Anno d’uscita: 1978
Sito web:
https://it.m.wikipedia.org/wiki/Alternative_TV
A rendere accessibile a tutti il senso del punk, un merito speciale va dato alle copertine degli Alternative TV. Il loro primo disco è “The Image Has Cracked”. L’immagine si è proprio incrinata, stando alla copertina dell’omonimo album.

Sotto il titolo troviamo sei fotogrammi che ci immergono nella filosofia punk. Siamo nel 1978, il genere è ormai esploso in tutto il mondo. Nella capitale mondiale del punk, Londra, da due anni esce nelle edicole “Sniffin’ Glue”, la prima fanzine sul movimento, diretta da un giovane impiegato di banca che, innamoratosi dei Ramones, ha deciso di togliersi giacca e cravatta per urlare con il suo giornaletto il credo anarchico del punk. L’ex bancario si chiama Mark Perry e due anni dopo la fanzine, passa alla musica vera e propria, fondando gli Alternative TV.
Il disco d’esordio riporta tutto l’amore per il genere di Perry e soci, copertina compresa. Ci sono sei immagini, tutte contrassegnate da una didascalia ai lati esterni in verticale. C’è una bandiera rossa, un frammento di concerto finito con qualcuno della band a terra, un orsetto nel lettone (con la scritta “perché non mi fai bene?”), il bassista Dennis Burns in stato chiaramente alterato e sdraiato supino sul pavimento, un secondo scatto preso da un live e la bandiera francese dove il motto patriottico diviene “vive la rock ‘n’ roll”.

L’essenza del punk è qui: ironia, trasgressione e delirio. Gli Alternative TV in poche immagini trasmettono anche al più disinformato cosa vuol dire fare punk ed essere dei punk. Non c’è molto da aggiungere davanti alla copertina del primo album degli Alternative TV.

Anche il retro ha sei fotogrammi. Questi però hanno un sapore più new wave che punk. Ci sono oggetti di design e lo stesso frontman è in posa artistica, più cantautore internazionale che ribelle londinese.
The Image Has Cracked” è un caposaldo del punk, a partire da una copertina che trasuda di quella ribellione anarchica che infiammò il Regno Unito e il mondo intero alla fine degli anni settanta.
Leonardo Marzorati