Anno d’uscita: 2015
Regia: Michael Dougherty
Una fiaba comica e nera al tempo stesso, co-scritta, co-prodotta e diretta da Michael Dougherty, basata sulla storia del Krampus: la leggenda dell’anti Babbo Natale. Nell’omonima pellicola “Krampus” viene narrata la commercializzazione (anche umana), della travisazione del Natale, in quanto mostra l’abitudine ad unirsi in questo giorno più per consuetudine che per affetto, nascondendosi dietro a un regalo.

L’illustrazione nella locandina è raccontata e descritta partendo da un bordo nero, che rappresenta l’oscurità, quella presente dietro a certe maschere imposte dove viene narrata la vicenda, quindi rappresenta la base di partenza del tutto, formalizzata dal titolo scritto con caratteri ghiacciati, metafora della situazione congelata dalla superficialità del tempo.

La creatura narrata in questo film, nasce nei paesi di lingua tedesca, il Krampus è un demone travestito da Babbo Natale che si abbina al figura folkloristica di San Nicola di Bari durante la ormai canonica sfilata dedicata a lui e celebrata in molti di luoghi. Essa è collegata alla mitologia cristiana, più precisamente al vescovo San Nicolò e ai suoi servitori denominati Krampus.
In quest’opera il Krampus è rappresentato dalla controparte di Babbo Natale stesso come si vede dalla manica rossa col pelo bianco. Il riquadro centrale è il focus della storia, dove viene mostrata la parte finale della divisa natalizia di Santa Claus, da cui esce una mano mostruosa dalla pelle scura, con lunghe dita e relative unghie affilate, facendo riflettere una figura mostruosa, che crea una sorta di diorama, con delle case racchiuse in palle di vetro che mostrano un’ambientazione di festa, svelando così una sorta di “Velo di Maya”, concetto espresso da Schopenhauer, dove spiega, che per vedere la realtà, bisogna togliere ogni filtro, idee soggettive e diventare neutri, verso quello ci circonda.
Non a caso nel tutto viene fatto vedere il gesto di appoggiare la casa nella palla di vetro, con la neve che scende, su un tavolo sporco, dove si vedono linee bianche che rappresentano strade, che dovrebbero unire le costruzioni, il ciò creerebbe un collegamento, ma in realtà ci mostra la nemesi della monade di Leibniz.

Cos’è una monade? Si tratta di una sostanza semplice, priva di parti, indivisibile ed eterna. Le monadi sono tutte diverse tra loro per il principio di identità degli indiscernibili, che implica che in natura non vi siano due esseri identici. Le monadi sono mondi chiusi, Leibniz li definisce “privi di finestre”, pertanto non possono subire influenza reciproca o la modifica indotta dall’esterno. Le monadi sono una sorta di atomi psichici che, pur essendo chiusi in sé stessi, sono legati tra di loro in quanto, tutti sono aspetti del mondo.

Il film in esame è un omaggio ai lungometraggi di genere classico degli anni’80, a partire dalla struttura basilare e dalle creature, come il clown demoniaco, il giocattolo che divora le vittime, al più iconico omino di marzapane killer, il tutto narrato in una trama nella quale il bambino protagonista della storia è deluso dai genitori e dai parenti, rinuncia allo spirito del Natale richiamando il Krampus che fa una strage nella casa dove abita con i suoi famigliari.
La morale del film è difatti semplice, ma difficile da applicare: quello di essere sé stessi per il proprio bene, e per il bene di chi ci sta vicino, collaborando in maniera costruttiva per un Natale sincero da passare con chi si ama.
Mirco “Nemo” Quartieri