Anno d’uscita: 2021
Sito web: https://www.facebook.com/MrSeyo/
«Questa mattina mi sono svegliato in un coprifuoco». Bob Marley & The Wailers – “Burnin’ And Lootin'”, 1973
Chiunque abbia visto l’essenza hip hop, non lascia mai andare via il proprio cuore dalla propria casa. Essere un b-boy, anche in Italia, ti lega alla tua città, al tuo quartiere. È un archetipo di questa cultura fin dagli albori, quando tutto prese vita nel South Bronx, New York. La prima grossa faida, negli Anni’80, non era tanto tra i Boogie Down Productions e la Juice Crew, quanto tra South Bronx e il Queensbridge. Non a caso, se non il primo contatto almeno il più significativo, Mr Seyo, di Ostia Lido, lo ebbe con, appunto, il manifesto dei Boogie Down Productions “South Bronx” (B-Boy Records, USA, 1986). Gli insegnamenti dei maestri sono rimasti al rapper romano che, superati i quarant’anni, continua a parlare del “sale” della sua terra, anche se il suo corpo dista migliaia di chilometri. Dubai.
“Tagli” (Fresh Like Future, 20/01/2021) giunge come coronamento di due decadi esatte – la data di uscita non sarà casuale (20 01 – 2021) – dalla presa di coscienza di prendere il rap sul serio, inciderlo su disco, con il “semper fidelis” SoulStruggle alle produzioni. E oggi come ieri, Mr Seyo continua a mettere il “sale sui propri tagli” ma “con la sabbia nelle mani per continuità”, come recita in “Sale”; siamo lontani da Ostia ma la sabbia e il deserto che porta sempre cambiamento riportano alla luce vecchie ferite che il “Demone di South Rome” dovrà affrontare. Così nasce il comparto grafico di “Tagli”, pieno di dettagli vecchi e nuovi, di mondi non troppo distanti e scenari non troppo rassicuranti. Valerio “Suarez” Petrocchi illustra quello che dovrebbe essere l’aspettativa dell’ascoltatore. Riuscendoci. Perché il disco intero non ha tregue, tutto in avanti, aggressivo e spigoloso con il boom bap che torna protagonista nel rap, dove sembra perdersi con le nuove generazioni.
Lo scenario apocalittico in copertina è ispirato al manga, passione da tempo immemore di Seyo, Hokuto No Ken ma trasposto nell’ambiente dove il rapper risiede da tempo, il Medio Oriente.
L’atteggiamento del protagonista è del lottatore all’attacco – suo padre è un maestro di Arti Marziali – con la guardia sul cuore. Il dettaglio della fede al dito regala una visione ancor più di uomo protettivo e determinato, con a cuore la famiglia e i principi immutabili della cultura hip hop; Ken Shiro proteggeva gli oppressi.
Il guerriero sanguina, tagliato sulle braccia e sul viso perché “sono stato zitto per troppo tempo”, come dice in ARAB, e ora è arrivato il momento di tornare in azione, come vent’anni prima, con la stessa passione che lo animava ma più matura.
Sappiamo quanto le Arti Marziali e i film di Kung Fu degli Shaw Brothers abbiano ispirato le produzioni hip hop fin dai tempi dei Wu-Tang Clan, negli Anni’90, (qui la recensione di “Enter the Wu-Tang (36 Chambers)”: https://www.artovercovers.com/2020/12/02/enter-the-wu-tang-36-chambers/) e ancora segnano un’estetica forte, non solo nelle immagini ma anche nelle parole, come il rapper saronnese Musteeno, per citarne uno.
Ovviamente però, la vera protagonista rimane la strada, come rivela il vestiario di Seyo nella front cover, perché è lì che tutto ebbe inizio ed è lì che tutto continua a girare. Mr Seyo continua a cercare di cucire le ferite, uscire dal deserto, in quella che è la ricerca personale di ognuno, senza lasciarsi fermare dai nemici e Suarez lo mette in mostra, ancor prima di schiacciare play.
Alberto Massaccesi