Anno d’uscita: 2016
Sito web: http://www.afterhours.it/
Folfiri o Folfox” è l’undicesimo album degli Afterhours, pubblicato nel giugno 2016. Il titolo contiene i nomi di due cicli chemioterapici, che il padre di Manuel Agnelli ha portato a termine, prima di morire. Il disco celebra morte e rinascita, quel momento della vita in cui occorre metabolizzare il dolore, cercare di rialzarsi e di sentirsi nuovamente vivi. Tocca i temi della malattia, della morte e dell’elaborazione del lutto, riaffermando la voglia di vivere e la speranza nel futuro, ”Tu giurami che noi non moriremo mai” (“Grande”). La foto di copertina del disco rappresenta due orchidee bianche con macchie color fuxia, su uno sfondo di colore nero.

L’immagine richiama il concept usato nella copertina dell’album “Violator” dei Depeche Mode, che raffigura una rosa interamente tinta di rosso, le cui foglie presentano sfumature bianche, su sfondo nero. Immediato è altresì il confronto con la copertina del disco “Hidden City” dei Cult, ritraente un giglio bianco, su sfondo sempre di colore bianco, macchiato da piccoli schizzi di sangue.
Il nero è il colore del buio, del vuoto, di morte e rinascita. L’immagine rimanda, con i suoi chiaroscuri ed il contrasto tra luci ed ombre, allo stile del Caravaggio, che utilizzava l’oscurità per mettere in risalto i soggetti delle sue opere e creare un effetto teatrale. Nel XIX secolo, dalla tecnica del chiaroscuro, si svilupparono la camera oscura e la fotografia, la quale ebbe subito come protagonisti il bianco e il nero. Caravaggio anticipa queste innovazioni nelle sue opere, dove il bianco simboleggia la luce, ed il nero, l’oscurità dello sfondo delle sue composizioni.

Il nero è la negazione del colore stesso. Simboleggia il confine che segna la conclusione della fase vitale. Esprime dunque l’idea dell’estinzione, del nulla, della fine e della negazione per la vita futura, con conseguente rifiuto a lottare, rifiuto per la realtà in cui si vive e ribellione. Denota un comportamento di rinuncia e di protesta nei confronti della situazione esistente. In questo caso, la difficile rassegnazione e la non accettazione, il senso di impotenza e di rabbia ed il dolore innanzi alla morte del padre.

Dallo sfondo dell’immagine spiccano le orchidee. L’orchidea è un fiore di una bellezza e di un fascino particolari. Per secoli ha simboleggiato la raffinatezza, l’eleganza, l’armonia, la bellezza. Essa è una metafora d’amore per la persona più importante della propria vita, il simbolo di un affetto e di un sentimento importante e duraturo. Chi regala un’orchidea a qualcuno ne esprime l’ammirazione totale e la propria dedizione. È dunque un fiore che si regala a qualcuno che ricambia il nostro amore, il fiore ideale per la persona amata. Nella cover, è come se le orchidee fossero offerte in dono al padre, in segno di ringraziamento per la concessione d’amore.
Il colore bianco simboleggia l’origine, l’inizio della fase vitale, la speranza per il futuro, la fiducia nel prossimo e nel mondo. Rappresenta la luce, lo stato di purezza, i nobili sentimenti e la voglia di cambiamento. È altresì simbolo del Paradiso e dell’eternità e qui, figura come un augurio al padre di vita eterna.

Nelle credenze cristiane, le macchie presenti sui fiori di orchidea rappresentano il sacrificio. Oggigiorno, i fiori di orchidea sono usati in varie occasioni come matrimoni, anniversari, eventi importanti, perché rappresentano un segno di saluto o di congratulazioni, ma anche di buon augurio. Nella copertina del full-length, figurano come un dono al padre, un saluto, un simbolo del suo sacrificio, un segno d’amore, un augurio di vita senza fine.
Giulia Grisetti