Anno d’uscita: 2018
Sito web: http://www.fernandoalba.it/
ll musicista che, con uno slancio coraggioso, mette in copertina un simbolo di pericolo – qualsiasi esso sia – sicuramente vuole mettere in allerta l’ascoltatore su quel che troverà e quello che gli arriverà all’orecchio. Ma questo, come si vede nella storia del design di copertine, non sempre viene rispettato, o meglio non sempre è un avviso per le nostre orecchie, ma una spiegazione della loro stessa musica/testo: nell’intimo, nel profondo, e non nell’immediato approccio acustico. Da notare infatti – per chi avrà il piacere di ascoltare “Nello Stesso Acido” – che il pericolo in questo caso risiede più nel leggero disagio di Fernando Alba e nell’imprevedibilità della vita; quindi il contenuto abbisogna di un approccio sentimentale e sensibile, di un attento avvicinamento alla poetica dell’artista.
In totale disaccordo ed in perfetta antitesi, gli AC/DC nel singolo “Danger / Back In Business” datato 1985, non vanno certo per il sottile quando riversano con aggressività la loro musica su vinile. Giustificando appieno la cover, con la suspense data dalla batteria cadenzata, il blues e la voce graffiante di Brian Johnson. Decisamente un approccio diverso rispetto a “Nello Stesso Acido” ma, invero, è anche diversa la simbologia; non un simbolo generico di pericolo, quello di Fernando Alba, ma quello predisposto per indicare il “rischio chimico”. L’acido che penetra nella pelle invade il corpo e, forse per questo, richiede un altro approccio di ascolto e comprensione. Più intimista appunto. Profondo.Rischio chimico anche per il colosso giapponese Merzbow insieme al californiano Tamarin. Uno “split album” acido, corrosivo come il loro noise. Un incontro artistico che crea una miscela pericolosa. Infatti il simbolo ed i nomi in copertina sembrano stampati su un bidone di metallo. Si prega di prestare attenzione al contenuto.
Suona curioso altresì constatare quanta similitudine troviamo nella grafica e nella musica di “Nello Stesso Acido”, con l’album più significativo dei Los Planetas – band di origine shoegaze di Granada – ovvero “Una Semana En El Motor De Un Autobus”. Oltre al simbolo identico dentro un quadrato di colore molto simile, la musica suona intima e si approccia in maniera similare a quella di Fernando Alba. I Los Planetas, più portati verso un rock alla Jesus and Mary Chain, trovano nel cantante Jota una melodia malinconica che ci avvicina al nostro, rendendo chiara e giustificata la scelta grafica di “Nello Stesso Acido”, con la dovuta dose di tensione. Come se questa fosse la scelta musicale (approccio/attitudine) esatta per questo tipo di simbolo.
Il retro della copertina di “Nello Stesso Acido”, che vede ritratto lo stesso musicista, rappresenta – a detta degli autori – la precarietà della vita, come di fatto è precaria e fragile la fotografia; pronta a scomparire in quell’ombra da cui spunta il volto. Quindi, insieme al simbolo descritto sopra, dovrebbe essere un avvertimento di quali siano i pericoli annidati nella vita dell’uomo: fragile, pericolosa ed incerta. Alla base di quanto detto finora, si può asserire che tutto questo sia una insinuazione che abbisogna dell’ascolto del disco per essere bene appresa. Altresì gli occhi di Fernando Alba, acidamente bruciati dalla luce, sono la prova che l’acido abbia fatto effetto e l’ombra che avviluppa il volto, sia invero quell’acido che la vita umana inghiotte. Salute!
I brani nel retro di copertina vengono numerati partendo dal numero 10. Mi trovo qui ad ipotizzare che la scelta sia per il proseguo con il disco “La Chitarra Nuova” (Maqueta 2014). Infatti il disco qui citato finisce con il nono brano “Sei Felice”, “Nello Stesso Acido” inizia con “Cara Felicità”. Oltretutto l’album del 2014 vede il nostro allontanarsi verso una destinazione a noi sconosciuta, magari verso lo stesso acido, verso una felicità così liberatoria e fugace.
Alberto Massaccesi