Anno d’uscita: 2013
Sito web: http://www.sarastroblake.com/
“New Progmantics”, album di Sarastro Blake del 2013, si caratterizza per la molteplicità di riferimenti alla letteratura inglese e scozzese e all’arte della corrente preraffaellita, nata in Inghilterra nel periodo vittoriano. Le liriche di alcuni brani del disco sono tratte da poeti come Shakespeare, Byron, Christina Rossetti e John Clare, mentre altri testi sono stati ispirati dalla contemplazione di quadri di pittori preraffaelliti: “Flaming June” rievoca l’omonimo dipinto di Lord Frederic Leighton, mentre “The Lady of Shalott” è stata scritta dopo che Paolo Pigni, che si cela dietro lo pseudonimo di Blake, ebbe occasione di ammirare l’omonima opera di John William Waterhouse alla Tate Gallery di Londra. Una accurata analisi delle fonti di ispirazione dei testi dell’album si trova a questo link: https://marynowhere.com/2021/08/24/the-marriage-of-music-poetry-and-art/
L’ammirazione per questi due dipinti da parte del musicista comasco è tale da averli scelti per i due lati della copertina dell’album. Se il dipinto di Waterhouse appare così com’è sul retro, sulla front cover l’enigmatica opera di Leighton è stata proposta in una rielaborazione contemporanea da parte del fotografo Christopher Colquhon, con la modella Ivory Flame come protagonista.
Il quadro “Flaming June”, realizzato tra il 1894 e 1895, si trovava nel deposito di una galleria londinese poco conosciuta fino ai primi anni Sessanta. Qui fu notato dal collezionista Luis A. Ferré, fondatore del Museo de Arte de Ponce a Puerto Rico. Egli fu colpito dall’abbagliante luce arancione che pareva emanare dal dipinto e lo acquistò per poche migliaia di sterline, facendolo diventare il pezzo principale della sua collezione. Il quadro raffigura una fanciulla dormiente, ritratta su una terrazza, che indossa un abito di tessuto in parte trasparente, color arancione zafferano. La scena si colloca presumibilmente all’alba o al tramonto. La giovane donna sembra immersa in un sonno profondo. Ella è distesa sul fianco sinistro su una poltrona, con la testa appoggiata sul braccio e il corpo rannicchiato. Sullo sfondo si intravede il luccichio dei raggi del sole sull’acqua. Sul davanzale, accanto a lei, c’è un mazzo di fiori di oleandro. Secondo la critica, l’artista si era ispirato, per la posizione della bella addormentata, al dipinto perduto “Leda e il cigno” di Michelangelo o alla scultura della “Notte”, che si trova sulla tomba di Giuliano De’Medici a Firenze.
È inoltre possibile notare, come afferma il critico d’arte Grace Galassi, la differenza tra le dimensioni della parte superiore del corpo, caratterizzata da forme più passive e dall’espressione del viso assorta nel sonno, e quelle della parte bassa, dove la posizione delle gambe dà un effetto dinamico e di grande sensualità. I critici si sono lungamente interrogati sul significato simbolico della rappresentazione, ed in particolare del mazzo di fiori: la pianta di oleandro, infatti, è notoriamente tossica. La fanciulla, dunque, dorme o è morta a causa del veleno? O si tratta di una dark lady che utilizzerà i fiori, belli ma letali, per avvelenare qualcuno? Eros e Thanatos, amore e morte, dunque, sono evocati dall’enigmatica raffigurazione.
Nella rielaborazione fotografica di Christopher Colquhon scelta per la front cover di “New Progmantics”, lo sfondo e tutti gli elementi accessori scompaiono e vengono sostituiti dal colore nero, che fa risaltare ancora di più i toni fiammeggianti che caratterizzano la figura femminile. L’arancio della capigliatura e quello dell’abito sono di una tonalità più intensa rispetto al dipinto, e ciò fa risaltare ancora di più l’incarnato diafano della donna. Non essendo visibile alcun elemento di arredo, il tessuto arancione più scuro che circonda il corpo sembra essere parte dello stesso abito ed assume una forma circolare, simile alla corolla di un fiore, sul quale la ragazza sembra essere posata. In eleganti caratteri in corsivo, di colore giallo, sono scritti il moniker ed il titolo dell’album. La modella, come sì è detto, è l’affascinante Ivory Flame, dalla rossa e fluente capigliatura e dalla pelle di luna, che ricordano i tratti della musa di Leighton, Ada Alice Pullan. La donna, attrice, conosciuta come Dorothy Dane, era probabilmente l’amante, o comunque una cara amica, del pittore, che ne aveva favorito la carriera artistica.
Passando alla retrocopertina, come si è detto, troviamo un altro dipinto di un esponente della confraternita dei Preraffaelliti: “The Lady of Shalott” di John William Waterhouse (1888). A questa figura femminile era dedicato l’omonimo poema di Lord Alfred Tennyson, scritto nel 1833, il cui titolo è anche quello della prima traccia dell’album. Il poema vittoriano racconta la vicenda leggendaria di una dama che, vittima di un maligno incantesimo, rinchiusa in una torre poteva osservare il mondo esterno solo attraverso il riflesso di uno specchio. Innamoratasi di Lancillotto, ella iniziò a tessere un arazzo a lui dedicato e, nel tentativo di raggiungere Camelot su una barca per incontrare l’uomo amato, morì.
Waterhouse dedicò una serie di tre dipinti a questo tema: il primo rappresenta la fanciulla, Elaine, all’interno della torre, vicina ad una finestra, intenta a tessere il suo arazzo; il secondo esprime la sua meraviglia nel vedere Lancillotto ed il terzo, intriso di drammaticità, la raffigura ormai morente, con i capelli rossi scarmigliati (nei primi due quadri i capelli sono neri) a bordo della barca.
In quest’ultimo quadro, dunque, la donna indossa un abito bianco con una cintura nera. Sull’imbarcazione, oltre all’arazzo, ci sono tre candele ed una lanterna, presumibilmente per orientarsi durante la navigazione notturna. In primo piano compare una vegetazione acquatica, mentre sullo sfondo sono visibili alberi dal fogliame scuro. La scena è presumibilmente ambientata all’imbrunire, verso la fine della giornata, perché anche la vita della fanciulla sta volgendo al termine.
Ciò che accomuna i due lati della copertina, dunque, al di là della rielaborazione contemporanea della front cover, è la presenza di due affascinanti giovani donne dai capelli rossi, una apparentemente dormiente, serena, emanante sensualità, l’altra sofferente e moribonda, vittima del Fato e del proprio amore impossibile. Eros e Thanatos, pertanto, sono le due facce della stessa cover e le forze primordiali che caratterizzano l’esistenza umana. Alle varie sfaccettature del sentimento amoroso, poi, sono dedicati i diversi brani dell’album, che denota da parte del suo autore una grande sensibilità, leggibile nei riferimenti all’arte e alla letteratura inglese.
Maria Macchia