Oggi incontriamo i Kabirya, giovane trio dell’Emilia Romagna che ci presenta la copertina del loro ultimo singolo: “Forse è Migliore”. L’artwork nella sua minimalità è però ricco di significato, raccontato tra le righe di questa intervista. Scopritelo con noi!
Ciao ragazzi e benvenuti su Art Over Covers, avete voglia di parlarci un po’ di come è nata la vostra band?
Ciao ragazzi! Felici di essere con voi! Noi siamo i Kabirya, trio alternative rock da Piacenza. Nonostante la band sia nata ufficialmente nel 2019, noi 3 facevamo già parte di un gruppo con varie esperienze musicali alle spalle, i Delates. Ogni band come sapete è un piccolo sistema dinamico, i cambiamenti interni possono avvenire all’improvviso come dopo tanto tempo. La nostra formazione è mutata più volte, abbiamo deciso di scrivere nuovi pezzi in italiano e non più in inglese e abbiamo scelto di fare un nuovo passo, iniziare il progetto Kabirya.
Quant’è importante secondo voi l’immagine per la vostra musica?
La musica e soprattutto il testo hanno avuto e hanno tuttora sicuramente un ruolo fondamentale, trasmettendo il messaggio che ogni brano contiene, sia con le parole che con le frequenze melodiche e ritmiche. Ma oggi, secondo noi, l’immagine si presenta come una sorta di “carta d’identità” per la band: con la grande quantità di immagini pubblicate sui social e di album sulle piattaforme digitali, ogni copertina o foto deve avere un valore unico, per destare curiosità nell’ascoltatore e non rimanere anonima.
La copertina del vostro singolo “Forse è Migliore” raffigura un biglietto senza data e senza destinazione, potete descriverci qualcosa di più? Da chi è stata scattata la fotografia?
“Forse è Migliore” è un brano che racchiude uno sguardo al mondo che ci circonda, in cui pessimismo e negatività sembrano farla da padrone ovunque, in cui ogni pensiero pare esprimere un continuo degrado, sia nella società che nell’animo umano. Ma una vena di speranza c’è sempre oltre l’orizzonte e anche noi, nel nostro piccolo, possiamo trovare il modo di vivere in maniera più semplice e positiva. Da qui l’immagine del biglietto del treno in copertina, la cui foto è stata scattata da Gabriele, nostro batterista e il progetto grafico realizzato da Rebecca Sottosanti: il biglietto è sprovvisto di data, partenza e destinazione, a rappresentare quel “viaggio” che compiamo ogni giorno nella nostra vita, ma che deve essere libero da ogni influenza, ostacolo e limite temporale, fisico o sociale.
Avete anche girato video del vostro singolo, molto minimale, urbano https://www.youtube.com/watch?v=U1nLRqdk97c. C’è un significato anche dietro questo clip?
Certo! Anche per il videoclip abbiamo voluto rimarcare il significato del brano, in uno stile appunto urbano, essenziale
e con un pizzico di surrealismo. Nelle scene del video, una ragazza si muove in uno spazio metropolitano, nella periferia di una grande città: mentre corre o cammina per strada, in un parco o in una galleria della metro, la protagonista non viene inquadrata in viso, resta anonima per la maggior parte del videoclip. Lei pare “vuota”, stanca e scoraggiata, sembra scappare da quel grigiore monotono della sua città e del suo quotidiano. Ma più volte si imbatte in musicisti (i 3 membri della band) lungo il suo percorso, i quali sembrano accompagnarla e guidarla, seppur in maniera ambigua e surreale, verso un destino migliore. L’ultima scena riprende la ragazza finalmente in viso: ha pianto, il trucco è leggermente sbavato, sale su una collina e guarda verso l’alto con occhi lucenti, scorgendo nel cielo un grande masso o un pianeta che simboleggia la sua speranza e il suo coraggio nell’iniziare una nuova vita. Il video è il risultato del gran lavoro di Elia Pellegrini, giovane videomaker di Rovigo, che ci ha proposto in pochissimo tempo tante idee per la realizzazione del video, tutte in linea con le nostre aspettative. Veneta è anche l’attrice Giulia Gonella, con alle spalle diverse esperienze in teatro, cinema e videoclip musicali. È stato veramente interessante per noi collaborare con loro!
Avete già qualche idea sulla copertina del vostro full-length quando uscirà? C’è un artista in particolare con cui vi piacerebbe collaborare?
Qualche idea ci passa già per la testa, ma vogliamo prenderci ancora un po’ di tempo per definire meglio il prossimo progetto grafico e con chi collaborare. Abbiamo in mente anche di pubblicare un altro singolo magari, possibilmente con videoclip annesso.
Da cosa è derivata la scelta del vostro moniker e cosa significa?
