Anno d’uscita: 2016
Sito web: https://www.great-master.com/
Rendere omaggio attraverso la musica alla propria città di origine, o ad una città per la quale si prova una viva ammirazione, è un atto di riguardo che è stato messo in pratica più volte tra le band heavy-metal italiane.

I fiorentini Inner Shrine, ad esempio, pubblicarono nel 2010 il disco “Mediceo” in onore della dinastia signorile che, a partire da Cosimo il Vecchio de’ Medici (13891464) resse per secoli la Città del Giglio.
Quattro anni più tardi, invece, il progetto I Miti Eterni guidato dal polistrumentista Bruno Masulli diede alla luce il suo primo full-lenght dal titolo “Historiae Cumae”: una vera e propria opera storiografica in musica, che ripercorre le vicende della polis di Cuma dai primordi della sua fondazione nel secolo VIII a.C. per mano di coloni dell’isola di Eubea.
All’elenco di città celebrate dall’heavy-metal italiano dobbiamo aggiungere anche Venezia. Due volte. Perché i musicisti della band power-metal mestrina Great Master hanno ricordato la maestosità della Serenissima in due loro dischi, che per la precisione sono il secondo e il terzo nella carriera della formazione, e che sono stati pubblicati rispettivamente nel 2012 e nel 2016. Il risultato ottenuto è paragonabile a una successione di ritratti dedicati ad alcuni tra i personaggi storici più illustri della Repubblica Veneta, nonché ai simboli per antonomasia della città lagunare da cui traspare il suo connubio quasi trascendente con il mare.

Abbiamo già esaminato in un precedente articolo (https://www.artovercovers.com/2018/10/22/serenissima-great-master/) il primo dei due album di cui ho fatto cenno poco sopra, inequivocabile fin dal titolo: “Serenissima”. Oggi perciò ci dedicheremo a “Lion & Queen”: un full-length che, a differenza del suo predecessore, non è sorretto da un unico tema portante esplicito. Leggendo i titoli e i testi delle composizioni che ne fanno parte, si incontrano piuttosto numerose metafore di scelte esistenziali in cui ricorre l’incitamento alla speranza, pur se in contesti tra loro molto diversi.

Le canzoni “Oldest”, “Traveller in Time” e “Stargate”, per esempio, sono riconducibili a soggetti fantascientifici in cui figure umane tormentate ma risolute abbattono i confini dello spazio e del tempo. Caratterizzata da un tema simile, ma stavolta ambientato tra i sogni di una leggenda, è la traccia “Walking on The Rainbow”, il cui protagonista ricorda da vicino gli avventurosi vagabondi dei miti irlandesi medievali. “Holy Mountain” carica invece di slancio mistico l’immagine della montagna, in un’interpretazione che sarebbe di certo apprezzata dal religioso e poeta tedesco Gotthard Kosegarten (17581818), teorico della rivelazione del divino nella natura.
Anche le canzoni “Prayer in the Wind” e “Mystic River”, come i titoli suggeriscono, possiedono una forte connotazione spirituale, che però trae spunto in questo caso da soggetti reali e conosciuti: il Disastro del Vajont, e i combattimenti della Prima Guerra Mondiale lungo il fiume Piave.
Si tratta di eventi rimasti impressi in modo inevitabilmente profondo nella memoria collettiva del Friuli-Venezia-Giulia e del Veneto: la scelta dei Great Master di dedicare a questi fatti due composizioni di “Lion & Queen” ne è una prova evidente.

La tracklist dell’album conta ancora molte posizioni, ma vorrei soffermarmi ora su solo due di esse (raccomandando comunque le rimanenti alla curiosità del lettore), perché questa coppia di canzoni è dedicata al nostro argomento principale: l’omaggio alla città di Venezia. Infatti, sia nella traccia “Another Story” sia nella title-track “Lion & Queen”, il Leone Alato simbolo della Serenissima è protagonista. Attraverso il testo della prima composizione la sua figura sembra addirittura sventolarci davanti dipinta sulle bandiere di una galea in mare aperto; approfittiamo allora dell’occasione per individuare i tratti distintivi di questo emblema nelle parole della canzone, e per ritrovarli quindi puntualmente, come avrete già intuito, nell’immagine di copertina di “Lion & Queen”.

