Anno d’uscita: 1987
Regia: Stanley Kubrick
Avevamo già parlato di una pellicola sulla guerra del Vietnam tempo fa, con la locandina di “Platoon” (https://www.artovercovers.com/2017/06/25/platoon/). L’ispirazione ha però preso il sopravvento nuovamente per trattare un nuovo capolavoro cinematografico sullo stesso tremendo conflitto, presentato da un altro notevole ed emblematico poster, quello di “Full Metal Jacket”.

Il capolavoro di Stanley Kubrick esce nel 1987 e, oltre che ad essere un’altra ennesima testimonianza sull’ingiusto conflitto del Vietnam è anche un superlativo trattato di dualismo. Il dualismo in filosofia è stato studiato ed esposto da Thomas Hyde e da Cartesio e tratta della disparità tra mente e corpo, e quindi una contrapposizione esistente tra il bene e il male, come la luce e le tenebre, come la razionalità e l’irrazionalità.

L’immagine dell’affiche è la rappresentazione dell’elmetto indossato dal protagonista, il soldato Jocker, così nominato dal sergente Hartmann durante il periodo di addestramento. Sullo stesso appare la scritta “born to kill” affiancata al simbolo della pace. Due slogan totalmente opposti e completamente contraddittori che vengono spiegati dallo stesso soldato nel minuto nr.1:04:36 del film. In realtà il simbolo della pace in “Full Metal Jacket” è presente come spilla impressa sulla giacca di Jocker, non sull’elmetto.
Colonnello: Marine, cos’è quel distintivo sul giubbotto?
Soldato Joker: Un simbolo di pace, signore!
Colonnello: Dove l’hai preso?
Soldato Joker: Non me lo ricordo, signore!
Colonnello: Che cosa c’è scritto sul tuo elmetto?
Soldato Joker: “Nato per uccidere”, signore!
Colonnello: Tu scrivi “nato per uccidere” sull’elmetto e porti un distintivo di pace. Che cosa credi di fare, umorismo malsano?
Soldato Joker: Signor no!
Colonnello: E ora dimmi, che cosa significa?
Soldato Joker: Non saprei, signore!
Colonnello: Non sai un sacco di cose, mi pare.
Soldato Joker: Signor no!
Colonnello: Cerca di stabilire un contatto fra la testa e il culo, altrimenti sono cazzi enormi!
Soldato Joker: Signorsì!
Colonnello: Rispondi alla mia domanda, sennò ti mando dritto dritto alla disciplinare!
Soldato Joker: Io volevo soltanto fare riferimento alla dualità dell’essere umano, signore.
L’elmetto in questione rappresentato nell’immagine è un modello M-1, utilizzato a partire dalla seconda guerra mondiale e a tuttora rimasto invariato, se non per una leggera modifica sulla visiera. Nel poster non è indossato da nessun soldato, non poggia su nessuna testa, come se fosse caduto a terra, scivolato dal commiltone a cui apparteneva caduto sotto il fuoco nemico. Un elmetto pieno di vuoto, come il vuoto che ha lasciato il conflitto del Vietnam nel popolo americano.

La storia dell’elmo ha origini molto antiche e ha un significato molto profondo. Simbolo di potenza e invisibilità, copre la testa, protegge i pensieri e li nasconde. Jocker è geniale in questo, è impressionante come durante il film la sua determinazione non viene scalfita da nessuna emozione se non nell’indugio finale; azione che lo farà uscire profondamente cambiato da questa guerra, instaurando in lui un sentimento privo di paura, in cui la mente è sopraffatta dall’azione di difesa, priva di ripensamenti.

Lo sfondo del manifesto è bianco candido, termine che deriva dalla parola “candidato”, cioè colui che sta mutando la propria condizione, è il colore del passaggio, indica morte e rinascita. Nei paesi dell’Asia, il colore bianco è associato al lutto nel senso di ritorno e di resurrezione. Kandinsky diceva che il bianco è il colore del silenzio, lo stesso suono che emettono i corpi nella fossa comune tinti di calce viva dove si sviluppa il dialogo portante con il colonnello.
Soldato Joker: I morti sanno solo una cosa: è meglio essere vivi.
Sara “Shifter” Pellucchi