Axel Rudi Pell – “Knights Call”
Sito web: https://www.axel-rudi-pell.de/
Nella mia lista abbiamo il cd “Knights Call” di Axel Rudi Pell, biondo chitarrista heavy metal tedesco, con Johnny Gioeli alla voce. Una copertina sicuramente elaborata dal punto di vista illustrativo e basata su colori che rispecchiano al meglio la scena gotica, anche se il suo stile musicale non è propriamente questo. L’artista esordì nel mondo musicale suonando negli Steeler ma, nel 1988, decise di lasciare il gruppo per fondare una sua band. L’artwork gestisce al meglio il titolo dell’album uscito con l’etichetta SPV Records dal titolo “Knights Call”, ovvero la chiamata dei cavalieri. Ecco quindi i cavalieri in tutto il loro splendore comparire con le loro spade ed inseriti nella muratura del castello, da cui fuoriesce una carrozza guidata da potenti cavalli e da un uomo incappucciato, che sembra avere davvero molta fretta. Sul mantello dei cavalli troviamo lo stesso stemma di riconoscimento che lo stesso Axel usa spesso nelle sue copertine come un simbolo di riconoscimento, così come lo sono la presenza dei teschi. La stessa breve intro “The Medieval Overture” ci riporta automaticamente con la mente ai fasti del passato, ad un’ambientazione strettamente medioevale. Morte e distruzione in arrivo a quanto pare, in quanto, proprio dietro al cocchiere, con uno sfondo rosso sangue, appare una ghigliottina. Un evento o battaglia sta per avere inizio? Cosa dovranno affrontare i cavalieri?

“Traces” – Steve Perry
Sito web: https://steveperry.com/
Una copertina sempre in questo stile “disegnato”, ma sicuramente più gioiosa e rilassante, è quella di Steve Perry col suo album “Traces”. Steve è cantante, compositore e produttore discografico statunitense, nonchè è stato il cantante della rock band Journey dal 1978 al 1987. L’artwork è una sorta di viaggio in un mondo immaginario, dove la natura appare sicuramente in primo piano. Tutto ciò che viene rappresentato è integrato negli alberi o nelle foglie. L’immagine è ricca di elementi che si mischiano fra loro: una donna in chiave burlesque, una chitarra, un serpente, un disco sospeso in aria, un pianeta e altro ancora, insomma tutto ciò che la vita ci dà, divertimenti e tentazioni. Un ritorno molto atteso quello di Perry! Il suo silenzio è coinciso con un lungo periodo di isolamento, che il cantante è riuscito a superare solo grazie a Kellie Nash, una psicologa affetta da cancro: “Se mi succede qualcosa di brutto”- gli disse – “promettimi che non tornerai ad isolarti perché credo che renderebbe tutto inutile”. Nel 2012 Kellie morì e Perry, dopo due anni, è finalmente tornato in studio, dando vita al suo nuovo album. La copertina dell’album rispecchia tutto ciò che è dentro l’anima dell’artista. Una confusione probabilmente, ma anche una luce e apertura al mondo! È come se lo spettatore stesse per uscire da un bosco fatato per avviarsi verso quello che è il mondo reale; la città lo sta aspettando. Meglio prendere il sentiero ed avviarsi verso il ponte di Brooklyn (appunto la più popolosa delle cinque suddivisioni amministrative della città statunitense di New York) o meglio tornare indietro da dove si è venuti? Visto ciò che è successo sicuramente Perry vuole uscire allo scoperto e far conoscere a tutto ciò che ha dentro.

“Only Human” – Vega
Sito web: https://www.vegaofficial.co.uk/
Infine una copertina diversa da queste elencate, creata da Nello Dell’Omo per i Vega di Nick Workman: rock band del Regno Unito. Una curiosità: dietro al banco di regia troviamo Harry Hess (Harem Scarem) che si è occupato del master e del mixaggio. L’album si intitola “Only Human” (quinto album per la band) e rappresenta un teschio che si sgretola sulla parte sinistra. Ma invece che ritrovarsi pezzi di ossa che vagano in aria, vengono rappresentati elementi positivi, quali fiori ed uccelli. Il tutto usando solo i toni del grigio, così anche per il moniker della band. Ma perchè questa connessione tra fiori e teschio? Perché vi è la certezza che dopo tutto, anche essere “semplicemente umani”, possiede i suoi bei lati positivi…  Ecco quindi il teschio che rappresenta ciò che siamo, spogliati veramente di tutto, senza sguardi che possano ingannare. Accostare quindi i fiori al teschio permette di cogliere un chiaro segno sulla necessità di godere della bellezza e della gioia quando se ne ha la possibilità, prima che sia troppo tardi e che i rimpianti ci sommergano, ma è anche un contrasto evidente tra la vita e la morte. Un artwork che a colpo d’occhio sembra semplice, ma in realtà studiato nei minimi particolari.
Antonella “Aeglos” Astori