Anno d’uscita: 2018
Regia: Gabriele Muccino
Gli anni 10 del XXI secolo saranno ricordati, nei decenni a venire, da diversi elementi. Uno di questi è sicuramente il “selfie”, lo scatto con cui ci si immortala utilizzando il proprio smartphone. La locandina di “A Casa Tutti Bene”, pellicola di Gabriele Muccino del 2018, sintetizza alla perfezione l’effetto del selfie.
Un gruppo di persone sorride per una foto in compagnia. Li vediamo a uno a uno, mentre a mancare nell’immagine è smartphone. Come se fosse un vero e proprio selfie, in locandina vediamo quello che ci fa vedere l’immaginario telefono cellulare. Tocca a Stefano Accorsi allungare il braccio per la foto: quello che vediamo nel poster è quello che vedono i protagonisti del film.
Nell’immagine sono tutti sorridenti. La parte bassa del manifesto è riservata ai volti dei protagonisti. Hanno dei bei sorrisi a 36 denti, sono quasi tutti vestiti elegantemente: si immagina che la foto sia stata scattata in un giorno particolare di festa per gli anni d’oro di matrimonio dei coniugi Alba e Pietro interpretati da Stefania Sandrelli e Ivano Marescotti. La parte superiore dell’immagine però mostra un cielo plumbeo, coperto di nuvole grigie con uno squarcio di luce al centro.
In mezzo alle nuvole troviamo il titolo del film, mentre a destra e sinistra i nomi degli attori. Sotto il titolo c’è il nome del regista. Essendo un film di Muccino, capiamo subito che quei sorrisi sfoggiati in locandina non dureranno a lungo. “A Casa Tutti Bene” è una pellicola mucciniana elevata all’ennesima potenza, dove il regista romano condensa le isterie familiari analizzate nella sua lunga carriera dietro la cinepresa.
Odiato da molti, incensato da pochi, ma apprezzato comunque dai più (non si spiegherebbero altrimenti i suoi successi internazionali), Muccino dopo il rilancio della commedia italiana negli anni novanta, la svolta hollywoodiana degli anni duemila, negli anni dieci torna in Patria quasi per condensare in un film tutta la sua arte. Cercando in ogni modo di porsi come erede del cinema di Risi, Monicelli e Scola, Muccino mostra una grande famiglia trasudante di ipocrisia, dove ai sorrisi di circostanza seguirà l’immancabile tempesta.
Il temporale mucciniano è fatto di urla, percosse, insulti, scatti d’ira. Un tutti contro tutti dove il brutto tempo devasta l’allegria momentanea imposta dal selfie. La locandina ce lo dice chiaramente: l’ipocrisia dei selfie deve scontrarsi con i lampi e i tuoni della realtà.
Gli anni dieci sono caratterizzati dall’uso compulsivo degli smartphone e dei social. Quante foto ci siamo fatti, tutti belli sorridenti, per raccattare qualche like! Appena posato lo smartphone si torna però nella vita reale, fatta di antipatie, incomprensioni e delusioni. I protagonisti del film lo sanno bene. Molti di loro si detestano cordialmente, ma per un breve momento, eccoli in posa tutti belli sorridenti.
Sono tanti i protagonisti del film, quasi come fossero un ponte che collega i volti tipici del cinema mucciniano (Stefano Accorsi, Pierfrancesco Favino e Sabrina Impacciatore) a quelli storici della commedia all’italiana (i sopracitati Stefania Sandrelli, Ivano Marescotti e Sandra Milo). Tra questi emergono altri volti noti del nostro cinema alla loro prima prova con il regista romano. I loro personaggi sono forse i più riusciti, proprio perché estranei alla tradizione mucciniana: la coppia di onesti coatti interpretata da Gianmarco Tognazzi e Giulia Michelini; Massimo Ghini e Claudia Gerini alle prese con l’Alzheimer del primo.
La locandina di “A Casa Tutti Bene” arriva verso la fine del decennio e ne riassume la sua essenza in uno scatto. Uno dei tanti. Dove dietro la serenità immortalata sullo schermo è in agguato, neanche tanto nascosto, un temporale di emozioni che farà male. Muccino però lascia un filo di ottimismo: il fascio di luce solare che taglia le nuvole nere. Ai finti sorrisi può anche seguire un raggio di sole.
Leonardo Marzorati