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Siamo arrivati al terzo appuntamento sugli Easter Eggs nelle copertine degli Iron Maiden realizzate dal disegnatore Derek Riggs per i loro album degli anni’80. Ma prima di intraprendere questa nuova lettura meglio fare un bel ripasso dell’articolo precedente: https://www.artovercovers.com/the-number-of-the-beast-e-piece-of-mind/ e ora, potete aguzzare la vista…
“Powerslave”
Anno d’uscita: 1984
Con “Powerslave”, Riggs sembra volersi superare, creando scene dense di simboli, attingendo a piene mani dalla scrittura dell’Antico Egitto. Ha gioco facile quindi nel complicare la vita a chiunque cerchi di scovare il ricercatissimo felino. Che, detto per inciso, non si trova da nessuna parte. In compenso la sua firma compare due volte, sia sul lato frontale della copertina, tra le gambe della statua Eddie/Faraone proprio sopra l’ingresso della piramide e l’altra nel lato posteriore, a destra del medesimo ingresso, questa volta con la visuale dall’interno della piramide. In più inserisce, su di una parete nella zona a sinistra della prima scena, il volto di un ipotetico Mickey Mouse che sfodera una linguaccia. Siete diventati matti cercando un gatto? Vi concedo solo un topo… Ormai è chiaro che Riggs sta giocando con i fan degli Iron.
“Live After Death”
Anno d’uscita: 1985
Per il primo live degli Iron Maiden, Riggs realizza una copertina cupa, dove le ombre la fanno da padrone, il territorio ideale ove trovare un gatto nero. In contesto è un cimitero, meglio di così non potrebbe andare. Invece vengono un po’ i sudori freddi esaminando il lato frontale: niente di niente, né la firma né il felino. Passando alla facciata posteriore i timori cessano all’improvviso. Il gatto è lì che ci guarda, in bella mostra, di fronte all’unica lapide ornata con fiori (uno in realtà). Ho l’impressione che stesse aspettando solo che ci accorgessimo di lui. Dettaglio: l’iscrizione sulla lapide ci informa che quella è la tomba di Riggs! Il gatto, seduto davanti ad essa, immobile, sembra farle la guardia. Come per “Killers”, torna la sensazione che l’artista avesse voluto suggerire che sì, c’è un legame diretto tra la sua persona e l’animale. Annotazione curiosa, il gatto è provvisto di una brillante aureola e occhi scintillanti. Mistero nel mistero. La firma, come per una sorta di contrappasso congegnato dall’illustratore per compensare la piena visibilità dell’animale, è ben celata all’interno della scena che stiamo osservando. La scorgiamo a fatica al centro dell’immagine, su una delle ultime lapidi prima che il terreno scoscenda verso la città. Ancora una volta sembra che Riggs si diverta a prendere in giro i fan: sei diventato matto a cercare il gatto in “Powerslave” ? Stavolta lo rendo cosi evidente che quasi non c’è gusto nel trovarlo. Anzi, possiamo dire che è lui che ti ha visto per primo, non tu. In compenso ti sfido a trovare la mia firma! Si rinnova il gioco al gatto e il topo.
Fabio Vannucci
…continua al prossimo articolo: https://www.artovercovers.com/2020/08/09/derek-riggs-e-i-simboli-ricorrenti-nelle-copertine-degli-iron-maiden-somewhere-in-time-e-seventh-son-of-a-seventh-son/