchiti con l’inganno e con la truffa. La band intraprende, attraverso le proprie canzoni, il viaggio mistico del poeta, come se i musicisti stessi si fossero incamminati in prima persona, dopo lo smarrimento nella selva oscura. Le tracce (escludendo le intro strumentali) sono in tutto undici, suddivise per Inferno (5), Purgatorio (5), e Paradiso (1). La copertina è opera dell’artista Stephan Doitschinoff (https://doitschinoff.com/en/), che ha curato anche tutti gli altri dieci disegni stampati all’interno del booklet.
Nella cover è raffigurato il celebre poeta, del quale è stata elaborata l’immagine in chiave contemporanea. Il ritratto è un chiaro tributo al famoso profilo dipinto da Sandro Botticelli nel 1495.
Il disegno riprende fedelmente lo stesso dress-code di Dante, con il classico vestito rosso e la corona di alloro sopra la testa. Anche qui i tratti distintivi del volto assumono la classica estetica “spigolosa”, ma con una nota espressiva più marcata che fa trasparire tristezza e solitudine; gli occhi infatti non guardano di fronte, ma sono semichiusi verso il vuoto. Il Dante dei Sepultura pare rassegnato, stanco, affranto e non fiero come quello realizzato da Botticelli. Nel profilo Pop di Doitschinoff sembra esserci stato l’intento di rendere più malinconico il sommo poeta, mostrandolo così più attuale agli occhi del pubblico, dando quella nota di inquietudine che può rimanere solo nel cuore di una persona che abbia affrontato un viaggio, così tortuoso e intenso, come quello nell’Aldilà, tra peccatori e santi. D’altronde, chi non rimarrebbe sconvolto dopo un’esperienza simile?
Sara “Shifter” Pellucchi
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