Anno d’uscita: 1982
Regia: Steven Spielberg
“E.T. l’Extra-Terrestre”
è un film di fantascienza del 1982 diretto dal mitico Steven Spielberg. Per il regista appassionato di fantascienza,“E.T.”sarà il suo cult movie più riuscito e aprirà sicuramente la strada ad un nuovi genere di film, a pellicole più incentrate sulle emozioni, effetti speciali e sulle condizioni del genere umano, come ad esempio il film “Il Colore Viola” “Jurassic Park” o “Schindler’s List”.

«Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano dentro in una tuta.» Steven Spielberg

Fu quindi una sfida vera e propria la realizzazione del pupazzo, per poterlo rendere il più realistico possibile, soprattutto nel movimento della bocca e della lingua. Riuscì a risolvere questo problema il tecnico Steven Townsend, costruendo un meccanismo costituito da sei cavi separati.
Ecco quindi che così nascerà E.T. a grandezza naturale (1,4 metri estendendo il collo) dove la testa veniva controllata da ben dodici uomini. Vennero inoltre realizzate anche quattro ulteriori teste, ognuna delle quali poteva essere montata con i vari corpi. Per quanto riguarda la colonna sonora del film è stata affidata a John Williams, già collaboratore abituale di Spielberg mentre, per quanto riguarda gli effetti speciali, furono affidati all’Industrial Light & Magic.

Nell’Ottocento era abbastanza diffusa l’idea che la Luna e gli altri pianeti del sistema solare fossero abitati da strani personaggi, ma è soprattutto a partire dal XVII secolo, con l’invenzione del telescopio, che si creò un vero e proprio interesse per ciò che riguarda la vita negli altri mondi, forse perché tutto questo faceva presagire a nuove ed imminenti scoperte. Ecco quindi che il primo film in cui appaiono extraterrestri (per la precisione seleniti, ossia corpi da insetto e teste da uccello) è il “Viaggio nella Luna” di Georges Méliès, cortometraggio del 1902 della durata di quindici minuti, ispirato ad opere di Verne e Wells, considerato anche il primo film di fantascienza.
L’alieno il più delle volte è comunque visto come nemico da combattere o anche come tentativo estremo di rappresentare l’esistenza di una vita intelligente molto più della nostra. La locandina di E.T. è stata realizzata da John Henry Alvin, artista e pittore cinematografico americano morto nel 2008, il quale ha realizzato anche i manifesti di altri film come “Blade Runner”, “La Bella e la Bestia” “Gremlins”. L’immagine rievoca sicuramente il particolare del dipinto nella Cappella Sistina “La creazione di Adamo” di Michelangelo (suggerito dallo stesso Spielberg) con gli indici alzati e protesi, proprio un attimo prima di entrare in contatto.
Quest’idea è stata parecchio usata poi nel tempo, come ad esempio nell’artwork degli Helloween, “Keeper Of The Seven Keys – Part II”, terzo album della band, pubblicato dalla Noise Records nel 1988.
Ma, scovando tra le chicche, si è persino scoperto che la mano del bambino nel poster appartiene proprio alla figlia di Alvin, ovvero Farah. Dall’unione delle due mani scaturisce una luce, che simboleggia il forte sentimento che si è venuto a creare tra il bambino e l’alieno stesso. Non quindi il solito marziano che vuole distruggere la Terra, ma un personaggio che vuole solo tornare a casa, scappare dal nostro mondo, un extraterrestre comunque buono.

E l’umano scelto per aiutarlo è proprio un bambino, simbolo di purezza e di ingenuità, ma anche capace di amare e di non aver paura verso chi rappresenta la diversità. Le parole alle volte hanno il potere di ingannare, ma il corpo, con i suoi gesti, non può mai mentire: esso infatti esprime proprio quello che le frasi non vogliono dire e riesce quindi a dare voce alle emozioni più nascoste. Il contatto può essere anche molto rassicurante ed avere un’effetto calmante, in particolar modo lo è in questo caso per l’alieno, il quale trova nel bambino un alleato di cui potersi ciecamente fidare.

Proprio per questo motivo la scena nella locandina riesce ad evocare un senso di pace e di serenità. Particolare è la scelta di aver raffigurato queste due mani sospese nell’universo, proprio sopra il mondo. Il genere umano dovrebbe imparare molto da questa forte amicizia, dovrebbe amare e difendere chi è diverso da noi. L’amore è il sentimento più potente che sta al di sopra di tutto!
Antonella “Aeglos” Astori