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Singolo: “Flight of Icarus”
Data di uscita: 11 Aprile 1983
Dopo aver malmenato nientemeno che il Diavolo in persona, averlo umiliato utilizzandolo come burattino e chissà cosa altro, averlo decapitato e mostrato infine come trofeo e simbolo della propria superiorità, Eddie decide di andare a prendere un po’ di aria fuori per rinfrescarsi le idee. Giù fa troppo caldo, si secca la gola. E poi si annoia in fretta, come sappiamo. E volteggia che ti volteggia, si imbatte in un altro essere antropomorfo e dotato di ali come lui: Icaro, mica uno qualunque, quello della leggenda, che ripercorriamo.
Anche lui, come Eddie, è uno a cui piace puntare in alto. E infatti, per ottenere soddisfazione, si costruisce delle ali, di cera con cui riesce a volare. Vola così in tanto alto da avvicinarsi, troppo al sole che, col suo calore, gli scioglie le ali. Se non conoscete la fine della leggenda, fate uno sforzo di fantasia per immaginare come va a finire. L’immagine della copertina in esame restituisce tutta un’altra verità, anche se il finale rimane lo stesso. Eddie infatti è uscito di casa con il lanciafiamme sottobraccio, non si sa mai chi incontri e dato che non è uno a cui piace condividere le altezze, dà giusto un colpetto di grilletto, quanto basta per portare a termine il lavoro che doveva svolgere comunque il sole. Un altro bel messaggio di intenti per i rivali è quello che leggo in questa scena: chi osa volare troppo alto si brucia, ma non per colpa della nostra stella, ci penso io ad abbatterlo. Non c’è posto per altri sul podio. Eddie è avido. In realtà Icaro rappresenta, nell’immaginario di Riggs, il tributo ad una band che si spinse realmente molto in alto: i gloriosi Led Zeppelin, scioltisi tre anni prima, proprio mente gli Iron cominciavano a farsi conoscere al grande pubblico.
Soffermando attentamente lo sguardo al di sopra del poveretto che sta precipitando, si nota qualcosa fuori posto nella scena. Sembra una scatola di forma cubica, che c’entra nel cielo?
Album: “Piece of Mind”
Data di uscita: 16 Maggio 1983
Beh, pare che qualcosa c’entri, effettivamente. Troviamo il nostro protagonista vestito di tutto punto per un trattamento di lobotomia, che pare sia già stato eseguito. La calotta cranica sembra sia stata rimossa e poi riattaccata.
Eddie, lungi dallo starsene calmo, ringhia contro un ipotetico visitatore, dimenandosi per liberarsi dai pesanti orpelli che lo trattengono dallo scagliarsi sul malcapitato. Quella che vediamo è chiaramente una stanza di contenimento, di quelle usate nei manicomi. Completamente imbottita per evitare che l’ospite possa autoinfliggersi traumi. Con un po’ di spirito di osservazione si può intuire, al netto dell’inquadratura che nasconde le altre pareti, che il locale avrà all’incirca forma cubica. Esatto, come la figura solida che svolazzava al di sopra di Icaro il cadente. Pazzo o non pazzo, chi sta più in alto è sempre Eddie. Non sappiamo cosa abbia fatto andare fuori dai gangheri il nostro amico zombie, sta di fatto che le amorevoli cure dell’istituto dove è ricoverato non abbiano provocato il benefico effetto che gli esperti si aspettavano è sotto gli occhi di tutti. Un nesso sulla causa di questa crisi di nervi potrebbe essere legato alla prossima copertina che tratteremo. Per questo artwork inizialmente era prevista l’uccisione di Eddie; ci fu però un ripensamento da parte degli Iron Maiden, con considerava eccessiva e forse prematura questa scelta. Per fortuna aggiungo. Venne rivisto il concept e alla fine si arrivò ad adottare l’immagine che tutti conosciamo. Per quanto riguarda il titolo invece, in prima battuta l’album doveva chiamarsi “Food for Thoughts”, cibo per i pensieri; “Piece of Mind”, pezzo di mente, sembra una naturale alternativa.
Singolo: “The Trooper”
Data di uscita: 20 Giugno 1983
Ora, non so voi, ma per noi giovani metallari dei primi anni’80, questa copertina fu una sorpresa. Chi è abituato a conoscerla ma non ne ha vissuto il primo impatto nell’ordine cronologico con cui i dischi sono usciti, probabilmente non si renderà conto, ma: ricordate il giovinetto con abbigliamento casual, t-shirt e jeans intendo, per caso lo vedete qui? Certo che no, qui è con indosso una uniforme militare. Inglese, of course.
Per la prima volta in tre anni Eddie si cambia di abito, non passa inosservata una cosa così. Dalla fattura potremmo indicativamente supporre che Derek Riggs lo abbia calato nel pieno della guerra di Crimea, svoltasi dal 1853 al 1856, che vide l’alleanza composta da Regno Unito, appunto, Impero Ottomano (la Turchia), Francia, Regno di Sardegna opporsi alla Russia che aveva invaso la Turchia. Il casus bellis fu l’invasione della Turchia da parte della Russia a seguito di una disputa per il controllo dei territori sacri per la religiosità cristiana in quel territorio.
Tornando al nostro e alla scena a cui assistiamo, notiamo che il cranio di Eddie è nelle stesse condizioni di quando era nella camera imbottita: richiuso dopo asportazione della calotta, col rivolo di sangue che ancora sgorga da sotto la piastrina di fissaggio. Notare la figura alle spalle del militare, già vista, vero? Lobotomizzato e spedito in guerra quindi? Mandato in combattimento dopo che gli è stata annullata qualsiasi capacità di giudizio, magari proprio in merito al conflitto che lo vede protagonista? Ci leggo una forte critica nei confronti delle guerre in generale e dell’apparato bellico che le combatte. Come a dire: lobotomizzate quei ragazzi per fare in modo che non possano capire l’ingiustizia dell’atto che compiono e ribellarsi di conseguenza. Un profondo messaggio sociale, che forse ha un collegamento con una vicenda avvenuta un anno prima, quando il Regno Unito si impegnò in un conflitto con l’Argentina che aveva invaso l’arcipelago delle Falkland (Malvinas per il paese sudamericano), allora territorio britannico. Dopo qualche mese la Royal Navy riprese il controllo delle isole. Lady “non mi scordo di te” Thatcher , sull’onda del ritrovato orgoglio nazionale post vittoria, riguadagnò, insieme al governo di cui era Primo Ministro, il consenso popolare. I suoi detrattori, invece, la accusavano di aver speso milioni di sterline per andare a conquistare un sasso dall’atra parte del mondo. Benedetto humor britannico.
Nota a margine, la stucchevole somiglianza dell’immagine di copertina con quella illustrata su una bandiera Confederata americana, di non chiara origine storica, in cui uno scheletro ha posa e fattezze del tutto simili a quelle dell’artwork dell’album.
Le mani che tengono bandiera e spada sono invertite fra loro, ma per il resto… Che ne pensi Riggs?
Fabio Vannucci
…continua al prossimo articolo: https://www.artovercovers.com/2021/04/15/la-storia-di-eddie-the-head-nelle-copertine-dei-singoli-degli-iron-maiden-two-minutes-to-midnight-e-aces-high/