Il Leone descritto dai Great Master ha caratteristiche fisiche che combaciano perfettamente con quelle dei suoi simili in carne ed ossa, e che sono rimaste immutate nell’immaginario collettivo almeno dai tempi del favolista Esopo (secc. VII – VI a.C.): l’espressione severa, il portamento imponente, la forza che esplode nel proverbiale ruggito.

Ci sono tuttavia nell’aspetto del felino anche due tratti aggiuntivi decisamente inconsueti: le ali, e un libro che l’animale regge in una zampa. Per capirne il significato, dobbiamo ricorrere ad una leggenda che riguarda l’Evangelista Marco (sec. I d.C.).
Durante un suo viaggio di predicazione, il Santo scampò fortunosamente ad una tempesta trovando riparo proprio nelle lagune su cui un giorno sarebbe sorta Venezia. Qui, secondo la tradizione, gli apparve in sogno un angelo nella forma di un leone alato, che lo rassicurò con le parole «Pace a te, Marco, mio Evangelista», e gli predisse che in quel luogo sarebbe avvenuta un giorno la sua sepoltura.

La leggenda chiarisce anzitutto il collegamento simbolico tra il Leone e San Marco (peraltro proposto anche dall’esegeta biblico San Girolamo nel 398 d.C. con riferimento ad un controverso passo dell’Apocalisse). In secondo luogo spiega la presenza delle ali che caratterizzano l’animale. Da ultimo, motiva il libro menzionato poche righe fa. Difatti, possiamo trovare conferma sia in numerose raffigurazioni del Leone Marciano che si possono tutt’oggi osservare (le più antiche risalgono alla fine del XII secolo), sia nella copertina di “Lion & Queen”, che il volume aperto ha per la maggior parte delle volte la funzione di riportare, in Latino, il saluto offerto dall’angelo all’Evangelista naufrago.

Ora che abbiamo scoperto l’origine iconografica del felino, dedichiamo una breve digressione ai molteplici atteggiamenti che i diversi artisti gli hanno assegnato durante i secoli. La varietà di pose e di comportamenti attribuiti al Leone nel corso di circa 800 anni è per l’appunto così vasta e complessa, che spesso si preferisce parlare di “Leoni Marciani”, piuttosto che di un singolo esemplare identificativo. Ad ogni modo, sintetizzando al massimo, si può affermare che le due pose più comuni dell’animale siano quella “passante” e quella “in moleca”.
La postura “passante” raffigura il Leone di profilo, appoggiato su tre zampe e con la quarta impegnata a reggere il libro. La posizione “in moleca” mostra invece il felino di fronte, accovacciato e circondato dalle sue ali; questa seconda figura nel suo complesso ricorda la sagoma di un granchio, chiamato dai veneziani “moeca” durante il periodo della muta: da qui l’origine dell’espressione.

Alla luce di quanto detto finora, mi sembra che la posa del Leone ritratto sulla copertina di “Lion & Queen” sia assimilabile alla categoria “passante”, sebbene il felino sia parzialmente nascosto dalle onde e dalla figura femminile china accanto a lui. Già… la figura femminile.

Finora non abbiamo ancora parlato di lei, ed è una mancanza cui bisogna rimediare, perché si tratta della co-protagonista della copertina e della title-track… oltre che di una regina. La donna, infatti, rappresenta la personificazione stessa della sovranità di Venezia sui mari, e la sua raffigurazione delicata e sognante esprime toni contemporaneamente solenni e fiabeschi, che la distinguono ad esempio dalla versione simbolista dello stesso soggetto, più distaccata e statuaria, realizzata ad acquarello da Gustave Moreau (1826 1898).
Coerentemente con questa concezione rasserenante e onirica, l’abbraccio del Leone e della Regina immaginato dai Great Master si svolge (per usare le parole adottate dalla band nella title-track) in un “regno mitico”. In questo luogo la laguna e il tramonto circondano visioni di armonia custodite dal Leone Alato, e l’unico suono che spezza per un attimo lo sciacquio della risacca è quello di un piccolo anello, che cade nelle onde a celebrare lo sposalizio di Venezia con il mare.
Paolo Crugnola

Nota per i lettori
Oltre all’articolo riguardante l’album “Serenissima” citato nel testo che avete appena concluso, sono disponibili sul sito www.artovercovers.com anche: