Anno d’uscita: 2018
Sito web: https://www.facebook.com/NoirAndTheDirtyCrayons/
“Paratechnicolor“ è il primo album della collaborazione artistica del musicista Noir (all’anagrafe Maurizio Griglio) e della band The Dirty Crayons, uscito a Maggio 2018. Il titolo del disco è la l’unione di due parole: “para” abbreviazione di paranoia e “technicolor”: il termine che indica i primi colori introdotti nella cinematografia. Una paranoia di varie tonalità quindi, ascoltando il disco si avvertono infatti vivacità ritmiche associate a testi graffianti e personali. La vita come un film, con le sue gioie e dolori.

Il nome del full-length che fa pensare a una dichiarazione di intenti è proiettato bene dalla sintesi figurativa della cover racchiusa in un unico simbolo. Il punto interrogativo. Non è solo il simbolo tipografico che conosciamo, è un’apertura verso la conoscenza e l’essenza della nostra inquietudine. Sin dalla sua nascita, l’uomo è sempre stato spronato dalla curiosità, l’impulso di voler colmare la sete di apprendimento ha portato fino ai giorni nostri a tutto quello che siamo e che abbiamo costruito. Se nessuno si fosse mai posto delle interrogative riflessioni, il progresso non sarebbe mai iniziato.

Le risposte, più che le domande stesse sono il vero scopo psicologico di tutti noi, e riuscire a trovare il giusto procedimento per conoscerle è un compito arduo che a volte genera ulteriori altri dubbi, fino ad arrivare a un loop mentale, vizioso e senza arrivo. Noir, ha voluto rappresentare la copertina di “Paratechnicolor“ affidando la parte grafica all’art director Emanuele Damato che ha realizzato un grande punto interrogativo, disegnato su uno sfondo nero. Il simbolo che vediamo dominare la scena è stato scelto appositamente per il proprio ignoto significato: l’incapacità di comprendere la realtà contemporanea. La velocità con cui il mondo si evolve è difficile da seguire e questo genera nel cantante una sorta di disagio; la paura di non essere all’altezza di questa società e di questa evoluzione meccanica trasmette affanno e destabilizzazione alla sua anima sensibile. Il proprio “io” è rappresentato dallo sfondo scuro, posto dietro il punto di domanda.

Il nero è associato al nome d’arte dell’artista e rappresenta anche il grande vuoto di quesiti incolmabili. La voragine che si apre in un’esistenza sempre in cerca di un senso, una notte infinita perché i risvegli rimangono sempre con delle domande aperte. Il sonno può essere duro quando la cosa che cerchi è impossibile da afferrare. Il simbolo è formato da dei quadrati colorati, che si collegano alle sfaccettature ritmiche e positive delle tracce. Il quadrato è la forma per eccellenza della razionalità e stabilità che quindi si contrappone alla platonica ricerca di nutrimento dello spirito.

Siamo alla deriva in un nero mare di perplessità e la riva è sempre molto lontana. Le onde che a volte ci avvicinano alla terra ne riportano altre ancora più alte per i nuovi quesiti che intaccano la nostra testa. Se non fossimo così a caccia di risposte saremmo degli automi senza coscienza, pensare ci rende unici e la condivisione dei nostri ideali anche a metà è il condimento giusto per poterci vantare di essere qualcosa di più, in un’elevazione empatica suonata in queste dolci-amare canzoni dai testi diretti, taglienti con una buona dose di rimbalzi elettronici.
Sara “Shifter” Pellucchi