Anno d’uscita: 1985
Sito web: http://honeymoonsuiteband.com/
Gli Honeymoon Suite sono un gruppo musicale hard rock AOR canadese fondato nel 1981 a Niagara Falls, nell’Ontario, dal cantante e chitarrista Johnnie Dee, dal tastierista Brad Bent e dal batterista Mike Lengyell. La svolta della loro carriera avvenne con la firma di un contratto con la major Warner Music Canada e con la pubblicazione del singolo “New Girl Now”, pubblicato in occasione della vittoria in un contest locale.
Il loro secondo album, di cui oggi intendo parlarne, si intitola “The Big Prize” e vede la sua pubblicazione nel 1985; Il cd contiene quattro singoli di successo tra cui “Feel It Again” e “Bad Attitude”, canzone che tra le altre cose è stata presentata durante una sequenza nell’episodio finale del telefilm “Miami Vice” ben quattro anni dopo. La foto dell’artwork è realizzata da due personaggi. Il primo è Hugh Syme, designer canadese, conosciuto anche per la realizzazione delle copertine degli album di alcuni gruppi rock e metal; inoltre è anche un musicista, ha suonato infatti le tastiere in alcune canzoni dei Rush e realizzato per loro la cover di “Caress of Steel”.
L’altro artista è invece Dimo Safari, fotografo canadese il quale ha vinto un premio Juno per la migliore grafica di un disco dei Rush, “Power Windows”.
L’immagine è stata scattata a Table Rock, luogo decisamente perfetto per vedere le cascate del Niagara dall’alto. Si chiama Table Rock perché tempo fa c’era una roccia piatta come un tavolo che sporgeva dall’acqua ed era la principale attrazione turistica; la roccia purtroppo iniziò a crollare nel 1818 e, a luglio del 1850, ci furono una serie di incidenti e un terzo della roccia crollò. Ora questa roccia non esiste più perché, per chiari motivi di sicurezza, nel 1935, la fecero saltare. Immagino che la band non avrà di certo aspettato pazientemente il proprio turno per raggiungere la recinzione e poter scattare così delle buone foto, come invece devono fare i turisti.
La scelta di creare uno scatto in bianco e nero è dettata anche dal fatto che in realtà è come se rappresentasse una Polaroid, data dalla cornice e dai dettagli delle scritte laterali. (Ricordiamoci che le prime Polaroid apparvero negli Anni’30). Inoltre, a mio parere, il colore tende a distrarre sempre chi guarda una foto, perché si concentra di più sul colore che sul vero contenuto. In questa foto si rafforza in modo particolare, quindi, ciò che l’immagine vuole davvero trasmettere. Le ombre e il chiaro/scuro diventano così parte integrante e fondamentale della composizione dell’intera figura, il tutto diventa più ricco e persino la profondità acquista una lettura più profonda.
Nell’artwork sono presenti due sposini dall’aria non tanto felice, forse, come dice il titolo stesso, è il prezzo da pagare quando si prova a trattenere il dolore, quando crediamo che se ne va, ma poi torna di nuovo. (Parole che troviamo nella canzone “Wounded”: «We try so hard to hold the pain – It goes away, but it comes back again»). Si cerca di trattenere le lacrime, i ricordi riportano indietro quegli anni quando il tuo amore se n’è andato… «We try so hard to hold back the tears – Memories bring back those years – When your love is gone»).
È quello che spesso accade… noi infelici, ansiosi o paurosi che le cose non vadano mai bene, la testa ritorna al passato alle cose andate male. E la gente da fuori che ci guarda e non vede (o non vuole vedere). La scelta, in questo caso, per rappresentare meglio il turismo, è caduta su quattro cinesi, sembrerebbe una famiglia con altri due sposini e i loro genitori a seguito.
Questi turisti potrebbero quindi rappresentare il futuro dei due sposi in primo piano, un futuro in viaggio con i genitori più anziani, che sorridono al passato. Quindi una buona prospettiva, a quanto pare, visto i loro volti sorridenti… O, ancora, può essere benissimo il contrario, due giovani che ancora si devono sposare e quindi, in questo caso, rappresenterebbero il passato, i due sposini che prima erano felici. Peccato che i novelli sposi quel sorriso sembra lo abbiano ormai perduto…
Antonella “Aeglos” Astori