Anno d’uscita: 1972
Sito web: http://www.bancodelmutuosoccorso.it/
Una coppia ha rappresentato per un’epoca la faccia di alcuni tra i migliori dischi del rock italiano. Parliamo della disegnatrice Wanda Spinello e del fotografo Cesare Montalbetti (conosciuto anche come Caesar Monti), sposati e autori di copertine simbolo della progressive di casa nostra. “Darwin!”, capolavoro del Banco del Mutuo Soccorso è opera loro.

A sinistra leggiamo il nome della band, a destra quello del disco. In mezzo troviamo un orologio a cipolla. La forma è quella di un comune cipollotto d’argento; il quadrante è invece sorprendente. In linea con un album ambizioso, che si prefigge l’obiettivo di descrivere attraverso le note l’evoluzione della Terra e dell’umanità, il paesaggio del quadrante è eterogeneo e all’apparenza non ospitale. Il disco si chiama come il fondatore dell’evoluzionismo, lo scienziato Charles Darwin; la copertina mostra in un’immagine l’evoluzione di millenni di storia. Solo in alto a sinistra vediamo una struttura costruita dall’uomo. Per il resto potremmo dire di vedere un territorio tipico di quest’epoca come di quella in cui la Terra aveva come unico continente la Pangea.

Le dodici ore che scandiscono metà giornata sono rappresentate da altrettanti piccoli ritratti presenti in tondini. Ci sono immagini stilizzati di esseri umani che vanno dall’uomo preistorico a quello moderno. Dodici primi piani che rappresentano l’evoluzione dell’uomo nei suoi aspetti. I look vanno dal cavernicolo all’uomo della società industriale, passando per la classicità greca a figure storiche, come Enrico VIII d’Inghilterra.

Essendo un quadrante di un orologio non possono mancare delle lancette. Queste sono le braccia di un uomo ritratto di spalle, agghindato come un predicatore del West, con tanto di borsa con le sue pozioni appoggiata a suoi piedi. Non si tratta di un qualsiasi santone, ma del cantante del Banco, Francesco Di Giacomo. Il cappello a cilindro, la lunga chioma nera e la folta barba sono segni inconfondibili del leader del gruppo (quantomeno nel 1972, prima che perdesse i capelli e si ingrigisse la barba). È Di Giacomo a scandire il tempo: non a caso è lui il deus ex machina di questa storia dell’umanità in sette canzoni.

Sul retro del disco vediamo il retro dell’orologio. È argenteo, con un treno stilizzato raffigurato in rilievo. Delle dita tentano di richiuderlo o forse di aprirlo. In basso a sinistra vediamo un piccolo salvadanaio, richiamo alla copertina del primo disco della band, “Banco del Mutuo Soccorso”, e destinato a divenire l’oggetto simbolo di questo gruppo che ha fatto la storia del rock progressive mondiale.

Leonardo Marzorati