Link prima parte: https://www.artovercovers.com/2019/08/27/narcotango-prima-parte/
Nella copertina di “Narcotango”, per una analisi prettamente figurativa, ci troviamo davanti a un fotomontaggio suggestivo che esaspera la tematica del legame tra i ballerini, ovvero la famosa connessione che si sviluppa con l’abbraccio tanghero e l’eroticità tipica del tango tradizionale. Ma non solo. Tutti conosciamo lo stereotipo della coppia di ballerini di tango classico, vestita con tipici abiti eleganti, fissata in un’immagine che li mostra fermi in una posa finale.
Nella copertina invece i due, vengono ripresi in modo non convenzionale, anzi estremamente provocatorio: i loro corpi sono nudi e avvolti nella plastica. Ma non basta, i due sono addirittura legati insieme da una fune nera, che li avvinghia in più punti. A fianco dei ballerini un rullino di pellicola fotografica, sovradimensionato rispetto ai corpi umani, mostra i volti dei ballerini in primo piano. Essa viene sorretta e presentata da una figura appartenente al mondo dei fumetti. Ogni immagine del rullino (che sembra essere una sequenza di fotogrammi di un video) ha però una tinta diversa.

L’artwork vive anche di un’importante sfocatura e di un accordo cromatico di colori analoghi caldi, in primo luogo arancione, rosso (passione) e giallo, che tendono a fondersi insieme. Il titolo “Narcotango” sfuma in un gradiente di sfocatura che va accentuandosi verso destra, sfocando la parola tango. Un indizio per un tango ambiguo, impuro e contaminato nel tempo. In un’intervista in lingua spagnola per la rivista di tango “La Cadena” del maggio 2007, Libedinzky rivela a grandi linee l’intenzione comunicativa della cover realizzata da Gustavo Perlo e Rosana Laudani su disegni di Eduardo Tessone.

L’artista spiega che gli strati di plastica sono metafora in quanto si possono staccare. Il mondo che ci circonda è pieno di informazioni e stimoli. Ma dipende dal grado di sensibilità di ogni persona quanto quest’ultima riesce a percepire di quello che gli sta attorno. La coppia di tango avvolta nella plastica è intesa come simbolo di due persone che sono d’accordo ed il cui ballo può finire in qualsiasi cosa. Si tratta dell’atmosfera e i ballerini danno il tono per l’atmosfera della musica. http://abruswanadoo.blogspot.com/2007/09/narcotango-entrevista-con-carlos.html

In un’altra intervista (del 2007) sempre in spagnolo per il tango blog “El Tangauta” egli afferma che si tratta di un’immagine onirica e che la lettura dipende dalla sensibilità dello spettatore. La coppia avvolta in una carta filmica, rappresenta ballerini che per qualche motivo non possono staccarsi, scongiurando un senso di “craving”. http://www.narcotango.com.ar/espaniol/images/narco_prensa72/nota.asp.htm. Queste dichiarazioni sono in sintonia con quanto scritto sopra: partendo da un simbolo di legame, fondendo i colori ed evocando addirittura l’immaginario visivo delle pratiche fetish e bondage.
L‘opera visiva mette in evidenza l’aspetto tipico della connessione fra i ballerini del tango, due corpi in continua comunicazione, come pure la dipendenza che il tango è capace di generare nei danzatori. Ma la simbologia utilizzata, con i fotogrammi in tinte diverse, l’inserimento della figura fumettistica e i ballerini nudi suggerisce un’apertura verso i giovani, la drammatizzazione dell’erotismo, nonché la grande dinamicità e libertà espressiva di un nuovo genere. Ovvero: il tango elettronico inteso come innovazione musicale del tango, fa confluire nel “tango nuevo” una musica tango moderna. Queste nuove strutture musicali tendono a influenzare a loro volta il “tango nuevo” come forma di danza. In questa maniera la nuova musica accompagna il “tango nuevo” nella sua evoluzione e lo spinge verso quello che poi verrà definito “neotango”.

La copertina sembra dunque voler mettere in rilievo l’evoluzione del “tango nuevo” riportata sopra e rimandare al contempo all’ambiguità che questo processo ci riserva, mostrando comunque i punti di contatto con il tango tradizionale. C’è da aggiungere che  questi nuovi stili di ballo del tango mantengono un aspetto fondamentale del tango argentino classico: l’improvvisazione del ballo, ben descritta dal filosofo e sociologo italiano Davide Sparta nel suo libro “Sul tango, l’improvvisazione intima” del 2015.  L’improvvisazione nel tango scaturisce dalla volontà di interpretare la musica in continuo adattamento al partner e agli spazi disponibili nella pista di ballo.

In conclusione sembrerebbe si prospetti la seguente separazione fra generi: “tango tradizionale”, come musica e ballo secondo i vari stili regionali, “tango nuevo”, come evoluzione musicale introdotta da Piazzolla, “tango nuevo” come metodologia d’insegnamento ed analisi del ballo e “neotango”. Quest’ultimo ingloba l’electrotango, gli stili di ballo del “tango nuevo” ballato con musica non-tango (forse etichettato arbitrariamente per molti anni come “tango nuevo”), come pure il “neotango” inteso come stili di tango ballato per ballare l’electrotango. Di fatto una netta separazione tra “neotango” e “tango nuevo”, risulta improbabile per la presenza di diverse intersezioni.

Infatti, certi club di tango, per andare incontro ai gusti e alle preferenze dei tangheri e tenere separati i generi, propongono sale diverse con i rispettivi DJ specializzati; una dove si balli “tango tradizionale” e una che offra uno spazio dedicato al “neotango” e/o al “tango nuevo”, non essendoci, come affermato, un confine netto tra i due. In questa atmosfera ambigua e pionieristica si colloca il progetto “Narcotango”, l’opera visiva mette in evidenza l’aspetto tipico della connessione fra i ballerini del tango, due corpi in continua comunicazione, come pure la dipendenza che il tango è capace di generare nei ballerini. E il messaggio veicolato dalla copertina, riuscito emblema di un processo sincretico del tango contemporaneo.
Fabian von Unwerth
coedited by Lucia Fontana