Anno d’uscita: 2009
Regia: Takashi Miike
«Non c’e niente di sbagliato nell’essere un corvo, paragonato ad un uccello in gabbia che ha dimenticato come si fa a volare, mi sento meglio nei panni di un corvo»Si conclude l’epica avventura dei protagonisti nel sequel “Crows II”di Takashi Miike; la locandina in esame è composta da fattori importanti: il primo, lo sfondo in basso nero che sembra salire verso l’alto oscurando i personaggi in apparenza, descrive l’abisso ancora presente dentro di loro. «Ci metti solo rabbia in quel pugno, ma manca di cuore».

Lo sfondo rosso\arancione richiama al sangue, alle pulsioni primordiali, a quel tramonto già citato nel primo film come simbolo del momento di solitudine e pace al tempo stesso, nel mezzo si vede una formazione a “V”, stavolta con l’apice rivolto verso l’alto, simbolo di rinascita, di salita e di superamento degli ostacoli, in poche parole la maturazione. A capo troviamo Kenji nella solita posa in difesa che guarda avanti, con le braccia abbassate, che simboleggia il fatto che ancora non sa volare come vorrebbe veramente, sulla sua sinistra appaiono le due new entry Narumi Taiga e Tatsuya dell’istituto Hosen. Il bianco, rappresenta il candore  e la chiarezza che muove le loro azioni, distinta da un look sobrio, molto posato, ma deciso e pronto ad esplodere di energia. A seguire Tokyo, espresso dalla camicia aperta e dal laccio in testa che richiama la benda dei samurai, rinato dall’operazione ed ora veramente libero di esprimere il suo potenziale, Rindaman chiude la colonna, lui rappresenta le colonne di Ercole, le basi sulle quali si ri-costruisce il mondo, che non per forza devono essere distrutte, ma bisogna rifondare su di esse per uscire dal momento di stallo.
Dalla sua destra Tamao Serizawa, rinato dopo la sconfitta contro Kenji, dal capello lungo ed ordinato simboleggia la sua indole selvaggia che viene eviscerata nel caos, rappresentata dalla camicia aperta e dalle braccia conserte, sempre pronto ad esplodere, dimostrando il suo essere leader nato. Izaki rappresenta il braccio armato, ma anche colui che crede nelle idee di chi si fida ed il suo abito parla di quello che lo smuove, salendo nell’esplosione rappresentata dai suoi capelli.

Ken Katigiri, la maturazione dell’uomo che ha deciso di vivere la sua vita, diventando l’esempio vivente degli errori che portano a soffrire , e fanno diventare consapevoli, umili e forti nelle proprie capacità di portare sulle spalle il peso del proprio destino e di condividerlo per aiutare il prossimo, simbolo di tutti gli adulti in questo capitolo.

La dualità del colore chiaro e scuro la fa sempre da padrone, il nome contrasta con la scritta limpida e squadrata del 2 romano, l’immagine dei combattimenti rispecchia perfettamente questo scontro interiore, ma anche la liberazione graduale del volatile misterioso che si libra in aria man mano.
Il forte richiamo alla collaborazione, ancora più espressa limpidamente in questo secondo capitolo passando per liti, combattimenti, sangue e la riscoperta dell’amicizia come crescita è di Nietzsche,memoria nella tesi dell’oltre-uomo dove egli è diventato vittima del cinismo passivo, quindi schiavo di qualcosa, rinasce leone e distrugge tutto quello che la richiama (vedi le lotte), per concludersi con il rinascere come il bambino, colui che ha la forza di sorridere di fronte ad ogni situazione, accettando quel verrà a cuor leggero e leggiadramente cominciare a volare….
L'”essere” per la morte di Heidegger è un inno alla vita dell’adesso, l’eroe romantico byroniano, cioè colui che vive, rischia e asserisce il destino facendosene carico, si fonde in una sorta di grande dichiarazione d’amore per tutto quello che abbiamo intorno e dentro di noi.
Qui la recensione del precedente “Crows Zero”:
https://www.artovercovers.com/2018/05/25/crows-zero/
Mirco Quartieri