Anno d’uscita: 1995
Sito web: https://it.wikipedia.org/wiki/Timoria
Potevamo lasciar passare il 2020 senza menzionare l’omonimo album dei Timoria? Assolutamente no! “2020 Speedball” dal titolo lungimirante, è stato pensato 25 anni fa dalla band capitanata allora dalla voce di Francesco Renga. Un’evocazione di un futuro prossimo arrivato fino ai giorni nostri, per fortuna, senza evidenti conferme dalle previsioni del gruppo… anche se ci sono andati piuttosto vicino.

“2020 Speedball” ipotizzava il disfacimento della civiltà per la distruzione e l’esaurimento delle risorse della Terra da parte dell’uomo, che porta alla ricerca di un nuovo mondo da colonizzare. Un’arrendevole circostanza predetta dalla band bresciana, completamente demotivata dalle vicissitudini del pianeta già negli anni’90.

Il progresso e l’incontrollato consumismo della società, l’arrivo della realtà virtuale, la conclamazione di artisti fasulli e patinati nel mondo dello showbiz era la facciata che nascondeva un disagio ben peggiore: quello umano e personale della droga nei giovani e negli artisti.

Con “Speedball”; l’altro nome che compone il titolo del full-length, si definiva la combinazione di eroina o morfina con cocaina o crack. Un intruglio devastante e letale, entrato tristemente a far parte del mondo del Rock e del cinema per le vittime causate dalla sua assunzione. Il chitarrista dei Deep Purple Tommy Bolin, il tastierista e il bassista dei The Grateful Dead Brent Mydland e il pittore Jean Michel Basquiat sono solo alcuni dei nomi illustri finiti sotto la scure di questo terribile mix. Non sono andati all’altro mondo per un pelo il cantante Dave Gahan dei Depeche Mode e Steven Adler dei Guns N’ Roses, ma più avanti non verrà risparmiato Layne Staley degli Alice in Chains che morirà nel 2002, venendo ricordato con l’album “Tripod” (di cui abbiamo recensito la copertina: https://www.artovercovers.com/2018/10/07/alice-in-chains-alice-in-chains/).  Nel mondo del cinema, verrà compianto l’attore John Belushi e il fratello di Joaquin Phoenix, River, menzionato nella intro dell’album.
Insomma, una scia di morte e distruzione che passava indifferente nei confronti dell’effimero mondo dello spettacolo, che continuava imperterrito a progredire con falsi dei, allontanandosi sempre di più dalla realtà. Una contraddizione che non doveva passare inosservata e inascoltata, che porterà alla realizzazione del disco.

La copertina è il risultato, il riassunto, di quello che i Timoria vedevano affacciandosi al secondo millennio. Chi combatteva l’effettiva materialità finiva trafitto da una siringa. L’arancia è strettamente collegata al famosissimo film “Arancia Meccanica”, in origine titolato “Clockwork Orange”. Il termine deriva da un modo di dire inglese che indicava “l’essere sballati come una arancia meccanica”. Secondo Burgess, (l’autore del romanzo da cui è stata tratta l’omonima pellicola) significava una moralità meccanica, sopraffatta da un lavaggio del cervello.
Rimanendo sempre in tema di stupefacenti, l’arancia è anche un complemento di assunzione della Ketamina: potentissimo anestetico utilizzato anche per lo sballo che può venire somministrato per via orale mischiato proprio con del succo d’arancia.

Se invece si dovesse trattare di un limone, (il beneficio del dubbio c’è dal momento che i colori sono volutamente alterati) verrebbe impiegato nell’assunzione dell’eroina in quanto ne favorisce la solubilità.

È implicito se la siringa della cover stia iniettando o succhiando il liquido del frutto, ma la cosa certa è che non c’è nulla di rassicurante, l’utilizzo dell’ago verrà comunque finalizzato per uno scopo dannoso. I riferimenti quindi del frutto sono tutti correlati a una sostanza pericolosa che devasta e distrae dalla realtà materiale.

Il colore acceso dell’immagine, è un rosa shocking, acido e accecante, come l’effetto allucinogeno dato dallo stupefacente. Come se la pelle assumesse una nuova sembianza aliena e non più riconducibile a qualcosa di umano ma di plastica, come una bambola o come un burattino che si muove sotto i fili della società che ha perso ogni cognizione concreta. Si intravedono dei rilievi, come le vene che pulsano sotto l’effetto allucinogeno, dopo l’iniezione fatale che fa volare via dai pensieri bui.
Sara “Shifter” Pellucchi