Il nome Kabirya si rifà ai celebri film “Cabiria” di Giovanni Pastrone, con la partecipazione di Gabriele D’Annunzio e al vincitore di un Oscar “Le Notti di Cabiria”, diretto da Federico Fellini. Entrambi film italiani che diventano celebri in lingua italiana, la stessa che scegliamo di utilizzare noi per scrivere i nostri testi, dopo un periodo di sola scrittura in lingua inglese. Per il gruppo è un modo per riavvicinarsi alla lingua e alla cultura native, per poter esprimere al meglio e con semplicità i propri pensieri attraverso la musica. Infine, Cabiria è il nome della protagonista in entrambe le pellicole, che rappresenta per noi un esempio attualissimo di figura giovane, fragile, ma estremamente semplice e forte allo stesso tempo. Nonostante gli inganni, le angherie, i soprusi e le prepotenze incontrate durante la vita, i due personaggi femminili non smettono mai di guardare al futuro con speranza e fiducia, dimostrando una forza d’animo e una tenacia impressionanti che sanno superare ogni difficoltà. Collegandoci ancora al nostro video, vogliamo ricordare la scena finale de “Le Notti di Cabiria” di Fellini in cui la protagonista, interpretata da Giulietta Masina, piange di disperazione dopo l’ennesima delusione subita, ma nel giro di un attimo si ritrova accompagnata da una banda di musicisti di strada, che le infondono di nuovo gioia e speranza; esattamente come avviene nel film, pure nel nostro videoclip la protagonista (come una moderna Cabiria) viene accompagnata da noi musicisti nel suo percorso, per ritrovare serenità e luce dopo un momento di buio e tensione.
Guarda caso sul nostro sito è stata recensita la locandina del famoso film: https://www.artovercovers.com/2017/05/25/cabiria/; pensate che il significato del manifesto sia un valore aggiunto alla scelta del vostro nome?
Dobbiamo confessarvi una cosa: quando stavamo progettando il nostro logo, ci siamo ispirati proprio alle scritte presenti nei due manifesti originali! Li abbiamo notati entrambi e li abbiamo messi subito fra le nostre referenze. Oltre a questo, per rispondere alla vostra domanda, le locandine di entrambe le pellicole ci hanno colpito molto, soprattutto quella del film di Pastrone datato 1914: è austera, evocativa e nonostante sia datata, conserva secondo noi un’immagine d’impatto che ancora oggi può impressionare. Il sacrificio, la folla che segue rapita e impotente la scena, la macabra danza a dare spettacolo davanti alla terribile cerimonia: tutti questi eventi possono essere benissimo spostati nel presente, dove tutto può ancora succedere davanti ai nostri occhi.
Vi è mai capitato di acquistare un disco solo per l’immagine della cover? Se sì quale?
Da buoni amanti dei dischi e soprattutto vinili, spesso ci buttiamo e acquistiamo anche solamente guardando la copertina! Tra questi album sicuramente abbiamo:
“The Unforgettable Fire” – U2, “Massive at the Blind School” – A10 e “The Obsidian Conspiracy” – Nevermore
Il vostro colore preferito e perché.
Nero. Unico, elegante ma semplice, profondo. Sicuramente un colore che affascina e si adatta a tutto.
Quali sono secondo voi le copertine migliori della musica?
Ecco le copertine indiscusse che pensiamo siano le migliori della musica:
– “Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band”, Beatles
– “Joshua Tree”, U2
– “Nevermind”, Nirvana
– “Velvet Underground & Nico”, The Velvet Underground
– “Aqualung”, Jethro Tull
– “Appetite for Destruction”, Guns ‘n’ Roses
Mentre queste sono quelle magari meno usuali, ma che ci affascinano molto ugualmente!
– “Aladdin Sane”, David Bowie
– “Korn”, Korn
– “Load”, Metallica
I vostri artisti preferiti o fotografi.
Di sicuro artisti del passato come Caravaggio e De Chirico, mentre ai giorni nostri un grande fotografo da menzionare è certamente Guido Harari, che ha fotografato davvero i più grandi della musica.
Libertà di espressione, diteci pure qualcosa che avete voglia di comunicarci!
Siamo molto contenti di aver fatto due chiacchiere con voi! Grazie per la bella intervista! Non solo la musica è importante, ma anche le immagini hanno un grande ruolo e se vi va, vi terremo aggiornati sulle prossime copertine a cui stiamo già lavorando.
Ciao!
Ecco qualche link per tenervi aggiornati sulle nostre “scorribande artistiche”.
Link audio:
https://open.spotify.com/album/0nkKbsiL6vajzyMrWSseSS
https://kabirya.bandcamp.com/
Link video:
https://www.youtube.com/watch?v=U1nLRqdk97c
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