Anno d’uscita: 1972
Sito web: http://www.leorme-officialfanclub.com/
Uno dei periodi di gloria della musica popolare italiana sono stati senza ombra di dubbio gli anni settanta. All’epoca, le eccellenze musicali italiane erano apprezzate, oltre che in patria, anche all’estero, dove facevano scuola. Il rock progressivo italiano, quello de Le Orme, Banco del Mutuo Soccorso, PFM, New Trolls, Area etc., è stato un faro che dalla nostra penisola ha illuminato Europa e oltreoceano. Alcuni dischi dell’epoca, con le rispettive copertine, sono finiti per divenire simboli di quella fase musicale nell’immaginario collettivo.
La copertina è un biglietto da visita dell’artista e Le Orme lo sanno bene. Per l’immagine che caratterizza il loro lavoro contattano un disegnatore, Walter Mac Mazzieri (1947-1998), destinato a divenire l’autore di tante copertine del gruppo. Mazzieri spazia nelle sue opere dai metafisici italiani ai muralisti messicani, con omaggi ai surrealisti Ernst, Magritte e Dalì e reminiscenze ai rinascimentali centro-europei Brueghel e Bosch. Oltre alla qualità delle canzoni, il progressive italiano ha regalato vere e proprie opere d’arte.
L’immagine del quarto disco della band veneziana “Uomo di Pezza” è un vero e proprio quadro. Si tratta di “Garbo di Neve”, dipinto dai tratti surrealisti liberamente ispirato al testo del brano “Gioco di Bimba”, una delle hit contenute nell’album. Mazzieri dipinge figure mitologiche e animalesche, a cui aggiunge allusioni erotiche prese direttamente dalla cultura greco-romana.
Un gigante dai colori accesi, in cui la pesantezza fa da contrasto alla sua fragilità, si tappa le orecchie, mentre avvolge una figura turchina che tiene in braccio un volatile. Il silenzio sembra cullare questo paesaggio metafisico che ricorda le tele di Alberto Savinio. Si vede una civetta, una luna surreale e un universo in cui domina il silenzio e la pace. Le figure mostruose, in primis il gigante protagonista, vivono in quel mondo colorato in un’armonia che ben introduce alle sonorità de Le Orme. È una scena onirica, ma questi sogni non disturbano il sonno di chi li crea, anzi, i tratti morbidi del disegno danno un senso di tranquillità, come fossimo tra i disegni di un libro di fiabe per bambini.
L’opera di Mazzieri è un 50×100 centimetri e difatti in copertina vediamo solo la parte di destra, mentre quella di sinistra finisce sul retro. Il nome del gruppo e il titolo dell’album vengono inserite con caratteri bianchi in alto all’immagine. C’è un equilibrio perfetto sulla copertina di “Uomo di Pezza”, lo stesso che invade le nostre orecchie ogni volta che ascoltiamo le canzoni di Tagliapietra, Pagliuca e Dei Rossi.
Leonardo Marzorati
Mi hai fatto rivivere una parte della mia infanzia con questi grandi gruppi musicali che dominavano il panorama degli anni Settanta. All’epoca vivevo a Milano, a pochi passi dalla villa-studio discografico dell’Equipe 84, per me era un luogo misterioso e affascinante. Grazie!
La copertina è meravigliosa, non so trovare altre parole per definirla. Una vera opera d’arte. Si trova su un crinale molto sottile nel diventare un incubo, ma le forme morbide e arrotondate, e i colori caldi e setosi la fanno rimanere nell’ambito di un sogno non minaccioso. Ho notato anche le forme del gigante che sembrano “sciogliersi” mentre procede. Tutto ciò testimonia anche una grande raffinatezza nella scelta dell’artista da parte del gruppo.
Grazie del commento Cristina. Questa copertina è in perfetta simbionsi con le canzoni dell’album. Disco imperdibile in tutti i sensi, da mettere in loop sul pc.