Anni d’uscita:
“Killing Season” – Death Angel, 2008
“A-Lex” – Sepultura, 2009
Siti web: https://www.deathangel.us/https://www.sepultura.com.br/
Sono molti i gruppi musicali che affidano gli artworks dei loro dischi ad artisti famosi. Svariate band, di generi musicali diversissimi tra loro hanno scelto di far elaborare le immagini delle loro copertine a veri e propri pittori e fotografi, anche molto quotati nel mondo dell’arte. Abbiamo spesso citato Storm Thorgerson che ha curato le covers dei Cranberries e degli Anthrax, Anton Corbijn che ha scattato le foto agli U2 e anche il tedesco Gottfried Helwein che ha realizzato le immagini per Marilyn Manson, Scorpions e Rammstein. Kris Kuksi, noto artista contemporaneo statunitense, ha invece accomunato le scelte di due storiche metal band: i Sepultura e i Death Angel.

Kris Kuksi nasce nello stato del Missouri nel 1973. Trascorre un’infanzia piuttosto solitaria, prediligendo alle interazioni sociali la passione per le costruzioni, realizzate con i Lego e altri materiali di recupero. Questa sua attitudine “costruttivista” si trasformerà in una vera e propria filosofia artistica che lo porterà a diventare uno dei più originali artisti moderni del XXI secolo.
Kuksi si diploma in Belle Arti approfondendo i suoi studi nelle arti classiche, inserendo questa influenza culturale anche nelle sue installazioni. Kris infatti compone bellissimi paesaggi fantastici senza tempo e senza luogo formati da una miriade di particolari che derivano da oggetti d’antiquariato, giocattoli, parti meccaniche, scarti di costruzioni che reperisce da ogni dove, acquistandoli anche oltre oceano e facendoseli spedire direttamente. Le parti vengono incollate, fuse, modificate, ammassate l’una sull’altra sempre in modo elegante e raffinato, fino ad ultimare opere che rappresentano mondi immaginari, tendenti al grottesco e al gothic nelle quali il proprio occhio si perde. Da un soggetto posto al centro, le storie di Kris Kuksi si susseguono, congiungendosi millimetro per millimetro con altri elementi, che dall’essere stati scartati riprendono una nuova vita fino a formare un ecosistema artistico, marcatamente steampunk che fa relazionare ogni singolo dettaglio all’altro.
Ed ecco che i microcosmi visionari dell’artista americano diventano la scelta per le immagini di due full-lengths e precisamente di “Killing Season” dei Death Angel uscito nel 2008 e di “A-Lex” dei brasiliani Sepultura datato 2009. Nel giro di un anno due storiche bands hanno scelto come curatore della copertina la stessa persona.
Parlando dei Death Angel, nella cover di “Killing Season” è ritratta la fotografia dell’installazione intitolata “A New Divinity” ritratta in due versioni: una centrale e una più ravvicinata che fa solo intravedere un dettaglio. L’opera è composta da uno scheletro a quattro braccia nel quale sono avvolte una miriade di costruzioni che si intersecano, fuoriuscendo dal suo ventre, come se fosse un mondo che si sprigiona attorno alle proprie ossa. La posizione del soggetto omaggia la solenne postura di Baphomet, con il numero tre sulla mano destra; e sembra anche omaggiare la divinità indù di Brahma.
Due culti posti agli antipodi, che riescono a collegare la creazione cosmica con la fine dannata. “A New Divinity” forse, sta proprio a simboleggiare un anti alias contro i credi già esistenti; la fondazione quindi di un nuovo culto, lontano da quelli già conosciuti e quindi imparagonabile. L’opera d’arte è datata 2007 e ciò sta a significare che i Death Angel fossero rimasti affascinati ad arte già compiuta.

Diversa invece è la storia della copertina di “A-Lex” dei Sepultura. Il titolo del disco è un omaggio al romanzo “Arancia Meccanica” di Anthony Burgess (da cui verrà poi tratto l’omonimo film di Stanley Kubrick) ed è il secondo album basato sul concept della Divina Commedia di Dante Alighieri. La parola “A-Lex” è un tributo al protagonista di “Clockwork Orange”, Alex; e se si traduce in latino trova il termine e il suo significato in: “a”= senza “lex”= legge: un chiaro riferimento al comportamento dei Drughi. L’immagine sembra la rivisitazione della scultura di Kuksi “The Guardian”, la quale sembra essere stata scelta appositamente per la ex band di Max Cavalera.
Rispetto all’originale sono state effettuate delle modifiche sostanziali; infatti, se la si mette a confronto, in alto si trova la S tribale del logo del gruppo che domina la scena e manca di molti particolari; e sembra che siano stati omessi per far risaltare soltanto un braccio. In più l’opera per i Sepultura è molto più biomeccanica e moderna, con l’aggiunta di tubi e parti artificiali.

Il nero opaco che sta da background alle sculture dell’artista è la costante per evidenziare al meglio tutti i particolari che coadiuvano le storie delle sue composizioni, sentinelle di presagi post apocalittici che mischiano ere e personaggi in un unico e utopistico paesaggio. È sorprendente che band storiche come i Death Angel e i Sepultura abbiano proprio rivolto le proprie scelte estetiche verso Kuksi, per farsi scivolare addosso la grezzeria e la potenza distruttiva dei propri riff di chitarre con i testi dalle tematiche poco rassicuranti, come se sotto la corazza di un involucro impenetrabile si potesse riscoprire il gusto di un’arte se pur cupa e esiziale che si riverbera sotto una nuova veste raffinata e metaforica.
Sara “Shifter” Pellucchi

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