Anno d’uscita: 2003
Sito web: https://en.wikipedia.org/wiki/Carlos_Libedinsky
“Nell’ora in cui restano poche coppie che ballano sulla pista e la magia visita la milonga, quando i corpi esausti, dopo ore e ore di ballo, rifiutano la fine della notte, in quell’ora particolare nacque “Narcotango”. In quel momento preciso cominciai ad immaginare la musica che volevo ballare e vedere ballare, in quell’ora in cui il potere narcotico del tango, conferma che una volta entrati in quest’universo, difficilmente si riesce ad uscirne, perché il tango è come una droga che genera un’incredibile, sensuale e potente dipendenza”. https://www.accademiatangoargentino.it/it/index.php?id=Autori&autore=Narcotango. Sono parole del bandenoista, compositore e produttore argentino Carlos Libedinzky, che venne nominato due volte per il Latin Grammy Award (2009 e 2010) e votato “Outstanding Cultural Personality” dal parlamento argentino (2013).  Per poter meglio comprendere il linguaggio visivo utilizzato dalla copertina del primo album del progetto che lo ha reso celebre, appare necessario contestualizzare dapprima il genere musicale in cui si muove l’artista.

Libedinzky è uno dei fondatori dell’electrotango, una musica che risulta dalla fusione di ritmi tango tradizionali e musica elettronica. Per concepire “Narcotango”, il compositore  afferma di essersi ispirato alla densità, profondità ed eroticità delle musiche di gruppi trip hop come Massive Attack, Portishead, Air e Morcheeba. http://www.narcotango.com.ar/espaniol/images/narco_prensa72/nota.asp.htm. Articoli e recensioni sul tango elettronico sostengono che è nato alla fine degli Anni’90 e che viene in genere collocato all’interno dei movimenti artistici e culturali tango nuevo e neotango. Inoltrandosi nella tematica, ben presto ci si rende però conto che ci sono dei problemi di contestualizzazione. Infatti i termini neotango e tango nuevo vennero e vengono spesso utilizzati come sinonimi. Inoltre l’espressionetango nuevo” è stata utilizzata per fenomeni diversi in continua evoluzione. Questo dato di fatto ha contribuito a creare non poca confusione. Bisogna dunque cercare di fare luce sulla questione.

Cercando di andare con ordine si può affermare che il tango è musica concepita per un ballo altamente codificato e istituzionalizzato e che inizialmente con “tango nuevo” si intendeva quella modernizzazione del tango tradizionale, avviata dal grande Astor Piazzolla a partire degli anni 1955.
Piazzolla ha rielaborato il tango cambiandone la forma e modificandone i ritmi ricorrendo alla musica d’arte europea, al folklore argentino e al jazz. Utilizzando il progressive jazz e il third stream, ha sviluppato nuovi concetti per strutturare la parte d’improvvisazione nelle sue composizioni, sviluppando un tango d’ascolto, e per questo motivo inizialmente molto criticato così come per le contaminazioni introdotte. Dal 1974 fece entrare anche la musica elettricamente potenziata nelle sue composizioni. Tuttavia è riconosciuto che il tango nuevo di Piazzolla non ha mai perso il romanticismo, la passione, il dramma, l’erotismo e la forza espressiva del tango tradizionale, cosicché nelle sue canzoni il tango rimane sempre percettibile. Pezzi epici e solenni come “Libertang”o e “Adios Nonino” ne sono l’innegabile dimostrazione. C’è da aggiungere che il tango nuevo di Piazzolla non fu però concepito per il ballo, né reputato ballabile.

Attorno agli Anni ’80-’90 viene coniata in modo informale l’espressione “tango nuevo” per riferirsi a un stile alternativo di ballo del tango. A caratterizzarlo, un abbraccio più aperto e morbido, con figure molto fluide del repertorio del tango tradizionale. In sostanza si tratta di una modalità di danza del tango adattata per ballare sulla base di certi pezzi moderni non-tango, in genere brani o canzoni degli ultimi quarant’anni reputati ballabili con la bio-meccanica del tango come il pop, l’hip hop, raggae, e vari altri. Per farsi un’idea si possono visionare i video delle esibizioni di Sebastián Arce, BA Tango o Homer Ladas.

Ma ci sono altri fattori che contribuiscono a creare confusione. Infatti la definizione “tango nuevo” venne anche utilizzata per indicare una metodologia di analisi e insegnamento del tango concepita a partire dagli anni ’90 a Buenos Aires dal Tango Investigation Group, poi trasformatosi nell’organizzazione Cosmotango. Questo nuovo approccio sviluppato da Gustavo Naveira e Fabian Salas ha fatto scuola ed è confluito nella pratica quotidiana di tantissime scuole di ballo di tango argentino in tutto il mondo. Di conseguenza, secondo i fondatori, tutti gli stili di ballo del tango che attingono da questa analisi e metodologia dovrebbero essere etichettati con “tango nuevo”.

Sempre a partire degli Anni’90, si formano diverse gruppi musicali che sviluppano il discorso del “tango nuevo” di Piazzolla a livello musicale. Introducendo l’uso di strumenti elettrici, sintetizzatori e percussioni e aprendosi contemporaneamente a contaminazioni di altri stili musicali popolari (trip hop, dub, elettronica, techno, house, ecc.) hanno portato le sonorità del tango anche tra la gente più giovane e meno propensa ad interessarsi ad un ballo antico, nato nella seconda metà del diciannovesimo secolo. Tra le formazioni più famose di questo genere si possono citare i Gotan Project, Bajofondo, Tanghetto e appunto il progetto “Narcotango”, di Carlos Libedinzky. Tutti questi gruppi vengono comunque anche classificati con l’etichetta tango eletrònica o electrotango,

In principio andò formandosi l’opinione che l’electrotango, grazie al suo carattere innovativo, poteva essere visto come parte del movimento “tango nuevo”, iniziato da Piazzolla. Per ballare questa musica si è sviluppato un ballo simile a quello stile di ballo “tango nuevo” per musiche non-tango con la caratteristica di venire spesso interpretato in maniera ancora più libera, aperta e sciolta. Vi vengono inseriti anche elementi di salsa,  ballo liscio, swing e altri. Lo sviluppo di una nuova musica tango con un rispettivo stile di ballo portò alla proclamazione della genesi di un nuovo genere di tango, il “neotango”.  https://en.wikipedia.org/wiki/Neotango .

Confrontando le playlist “neotango” e “tango nuevo” create su Spotify si scopre che le prime contengono al novantanove per cento electrotango, mentre le playlist di “tango nuevo” contengono sia musiche non tango (pop, world music, trip hop, ecc..) che electrotango. Per questa ragione mi pare lecito affermare che la separazione delle due categorie rimane tuttora ambigua. Esponenti di spicco del “neotango” ballato sono Adrian Veredice & Alejandra Hobert.

Dopo il tentativo di contestualizzazione etimologica è più facile intuire le possibili intenzioni della cover dell’album “Narcotango”, pubblicato nel 2003. Questa analisi visiva seguirà nella seconda parte di quest’articolo.
Fabian von Unwerth
coedited by Lucia Fontana