Anno d’uscita: 1989
Sito web: https://www.sickofitall.com/
Tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio degli Anni Novanta il mondo del Punk vede la fase calante dell’Oi! (o Street Punk) e l’affermarsi dell’Hardcore. Quest’ultimo è destinato a proliferare nelle sue diverse sfaccettature, da quello più melodico e da skaters della California, a quello più puro della scena newyorkese. Nel corso degli Anni ’90 saranno i Sick of It All a divenire la band simbolo dell’ Hardcore della East Coast.

Il loro primo disco “Blood, Sweat and No Tears” pubblicato nel 1989 è un manifesto dell’Hardcore. La vita di un Punk prevede sacrificio, quindi sangue e sudore, ma non paura. Il vero Punk, come cantano i Sick of It All, si spezza ma non si piega. La copertina di “Blood, Sweat and No Tears” è l’essenza del Punk. Come fosse un vetro rotto dal lancio di un sasso, l’immagine è spezzettata in diversi frammenti. Mentre osserviamo la copertina abbiamo già la sensazione che qualcuno abbia rovinato l’immagine, frammentandola in tanti cocci da ricomporre. A separare ogni pezzo del puzzle, ci sono delle robuste strisce grigie.

La figura, in bianco e nero, mostra gli stessi Sick of It All durante un concerto. I ragazzi di New York non sono ancora famosi, siamo al loro primo disco. Quindi il concerto non è in un palazzetto, ma in uno scantinato o comunque in una stanza non particolarmente ampia. Lo spazio viene però riempito dal pubblico, intento, come nella migliore tradizione Hardcore, a pogare. C’è chi canta, chi suona e chi, completamente madido di sudore, balla spintonandosi con i vicini.
In alto in rosso, con la grafica simile a quella della rivista di fumetti horror “Creepy“, troviamo il nome della band. Sotto, sempre in rosso, c’è il titolo dell’album.
In mezzo, il delirio. Nel triangolo centrale in basso si vede il cantante, Lou Keller; nello spazio a fianco c’è il fratello chitarrista di Lou, Pete. Tra il pubblico c’è chi resta a petto nudo, chi indossa solo una canotta. Non ci si formalizza a un concerto dei Sick of It All, si è lì per fare casino.

Come un vetro rotto, l’immagine taglia. Testi e musiche taglienti non potevano avere una copertina migliore. “Blood, Sweat and No Tears” è una delle immagini migliori di quel ribellismo proletario dell’America urbana. La seconda grande ventata del Punk, che avrà il suo apogeo a metà Anni Novanta, parte da un disco di cattiva baldoria come quello dei Sick of It All.

Verranno in seguito album più sofisticati con artworks molto più ricercati e colorati. Ma gli albori di una band a volte rendono molto meglio l’idea rispetto ai loro lavori maturi. Grazie alla copertina di “Blood, Sweat and No Tears” riusciamo a fare chiarezza sull’humus culturale in cui il miglior Hardcore ha mosso i suoi primi passi.
Leonardo Marzorati