Anno d’uscita: 1991
Sito web: https://it.wikipedia.org/wiki/Born_Against
Un gruppo che si chiama “Nati Contro” non può che avere un approccio critico verso la società. I Born Against sono stati una chimera del punk, pubblicando tre dischi tra il 1989 e il 1993. Mentre sorgeva la stella dell’hardcore, il gruppo di Richmond tornò a proporre un punk urlato più che suonato, con una forte connotazione politica a sinistra.
La copertina del loro secondo album, “Nine Patriotic Hymns for Children” gioca sull’ironia anti patriottica, come fa con le sue tele il pittore pop art Jasper Johns.
Lo sfondo è azzurro, come se fossimo immersi in un cielo terso. L’azzurro è il colore della libertà, sia quella reale, sia quella propagandata. Al centro della copertina abbiamo difatti la bandiera statunitense. Sta sventolando, con le sue stelle e le sue strisce che si dimenano, quasi a garantire i diritti costituzionali per cui ogni cittadino statunitense dovrebbe considerare il suo Paese il migliore al mondo. Sopra la bandiera troviamo il nome della band, sotto il titolo del disco.
Sono nove tracce, che con ironia i Born Against definiscono inni patriottici per bambini. Il patriottismo per loro è pura retorica, che può incantare giusto dei poppanti. Gli stessi colori accesi della copertina sono più confacenti a una scuola materna o elementare che non a una parata militare. Il potere è ridicolizzato con una semplice bandiera spiegata al vento. La stessa parola “Patriotic” è raffigurata a stelle e strisce.
Come nelle opere di Johns, i Born Against partono da un simbolo che dovrebbe essere indiscusso e indiscutibile, per minimizzarlo. I nove pezzi non sono semplici canzoni, ma inni, più autorevoli del “The Star-Spangled Banner“, altro simbolo intoccabile del patriottismo a stelle e strisce. Inni che van bene per bambini.
I Born Against sono andati controcorrente nelle musiche, non tanto nel loro messaggio. Quello, come gli stessi toni naif della copertina, ha fatto scuola anche tra i gruppi hardcore che mieteranno successi negli anni immediatamente a venire.
La copertina di “The War on Errorism” del 2003 dei NOFX ne è la prova.
Leonardo Marzorati