Anno d’uscita: 1997
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Nel 1997 arriva per Björk un disco che forse più di ogni altro la consacra a livello internazionale. Si tratta di “Homogenic”, la cui copertina è rimasta nell’immaginario collettivo, immortalando la creativa follia della cantante islandese.
Dopo aver composto e cantato le dieci canzoni dell’album e convinto il regista Michel Gondry a girare i videoclip di “Bachelorette” e “Yoga”, Björk contatta lo stilista Alexander McQueen per la copertina. Lo stilista inglese è sulla rampa di lancio. Non ancora trentenne, nel 1996 diventa direttore creativo di Givenchy e i suoi lavori piaceranno anche a Gucci (dove passerà nel 2001). Il genio di McQueen è indiscusso e la sua partnership con Björk non può che scaturire qualcosa di eccezionale.
L’immagine è tutta concentrata sull’artista, ritratta a mezzobusto con volto e corpo deformato. McQueen trasforma Björk in una guerriera che «non deve combattere con le armi, ma con l’amore». Questa originale guerriera islandese evoca alla perfezione le canzoni contenute nell’album, prima su tutte “Hunter”.
L’immagine della Björk in copertina è molto diversa da quella reale. La sua pelle è argentata, il collo allungato da anelli metallici, come è ancestrale tradizione in alcune popolazioni africane. Gli occhi sono a mandorla, come se la cantante venisse “orientalizzata”. I capelli sono raccolti in due curiosi chignon simmetrici. Le labbra a “culo di gallina” sono rafforzate da un rossetto scarlatto. La cantate indossa un kimono bianco con sfumature azzurre che danno la sensazione dell’inverno, della neve e del freddo. L’interno dell’abito, in perfetto contrasto, è rosso scarlatto, in linea con il rossetto.
Björk incrocia le mani, dando risalto alle lunghissime unghie argentate. La ragazza è una guerriera di pace, una guerriera aliena. McQueen mescola le carte, sconfina nel kitch di classe e crea una donna che racchiude le diverse identità dei diversi popoli della Terra. Non è più la ragazza islandese presente sulla copertina di “Debut” o quella vagamente orientale di “Post”. Björk qui è un essere che unisce tutta la Terra, quasi ponendosi come estranea ad essa.
Sulla copertina di “Post” la cantante era ritratta come una geisha pop degli anni novanta. Sulla copertina di “Homogenic”Björk va oltre qualsiasi appartenenza. L’islandese non è mai stata in simbiosi con la natura e con tutti i popoli del mondo come in “Homogenic”.
Il disco è il capolavoro della cantante islandese, destinata a confermarsi come la stella più sofisticata del pop. McQueen negli anni duemila si confermerà uno dei più grandi stilisti mondiali, successo interrotto dal suo suicidio datato 2010. La guerriera dell’amore invece continua a sfornare ottimi dischi, tutti con copertine che meritano di essere ricordate.
Leonardo Marzorati
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