Anno d’uscita: 2012
Regia: Drew Goddard
“Quella casa nel bosco” (titolo originale “The Cabin in the Woods“) è un film del 2012 diretto da Drew Goddard, sceneggiatore, regista e produttore televisivo statunitense, ed è stato scritto in collaborazione tra lo stesso Goddard e Joss Whedon, che ne è anche il produttore. La trama narra di Richard Sitterson e Steve Hadley, due tecnici di un sofisticato impianto segreto, che si stanno preparando per un’operazione sconosciuta.
Dall’altra parte troviamo cinque studenti universitari che partono in camper per un week-end in una remota villa tra gli alberi; la casa è chiaramente un congegno dei due tecnici che, grazie al design dell’abitazione, al rilascio di farmaci che alterano il comportamento, a delle telecamere nascoste e all’uso di sofisticati meccanismi ambientali, controllano e manipolano l’ambiente in modo da ridurre le facoltà degli studenti, rafforzando allo stesso tempo la loro mancanza di cautela.
La locandina riprende a grandi schemi quello che è il Cubo di Rubik (o cubo magico), inventato dal professore di architettura e scultore ungherese Erno Rubik nel 1974, da molti ritenuto essere il giocattolo più venduto al mondo. Ogni pezzo centrale ruota attorno ad una vite fissata al meccanismo al centro. Una molla, posta tra ciascuna vite e il suo pezzo centrale, mantiene il pezzo stesso in tensione verso l’interno, garantendo una compattezza generale della struttura. Non a caso è stato scelto questo enigmatico gioco e lo possiamo dedurre dalle parole dell’inventore stesso durante una sua intervista:
“Questo oggetto è un meraviglioso esempio della rigorosa bellezza e della grande salute delle leggi naturali. È un occasione perfetta per testare il rigore scientifico delle possibilità della mente umana e di dominarle. Rappresenta l’unità del reale e del bello, che per me significano la stessa cosa.
Il Cubo stesso è un’imitazione della vita, o persino un suo miglioramento. I problemi dell’esistenza e dei rompicapo sono molto simili: la nostra intera vita è basata sul risolvere dei rompicapo. Ma i problemi di ogni giorno sono intrecciati fra loro e non sono chiari.
Il problema del Cubo dipende solo da te.
Devi risolverlo in modo indipendente.
Ma per trovare la felicità, non sei indipendente: questa è l’unica grande differenza”. Da qui probabilmente è partita l’idea della locandina, non un semplice gioco come molti potrebbero pensare, ma un grattacapo
legato alla vita di tutti i giorni e ad ogni piccolo individuo, compresi proprio i protagonisti di questo film. La pellicola mette gli stessi spettatori a ripensare e rivalutare continuamente a tutto ciò che hanno visto, perché il significato e la natura stessa del lungometraggio mutano continuamente con l’avvicinarsi al finale, così come il Cubo tende a cambiare e a trasformarsi. Già nel 1997 era stato preso in considerazione questo gioco come camera da cui dover uscire; sto parlando di “Cube – Il Cubo”, film diretto da Vincenzo Natali, ma la cui locandina non dava peso.
Forse perchè il gioco del movimento era dato all’interno del Cubo. E poi c’è comunque l’associazione alla casa fatta interamente di legno, in quanto le riprese del film si sono svolte tra marzo e maggio del 2009 proprio a Vancouver, in Canada, regno del legno e luogo in cui la caratteristica è l’intenso sfruttamento delle risorse naturali. Quindi ogni cosa è stata studiata nei minimi particolari persino in un semplice poster, ma nel quale è racchiuso un grande significato.
Una casa simile al Cubo di Rubik esiste a Teheran. La Shari-fa House (così si chiama) gira come il Cubo di Rubik e offre tre piani che girano infatti a 90 gradi e che possono aprirsi al sole primaverile o chiudersi al freddo dell’inverno. Basta premere un bottone e la casa cambia forma.
Ma tranquilli! Sicuramente non sarà una casa adibita ad horror come quella del film!
Antonella “Aeglos” Astori