Anno d’uscita: 1966
Sito web: http://www.rollingstones.com/
“Big Hits (High Tide and Green Grass)” è la prima raccolta dei Rolling Stones. Siamo nel 1966 e la rivalità dei “brutti, sporchi e cattivi” con i Fab Four è ormai entrata nel vivo. L’album ha un sottotitolo puramente britannico, dove alte maree ed erba verde sono la prassi, ma il pubblico a cui si rivolge è planetario. Da qui la decisione di fare due versioni diverse del disco. Una, con 12 tracce, per il mercato americano e una seconda, con 14 canzoni, per quello europeo. Alcune tracce presenti nella versione americana, come “Play with Fire”, non sono presenti in quella inglese, come viceversa “Paint It Black” e “Lady Jane”.
Gli anni della Swinging London portano gli Stones a farsi immortalare da un obiettivo fissato qualche centimetro sopra l’altezza degli occhi. I cinque guardano in camera alzando un poco lo sguardo. Lo scatto è opera del fotografo Guy Webster. Siamo sulla riva del Franklin Canyon Park, davanti a un laghetto alle porte di Los Angeles. Un’immagine certamente inusuale e fredda, per essere la California. Primo della fila è Brian Jones, il più amato all’epoca dal pubblico americano, soprattutto dalle ragazze, per la sua vita che alternava genialità musicali ed eccessi. Dietro di lui c’è il grande rivale, quel Mick Jagger non ancora leader incontrastato della band. Dietro Jagger c’è il suo fedelissimo, il chitarrista Keith Richards. Parzialmente nascosto intravediamo il bassista Bill Wyman, membro spesso messo in ombra dal duo Jagger-Richards. Ultimo, un po’ in disparte, il meno Rolling Stones degli Stones, il riservato batterista Charlie Watts. Le gerarchie sono diverse da quelle che si vedranno tra un paio d’anni, dopo la morte di Jones.
Nella foto si respira la rivalità tra il polistrumentista e cantante biondo e la coppia Jagger-Richards, peraltro i due autori della maggior parte delle canzoni e, in sostanza, già leader dietro il palco. Dietro il palco appunto, non durante i concerti. Le tensioni di una band leggendaria finiscono in copertina. Wyman, forse stanco di fare da paciere e più impegnato alle sue conquiste amorose, resta dietro i due autori. Watts, come in tante altre foto degli Stones, sembra uno passato di lì per caso. Manca, come in tutte le copertine, il sesto Rolling Stones, il tastierista Ian “Stu” Stewart, retrocesso a manager e collaboratore occasionale per mere ragioni estetiche e di marketing. I cinque hanno abbandonato i completi rigidi delle copertine dei primi dischi e indossano abiti decisamente più pop. Sull’acqua emerge il titolo dell’album e in basso a destra il nome dell’etichetta discografica inglese: la London Records.Cambia il continente e sulla copertina compare il nome della casa discografica che curò le vendite del disco oltreoceano: la Decca. Su uno sfondo nero leggiamo in alto il titolo del disco e in basso il nome della band in un turchese che risalta. Al centro un foto sferica del gruppo. Lo scatto è realizzato da Jerry Schatzberg, fotografo esperto nei ritratti degli artisti (sua la foto di Bob Dylan sulla copertina di “Blonde on Blonde”). Siamo davanti all’ingresso di un edificio di New York. Curiosamente il più vicino all’obiettivo è Wyman, anche se è in posizione abbassata, non da surclassare gli altri componenti della band. Dietro di lui troviamo le due voci, Jones e Jagger. Subito dietro, tra i due, c’è Richards. In disparte, come sempre, Watts.
Sono tutti in completo, ma i due cantanti si distinguono per le giacche dai colori sgargianti, contro quelle in un sobrio blu del bassista e del batterista. Richards indossa una coreana aperta, quasi a voler evidenziare il suo essere dannato. Il vero dannato però è Jones, sempre più perso tra droga e alcol e a cui Jagger e Richards non hanno più voglia di fare da balia e la cui sorte sembra già segnata. I palazzi dietro loro sono edifici tipicamente newyorkesi.
Anche se la copertina è per il mercato europeo, si deve far capire al pubblico che gli Stones hanno sfondato anche in America. “Big Hits (High Tide and Green Grass)” è un disco in due versioni differenti sia per canzoni presenti che per l’immagine. In entrambi gli scatti però notiamo una tensione nel gruppo, una distanza umana tra i componenti. Sulle liti interne alla band sono state scritte antologie. Ce n’erano, specie dalla seconda metà degli anni sessanta, anche nei Beatles. Ma questi sulle copertine mascheravano bene. Gli Stones potevano esplodere, la tragica morte di Jones portò il gruppo a sopravvivere ai loro rivali di Liverpool. La longevità dei Rolling Stones è figlia anche di una tragedia, i cui sintomi si intravedono negli scatti della loro prima greatest hits.
Leonardo Marzorati
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