Link all’articolo precedente: https://www.artovercovers.com/2021/04/15/two-minutes-to-midnight-e-aces-high/


Singolo: “Running Free” (live)
Data di uscita: 23 Settembre 1985

Ah, ok. E dove sarebbe questa trasformazione? Soprattutto, dove sarebbe Eddie, che non lo vediamo? Niente cari lettori, Eddie qui non si è presentato. Forse a ‘sto giro hanno mandato in vacanza Riggs, dopo le fatiche di “Powerslave”. O, magari, la band ha pensato: «Ci siamo fatti un mazzo così, è stato un Tour esagerato, meritiamo noi la copertina questa volta». Ci sta, in fondo. Questa è infatti la prima copertina che non vede il nostro amato mostro schizoide come protagonista. Al suo posto, in bella mostra, vediamo Dickinson ed Harris nelle loro consuete pose durante i concerti. Tralasciando i commenti sui calzini bianchi in bella mostra, la foto ci suggerisce la grandiosità del momento. Magari i nostri stanno eseguendo proprio “Running Free” durante quello scatto e noi, volando con l’immaginazione, siamo lì a cantarla insieme a loro.


Album: “Live After Death”
Data di uscita: 14 Ottobre 1985

Sì, però, anche voi, un po’ di pazienza, no? Eccolo, eccolo Eddie. Il ritorno è dirompente, esattamente come l’atto che il capelluto zombie sta compiendo. Si sta liberando del suo passato in tre mosse contemporanee: esce dalla fossa dove è stato seppellito, spezza le catene nelle quali è costretto, viene colpito da un fulmine dritto dritto sulla piastrina di fissaggio della calotta cranica, ricevendo l’energia necessaria per compiere la sua rinascita. La morte, là in fondo, vicino alla Luna, sembra assistere impotente. Praticamente un battesimo.

La scena si svolge in un cimitero di periferia, un po’ diroccato a dire il vero, ma pieno di soprese. Leggendo qua e là le iscrizioni sulle lapidi, scopriamo una citazione sul marmo dove era seppellito Eddie, tratta da “The Nameless City”, opera di J. P. Lovercraft:
«That is not dead which can eternal lie
yet with strange aeons even death may die».

Altre incisioni ci informano che Faust giace (solo nel corpo, l’anima l’ha venduta al Diavolo) proprio là dietro, insieme, pensate un po’, ad un certo Derek Riggs, a cui almeno portano i fiori, alla libertà del rock, ed ai Grateful Dead, dove è scritto “Thank you”. Un inquietante gatto, con aureola e occhi laser ci fissa, chissà che vorrà da noi. Ma una cosa ancora va assolutamente notata: in fondo, dietro la città distrutta dai fulmini, svettano le piramidi, simili a quelle di “Powerslave”. Ve l’avevo detto io che se lo erano venuti a prendere gli uomini-déi provenienti dallo spazio, fondatori dell’Antico Egitto

Nota a margine: la copertina originale doveva essere, a quanto pare, questa qui sotto, ma a Riggs non piaceva la postura di Eddie, per cui l’ha rifatta.

Meno male, dico io.

Singolo: “Run to the Hills” (live)
Data di uscita: 2 Dicembre 1985

Il secondo singolo tratto da “Live after Death” ha secondo me, una delle copertine più interessanti disegnate da Riggs per gli Iron Maiden. Al disegnatore viene richiesto di creare un artwork che unisca “Run to the Hills” a “Phantom of the Opera” (il B-Side del singolo in questione).

Lo fa a modo suo, ottenendo questa immagine strepitosa di Eddie, con indosso un mantello che potrebbe essere stato proprietà del Fantasma dell’Opera come di Dracula, non credo nessuno dei due avrebbe rifiutato di prestarglielo, colto nell’atto di suonare un organo customizzato Eddie style.

Tra l’altro, nel disco successivo, la band avrebbe introdotto guitar synths e tastiere, non in uso in precedenza. Ineffabile Eddie.

La scena si svolge in cima ad una collina, per cui abbiamo chiaramente chiuso il loop tra i due brani. Quello che mi preme farvi notare è l’immagine estesa, per considerare un paio di cosette:
Osservando il cielo ed i numerosi satelliti presenti, è chiaro sin dall’inizio che non siamo sul pianeta Terra. Questo è un altro mondo, forse la casa degli uomini-déi che hanno prelevato Eddie nella copertina dell’album. Nubi oscure e minacciose avanzano verso quella che, in basso a sinistra nella scena, è un esteso agglomerato urbano, con le sue vie ed abitazioni illuminate. Sarò anche facilmente suggestionabile ma questa scena, vista da un’altra prospettiva, a me rimanda vagamente ad un ipotetico “coraggioso nuovo mondo” che ci aspetterà per i prossimi 15 anni. Probabilmente mi sbaglio, ma mai sottovalutare quel folle di Riggs.

…to be continued…

Fabio Vannucci